lunedì 7 agosto 2017

SEGNALAZIONE VOLUMI = SANDRO PIGNOTTI

Sandro Pignotti – “L’opera suona”--puntoacapo Editrice – Pasturana (Al) – 2016 – pag. 95 - € 11,00

Sandro Pignotti (Sanremo 1953) ha pubblicato varie raccolte di poesia e ha vinto numerosi premi nazionali.
E’ presente nell’antologia del “Premio Astrolabio 2009” edita da puntoacapo Editrice.
“L’opera suona”, preceduta da una Nota dell’Autore, è una raccolta di poesie composita e bene strutturata architettonicamente.
Non a caso è scandita nelle seguenti sezioni: “Guitto, Dedicato alla zia Dieci”, “Q/P”,” Jazz”,” La notte”… e …”Dei sortilegi”.
Nella Nota introduttiva l’autore afferma che gli pare di aver scritto molto e di aver detto molto, tanto che addosso gli si è incollata la squinternante sensazione che non riuscirà più a scrivere altro.
Il poeta dice anche di aver ritoccato e rivisto ogni parte di questa raccolta sino all’ultimo istante, adeguandosi alla regola aperta che afferma: “Un lavoro è terminato ogni qualvolta viene pubblicato”.
Da notare l’eterogeneità delle strutture delle composizioni di Pignotti nel loro realizzarsi sulla pagina: infatti, mentre alcune sono scritte nella maniera canonica, altre presentano i versi centrati sul foglio e altre ancora si delineano con versi disposti irregolarmente.
Per quanto suddetto si può affermare che Sandro realizza a livello formale, nel modello della disposizione del tessuto linguistico, una sorta di originalissima sperimentazione.
Lo stile del poeta è del tutto antilirico e anti elegiaco e caratteristiche dominanti del poiein sono una forte e stabile ironia che consiste nel riflettere in modo sarcastico e dissacratorio.
La stessa connotazione si realizza nel rivolgersi ai vari interlocutori, ai molti “tu” che non danno risposta all’io – poetante, ma che restano immersi in un’atmosfera di onirismo purgatoriale.
Infatti le parole, i sintagmi di Sandro, che producono immagini cariche spesso di sospensione e visionarietà, sembrano emergere, nel loro inverarsi in scrittura poetica, da una densa nebbia che potrebbe essere considerata come il preconscio o l’inconscio del poeta, che così raggiunge esiti alti e originalissimi.
Sicuramente la poetica de Nostro è intellettualistica, oscura e il lettore sembra affondare nei versi sempre avvertiti e caratterizzati da una vena scattante e luminosa, e anche la leggerezza del dettato è una caratteristica costante del discorso mai ripetitivo ma che tocca tutti i temi dell’esperienza umana.
Costante in questa maniera è un andamento anarchico che tocca in più punti l’alogico.
Anche la corporeità, la fisicità, sembra essere un tema affrontato dall’autore e gli stessi versi sembrano scaturire dalla tensione biologica, che si realizza nello scatto e nello scarto memoriale.
Un esercizio di conoscenza tout-court sembra essere a fondamento del discorso di Pignotti che usa la penna per scavare in profondità con realizzazioni lusinghiere, sottese ad un’ispirazione spontanea e controllata.
Infatti, pur nella materia magmatica descritta, le immagini che emergono risultano, nel loro magico assemblarsi, sempre sorvegliate e le emozioni forti rientrano sempre in un canone di armonia.
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Raffaele Piazza



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