giovedì 3 novembre 2016

SEGNALAZIONE VOLUMI = MAURO MIGLIO

Mauro Miglio – Al limitar di Dite - puntoacapo Editrice – Pasturana (Al) – 2015 – pagg. 71 - € 9,50

Mauro Miglio nasce a Magenta nel 1975, attualmente vive in provincia di Novara.
Ha pubblicato le raccolte di poesia “La grande inchiesta”, (2004), “Perdite”, (2006) e “La piaga più amara”, (2008).
Già attraverso il suo titolo, “Al limitar di Dite”, questa raccolta di poesie di Mauro Miglio si delinea per la sua originalità.
Sembra che il poeta compia un’operazione culturale del tutto controcorrente nel panorama odierno della poesia contemporanea, immergendosi nella classicità latina e riferendosi ad essa.
Dite era infatti per i latini il luogo, il mondo dei morti e usare la sua soglia, il suo limitare appunto come punto di partenza per una poetica, un discorso in versi, è sicuramente un unicum, quando poi quasi tutti i libri di poesia italiani degli ultimi anni sono neolirici, neo orfici o seguono le vie della sperimentazione, spesso ereditate dalla Neoavanguardia.
La raccolta è scandita in due sezioni, quella eponima e Still Lives.
Effettivamente il tema della morte e dei defunti sembra essere centrale nel discorso del Nostro, che usa un linguaggio, un tessuto linguistico semplice e colloquiale in apparenza, ma che sottende un’intrinseca complessità nei nessi logici che legano i sintagmi e le frasi, che sgorgano in modo sorgivo e cristallino le une dalle altre, quasi per gemmazione.
Tutte le composizioni, di svariate lunghezze, sono senza titolo e questo elemento dà al libro, nel suo insieme, una vaga consistenza e parvenza poematica.
Programmatica la poesia iniziale nella quale Miglio s’interroga sul valore e le possibilità del poiein.
Nella suddetta, nell’incipit, il poeta chiede ad un interlocutore, del quale ogni riferimento resta taciuto, se crede davvero che i poeti, con i loro versi, non possano chiamare a raccolta gli stormi del cielo, le mandrie dagli alpeggi e dalle praterie o far balzare a filo d’acque le creature degli abissi.
La risposta che Mauro dà a questa domanda è negativa.
Invece, e questo si ricollega a quanto affermavamo in precedenza, un poeta può dar vita ai defunti perché la loro ombra è assetata di dolcezza.
Una concezione tout-court salvifica, quella di Miglio, in quanto connessa scopertamente con un ideale trascendente.
Tale concezione, però, è permeata da una religiosità più pagana che cristiana in quanto viene detto quello che, per i greci, si chiamava Ade, attraverso un ideale dell’aldilà ben diverso dalla tripartizione Paradiso, Purgatorio, Inferno.
Un certo animismo permea i versi quando il poeta afferma, soffermandosi sul vento, che ha la forza di migliaia di vite.
Un esercizio di conoscenza mistico e visionario, quello che caratterizza “Al limitar di Dite”, che si realizza in un versificare chiaro, luminoso, leggero e icastico.

Raffaele Piazza

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