mercoledì 11 aprile 2018

SEGNALAZIONE VOLUMI = ANNA CACCIATORE

Anna Cacciatore – A tratti-- Ismeca – Bologna – 2018 – pag. 47 - € 12,00
Anna Cacciatore è nata nel 1942 a Napoli, dove vive. Laureatasi in Lettere Classiche, ha insegnato nei licei per quasi quarant’anni. Scrivere poesie è per lei un “vizio” antico, avendo collezionato in solitudine i suoi foglietti fin dall’età giovanile, senza mai avere il coraggio di far conoscere agli altri dei versi che riteneva inadeguati alla pubblicazione. Gli anni della vecchiaia l’hanno liberata dalle sue esitazioni e paure e nel 2007 è uscito il suo primo libro dedicato al marito scomparso e intitolato “Il pozzo del cuore”. Continua a credere che la scrittura possa terapeuticamente aiutarci a sostenere la condizione umana: questo convincimento, nato anche dai suoi studi, la spinge ad amare la letteratura, a patto che sappia di vita e di autentico sentire.
“A tratti”, il libro di Anna Cacciatore che prendiamo in considerazione in questa sede, è una raccolta non scandita nella quale domina una notevole linearità dell’incanto sottesa ad una forma tout-court lirica ed idilliaca che si presenta come un caso raro nell’attuale panorama della poesia italiana nella quale dominano attualmente gli orfismi e gli sperimentalismi di vario genere.
Colpisce nel poiein della poetessa una vena di chiarezza e nitore nella sua luminosità che coglie nel segno nel suo tradurre le emozioni che sono perfettamente controllate.
Si constata una grande raffinatezza nei versi avvertiti, icastici e rapidi sempre ben cesellati.
Nell’andamento per accumulo del fluire dei sintagmi si produce una suadente musicalità tramite il ritmo incalzante ed elegante e il lettore vive la grazia della levità di una parola sempre ben cadenzata ed esatta mai debordante ma compatta nella sua leggerezza.
Una natura che sembra riecheggiare i paesaggi degli impressionisti con una verginità di luce naturale fa spesso da sfondo alle descrizioni sempre sapienti e riuscite nella loro eterogeneità.
La cifra essenziale della poetica della poetessa napoletana è soprattutto quella degli affetti parentali, un biografismo creaturale che sembra pervadere il lettore con dolcezza e armonia.
La parola è sempre detta con urgenza e crea immagini che sgorgano le une dalle altre in modo efficace e proprio per la compostezza del dettato pare aleggiare nei componimenti un senso di classicità sotteso al dipanarsi delle frasi in modo affascinante e sinuoso.
Negli incipit delle composizioni la scrittura si libra sulla pagina senza sforzo e ogni poesia decolla per poi planare con notevole stile nella sua chiusa senza il minimo sforzo apparente.
La sospensione pare connotare il tessuto linguistico dei componimenti rendendo il discorso magico e pieno di fascino.
Centrali tra i protagonisti di quello che si potrebbe considerare vagamente un poemetto le figure dei nipotini e delle nipotine di Anna, bambini che ci fanno entrare nel loro mondo di innocenza e di ludica gioia empatica e non a caso Pascoli diceva proprio che il poeta è un fanciullino.
Chiude la raccolta il componimento eponimo che ha come chiave interpretativa il cambiamento sotteso al tempo, agli attimi: perciò la partita delle parole si risolve a tratti perché gli stessi bambini nel giocare a tratti sono solidali e a tratti nemici, immagine esemplare che si può estendere al mondo degli adulti nella sua complessità.
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Raffaele Piazza

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