mercoledì 28 dicembre 2016

PREMIO DI POESIA "AOROS"

E' indetta la prima edizione del premio di poesia "Aoros-Valerio Castiello" , per edito e inedito.
Per la poesia edita inviare sei copie di un volume pubblicato in Italia dal 1 gennaio 2015.
Per la poesia inedita si concorre con raccolta di poesie inedite , non inferiore a 750 versi ad opera di un poeta
o poetessa che non abbia compiuto i 35 anni alla data del 30 aprile 2017.
Scadenza presentazione 30 aprile 2017
E' richiesta tassa di lettura , quale iscrizione all'associazione .
Premiazione : giugno 2017 - Primo premio 1500 euro -
Giuria : Sara Bilotti , Maria Teresa Caporaso, Cinzia Caputo , Bruno Galluccio , Ketti Martino , Angelo Petrella (presidente)-
Richiedere il Bando completo a : premioaoros@gmail.com - o - kettimartino@virgilio.it

martedì 27 dicembre 2016

POESIA = MARIA GRAZIA ZAGARIA

"Inverno"

Sui rami innevati,
il candore,
cade le foglie ingiallite.

Pungente soffia la brezza.

Nei fondali,
schivi di luce,
flotte di navi guerriere,
immobili,
accolgono squali.

Marinai dagli sguardi rapiti,
vagano in balia delle onde,
vuote le reti dei pescatori,
all'alba, speranzosi, partiti.

La neve imbianca le vele.

Stormi di rondini migrano,
lasciano lo sterile nido
all' ombra del tetto ghiacciato.

S' aspetta attoniti,
il caldo tepore
del candido sole d'aprile...
*
Maria Grazia Zagaria.

POESIA = RAFFAELE PIAZZA

"Alessia e il 27 dicembre"

Poi giunge del belcielo
l’aurora a svegliare Alessia
rosavestita nel caldo del
piumone. Subito si ricorda
del sogno ragazza Alessia
(veniva Giovanni sorridente
come un dio e le chiedeva
di fare l’amore).
Ansia a stellare Alessia
nel pensare a materiche
corse al Parco Virgiliano
e al cane spontaneo
ricomponendosi l’affresco.
Bussano alla porta:
è lui… Bocca nella bocca e…
*

"Alessia e la verità"

Incanto di albereto
per Alessia sera vestita
per afferrare la vita
e la fortuna del platino
di rondini assenti nel
loro trasmigrare nel
pensiero di ragazza
la gioia nel ritagliarsi.
Sale la città ed è Napoli
nell’abitarla e percorrerla
per giocare all’esistere
nel passeggiare per via
Roma tra dello zucchero
filato l’odore e le vetrine
attente e scintillanti.
La verità è che Giovanni
ama ragazza Alessia.
Le vere amiche l’hanno
detto. Minuti prima
della felicità:
squilla il telefonino:
è lui!!!
*

"Primo gennaio di Alessia"

Fredda azzurra aria su Napoli
per Alessia nel fondersi con il
gioco delle stelle mattinali.
Anima di 18 grammi ad anelare
a lui che venga per fare l’amore.
Attimi rosa pesca oltre del sogno
i cancelli per tendere alla luna
ostia di platino. S’intesse il giorno
il pellegrinaggio per il nuovo
anno e intanto il telefonino
squilla.
*

"Alessia e il tre gennaio"

Mistica azzurrità di carta velina
sul mare di Napoli che sale.
Tre gennaio di Alessia nel
condominiale parco a tessere
incanti il filo dello sguardo
al ciclamino gigante lungo
il viale. Tinta rosa a entrarle
nell’anima. Attende Alessia
la sera e vuole qualcosa fare.
Telefona Giovanni e Alessia
l’amore decide per le 18
al Parco Virgiliano. Indossa
sudata la maglietta rosa
che gli piace, ragazza Alessia.
*

"Alessia tra gli alberi"

Foglie al vento dei platani
a entrare negli occhi di Alessia
e scendere fino all’anima.
Lampi delle magnolie e
dei pini. Alessia en plein air
a trovare l’essenza della vita
dove era già venuta.
Il Parco Virgiliano nei venti
dell’ossigeno consecutivo
sorride alle stelle oltre la marina.
Querce centenarie a pervadere
Alessia nel luogo senza
nome.
*
"Compleanno di Alessia"

Sedici anni contati come semi
per ragazza Alessia (li ha compiuti
il 9 gennaio, il mese del nevaio).
Aria fredda della resistenza
nel giubbino rosso fragola Alessia
tra della vita le scoperte (l’amore
fatto ieri per la prima volta).
Si distendono ghiacciate strade
e quelle candide di neve
nello stare di Alessia ai blocchi
di partenza per la discesa con
gli sci sul monte Paradiso.
Poi nell’interanimarsi senza
sudore con la vetta più alta,
linea della gioia ad adolescenza
sottesa come per gioco
incantevole sui sentieri dell’anima
(ha sognato l’albereto degli aghi
di pino iridarsi come per gioco).
Poi volontà di esistere elementare
come acqua azzurra e chiara.
A poco a poco la trama della vita
offerta alla natura e al cielo.
Sorride Alessia a Giovanni nerovestito
ed è incanto fiorevole.
*

"Alessia s’illumina"

Aria fresca nei pensieri
di Alessia. Anima di
ragazza nel lago della
pace così azzurro cielo
da turbare il corpo.
Attimi rosapesca di Alessia
nell’abbeverarsi di parole
dalla fonte della fredda
gioia e il sintagma è
“amore”. S’illumina Alessia
per la vita in versi…
Storia dei baci e degli
erbari fiorevoli nell’entrare
nel folto della vita.
*

"Alessia tra i fiori rosa"

Albereto nell’anima di Alessia
a tessere margini tra il giorno
e dei sogni la notte. Trascrive
Alessia il segreto giardino
tra i fiori rosa sta infinitamente
a ritagliare la vita. Passa un jet
e la scia candida nel cielo
lascia come un’ala d’angelo.
Passano mattini di carta velina
cielo a spostare del possibile
i limiti. Edera venuta da lontano
su di Alessia il balcone
ai blocchi di partenza dell’esistere.
*

Raffaele Piazza

lunedì 26 dicembre 2016

POESIA= DARIO PASERO

POESIE INEDITE DI DARIO PASERO

(nella parlata piemontese del saluzzese meridionale)

L’é vei….

De te fabula loquitur

lòn ch’as dis dël miror:

ch’la giassa dla matin

a l’ha maitas

’d voghi s’is tajoma

la cara co’l rasor

istess dij can bërgé

ch’a vron-o dsà e dlà

a buté ’nsema ’l vache

sbardlasse a l’anviron

È vero…/ De te fabula loquitur/ ciò che si dice dello specchio:/che lo specchio del mattino/ non sta nella pelle/ di vedere se ci tagliamo/ la guancia col rasoio// proprio come i cani pastori/ che strepitano qua e là/ per riunire le vacche/ che si sono sparpagliate nei dintorni

v. 2 Formula latina che si usava per significare che le favole, con la loro morale, possono parlare di tutti, e non solo dei loro protagonisti.

vv. 3sg. Due termini, entrambi francesismi ed arcaici, per significare lo “specchio” (rispettivamente da miroir e da glace), ora, nel piemontese moderno parlato, sostituiti da specc.
**

A l’ubach de Fraysse

A j’ero na bahìo



Bucand se mèire veuide

I ’ogh d’antorn ël frise

d’antan d’un genipòdi

apress ch’l’ha pijà ’l marin…

J’arcòrd a grevo

istess dla pieuva frasa

a l’ënscalabrun-a…

Al bacìo di Frassino/ C’era una bahìo/…// Guardando queste baite vuote/ vedo intorno le briciole/ d’un tempo di una baldoria/ dopo che ha preso l’umido…// I ricordi pesano (sull’anima)/ proprio come la pioggia mista a neve/ sul far della sera…

vv. 1sg. I versi iniziali sono in patois provenzale della valle Varaita (dove si trova Frassino). La bahìo (in it. “badia”) era una compagnia di giovani di un paese che organizzava scherzi e baldorie durante il periodo di Carnevale.

v. 3 Buché è la forma arcaica (cfr. le canzoni di p. Isler, sec. XVIII) per il più moderno beiché, ora perlopiù sostituito con vardé (o, peggio, guardé):

v. 5 Genipòdi lett. era la festa che gli scolari davano in onore del maestro (cfr. V. di SANT’ALBINO, Gran dizionario piemontese-italiano, Torino 1859, s. v.).

v. 6 Marin lett. è il “vento di mare”, ma si usa quando una pianta o una verdura si guasta per l’umidità (a pija ’l marin).

v. 7 A differenza di peisé, che ha valore materiale, grevé ha valore morale: “pesare sull’anima”.

v. 8 Frasa (in prov. fraso) è forma arcaica per indicare la “pioggia spessa, cioè mista a neve” (< lat. fracida).
**

[LEIT

Cort dël castel

Adoss ëd la giovnëssa

Pomgranà

Troveur e zongleur]

I vorrìa soagné

Paròle anvërnenghe

A cudì ’n foalé

’d pensé, tompi, stomiera

d’arcòrd tëmros, fèit

ëd bisòdie e ciàir

it susto vestìa ’d nen

pèj dla lun-a

’nt un goj

un seugn

da troveje ’ndrinta

toa cheussa bianca

che ’nt la neuit solenga

a l’é me sparm reveus

[LEIT/ Cortile del castello/ Fonte della giovinezza/ Melograni/ Trovatori e giullari]// Vorrei ricercare/ Parole invernali/ Per accudire un braciere/ di pensieri, stagni, voltastomaco/ di ricordi timorosi, fatti/ di preghiere biascicate e lumini// ti desidero vestita di nulla/ come la luna/ in una pozzanghera// un sogno/ per trovarci dentro/ la tua coscia bianca/ che nella notte solitaria/ è la mia ossessione sognante (sognatrice)

v. 1 Leit è il motto dei Saluzzo-Manta: significa “Adagio”.è si trova in ogni sala del castello della Manta.
**

Paròla-Silensi

Nèir-Color

Ël silensi ’d Jahvè

l’é Vos ëd j’àngej

[a dis l’Areopagita]

Cand ch’i vniroma

a l’adoss dël silensi-σιγή

(specc ëd l’αφασία)

i s-ciaireroma (o dëscurveroma)

’l mor ëd Nosgnor

Antlora

marché ’l Nen

as podrà-lo?

O a l’é mej

[ ]

▄▄▄▄▄▄

Parola-Silenzio/ Nero-Colore// Il silenzio di Jahvé/ è voce degli Angeli/ [dice l’Areopagita]// Quando arriveremo/ alla sorgente del silenzio-σιγή/ (specchio dell’afasìa)/ scorgeremo (o scopriremo)/ il volto di Dio// Allora/ segnare il Nulla/ si potrà?// O è meglio/ [ ]/ ▄▄▄▄▄
*
DARIO PASERO
****

Dario Pasero è nato a Torino nel 1952. Laureato in Filologia Classica presso la Facoltà di Lettere dell’Università del capoluogo piemontese; è ora in quiescenza, dopo essere stato (dal 1985 al 2015) docente di ruolo di Italiano e Latino al liceo classico «C. Botta» di Ivrea.
Dai primi anni Ottanta del secolo scorso ha iniziato la sua attività di scrittore (sia in prosa che in poesia) in lingua piemontese: sue composizioni sono state pubblicate su varie riviste specializzate in Piemonte e altrove. In lingua italiana, oltre che con alcune testate giornalistiche locali, collabora con l’annuario gastronomico «l’Apollo buongustaio» di Roma.
Al suo attivo sono i volumi di poesie: An sla crësta dl’ombra (Ivrea, 2002), Masche Tropié Bërgamin-e e Spa (Ivrea, 2006), L’ombra stërmà (Catania, 2012), Tèit Canaveuj (Pasturana, 2014) e Ubach e Adrèit (Pasturana, 2015). Alcune sue composizioni sono ospitate nei volumi antologici Forme della terra. Dodici poeti canavesani (Torino, 2010) e L’Italia a pezzi. Antologia dei nuovi poeti in dialetto e in altre lingue (Ancona, 2013). Ha altresì al suo attivo vari interventi scientifici a congressi sulla letteratura in piemontese, soprattutto del secolo XVIII, l’edizione critica delle poesie di Alfredo Nicola, del teatro di Armando Mottura (rispettivamente del 2007 e del 2009) e delle canzoni del padre Ignazio Isler (Ivrea, 2013), e inoltre la collaborazione a testi di storia della letteratura piemontese, quali il primo e il secondo volume di La letteratura in piemontese (2003 e 2004; antologia edita dalla Regione Piemonte; in collaborazione con Gianrenzo Clivio e Giuliano Gasca Queirazza). Nel campo della letteratura italiana si è occupato di Carlo Botta e di Edoardo Calandra (pubblicando, del primo, nel 2011, la giovanile ed inedita Novella di Simplicio, e del secondo, nel 2003, la novella inedita Il gran forestiero), oltre che del poeta chivassese, in latino, Giuseppe Giacoletti.
È direttore, e collaboratore, della rivista trimestrale «La Slòira» di Ivrea, che si occupa di letteratura piemontese sia antica che moderna e contemporanea, oltre che co-fondatore e direttore del semestrale «l’Escalina» (rivista di letteratura, storia, arte, scienza) e della rivista on-line di studi locali (canavesani e piemontesi) «L’Arduino».

venerdì 23 dicembre 2016

SEGNALAZIONE VOLUMI = RAFFAELE PIAZZA

RAFFAELE PIAZZA, "Alessia" (poesie); Associazione Salotto Culturale Rosso Veneziano, Roma, 2014, pagg. 119, € 12,00

Alessia è, etimologicamente, colei “che protegge, tenendo lontano (il male)”, Alessia è la ragazza che noi ci immaginiamo sempre ventenne, che conta “come semi” i suoi anni ancora felici, punteggiati di esami e di cieli sereni, Alessia è colei che si veste di color pescalbicocca e che vive nella “dualità” (duale è una delle parole senhal del poemetto), che è la dualità di coppia (maschio-femmina, estate-inverno, amore-indifferenza), Alessia è la protagonista, insieme metafisica (me la immagino campita, altro termine senhal, in un quadro di De Chirico, così “torinese”, nelle sue piazze, e così poco napoletano, eppure…) e insieme concreta, presente, fisica, erotica nei quadretti di questo idillio (nel suo pieno senso etimologico di “breve visione”), di questo poemetto ellenistico ad essa dedicato da quel grande poeta (lo dico senza alcuna enfasi, ma in piena sanità mentale) che è il napoletano Raffaele Piazza.
Fin dai primi “frammenti” verrebbe voglia di conoscerla questa Alessia, vestita di pesca-albicocca, che conta i semi dei suoi anni (venti, sempre venti, irrimediabilmente venti), che dà esami di lettere: in quasi ogni frammento la data, oppure elementi che ci permettono di collocare il quadro su di un paesaggio, definirlo con pochi elementi (ma essenziali) su di uno sfondo che è realistico, ma che appartiene, se vogliamo, all’immaginario poetico-esistenziale di ciascuno (o quasi) di noi.
Vorremmo averla scritta noi questa lussureggiante poesia (eppure così intimista), con le sue inversioni sintattiche, come (ad esempio) il complemento di specificazione che precede in genere il sostantivo che lo regge, per cui sembra (almeno a me) di aver a che fare con la traduzione interlineare di uno scrittore latino, con tutte le difficoltà nel penetrare le bellezza delle immagini, ma che ci sorprende per la sua cocente modernità.

Dario Pasero

martedì 20 dicembre 2016

POESIA = ANTONIO SPAGNUOLO

“Sonni”
La maligna brezza delle notti confonde i miei sonni
nel dubbio del silenzio che mi ottunde,
mettendo insieme i pezzi di parole
diverse nel segno , sempre più difficile
nell’alchimia dell’eterno.
Brucia ogni menzogna il rimorso
nel moltiplicare gli sguardi della malinconia
quasi immobile immagine del niente.
Briciole nel luccichio degli ammiccamenti
le pupille non hanno più riflessi.
*
Antonio Spagnuolo

POESIA = ORONZO LIUZZI



"Rivolto verso il divenire"

rivolto verso il divenire / Sono
sveglio sudato e rigido e
percorro il contorno del disegno
divino / forse una consolazione
e i Sogni parlano nell’aria / e li Vedo.
non spazzano via il Dolore
sogni che ammaliano / Sono.

latenti diventano metafore
di uno stato di infiammazione
Cronica.

è un dolore indeciso / ambivalente
e in crisi / è
distratto sconcertato sfumato
in tensione / è
consapevole forse inconsapevole / mi dice.

nel nostro percorso di vita
il Vagare risuona insoddisfatto
e produce sfumature
sempre nuove di Solitudine.

vaghiamo nell’universo di folgorazioni
frammentarie
nelle tempeste dei social media
nei cortocircuiti sparsi
nella cultura schizofrenica
testimoni del tempo / lo Siamo
e non ci interroghiamo.

Disperazione Dipendenza
Crollo Esistenziale
un flusso di stimoli interiori
una umanità che dolente Trasuda
vuoti desideri occidentali.

l’ Acqua Luminosa del Mattino
selvatica e acre
filtra nella fauna del nudo linguaggio
del pensare la Realtà.
nulla rimane all’orizzonte.
scomoda e imbarazzata
l’Acqua si ritira dal destino dell’uomo.
non ha più senso trasformare / Dice.
*
ORONZO LIUZZI

sabato 17 dicembre 2016

SEGNALAZIONE VOLUMI = PASQUALE GERARDO SANTELLA

Pasquale Gerardo Santella : “La farfalla e la conchiglia” – edito in proprio . 2016 – pagg. 168 - € 13,50 -
Pasquale Gerardo Santella pubblica un libro originale. Pagine che si inseguono in un cromatico gioco di parole per intrecciare alcuni saggi scritti negli anni e presentati ora in una gioiosa giostra di capitoli. Per addentrarci cautamente alla lettura ecco l’indice : “La parola poetica : il suono e il senso”, “Malato di linguaggio” , “Un poeta bussa alla porta”, Ipotesi di presentazione di una plaquette dio poesia”, “La parola segno: Corruptions di Antonio Spagnuolo”, “Prova di lettura cinematografica di un poemetto: Bertgang di Luigi Fontanella”, “Poesia e calcio”, “ 10’0 anagrammi per Gianni Rodari”, “Consigli semiseri di lettura di un autore al suo pubblico”, “Sguardi laterali, dall’interno, dall’esterno, intersecanti”, “Rovesciamenti” , “I nano racconti”, “Io e i libri” , “Lo spazio letterario: giardini malati”, “Come recensire libri per lettori di un quindicinale: la quadrilogia di L.R.Carrino”, “Copertine e fascette”, “Scorze di betulla”, “E lascia pur grattar doc’è la rogna” - Come si vede una raccolta variegata , che va dal mottetto all’inciso filosofico , dalla ricerca affannosa della parola al breve saggio critico , dalla semplice recensione allo sfiorare del racconto, il tutto intessuto con armonia ed effetti a sorpresa. L’accrescersi di questo testo ha particolari connotazioni , che sollecitano il lettore richiamando pagine che si materializzano molto spesso in un musicale accordo , fra sensazioni di apertura alla comunicazione e chiarori che nel loro spessore hanno emozioni ben precise. Non manca il gioco linguistico , come non manca la rappresentazione che la memoria riesce a suggerire.
ANTONIO SPAGNUOLO

martedì 13 dicembre 2016

SEGNALAZIONE VOLUMI = THOMAS GUARINO

Thomas Guarino – SMS nelle notti insonni
puntoacapo Editrice – Pasturana (Al) – 2015 - € 9,00

Italiano di nascita, francese di adozione, per anni Thomas Guarino ha vissuto la vita di direttore di aziende multinazionali, fra la Francia e l’Italia. Un giorno si è fermato. Perché cambiando città o paese ogni due, tre anni, si attraversano luoghi, ma non si vede più niente. Oggi si dedica completamente alla scrittura e scrive indifferentemente nelle due lingue. Ha pubblicato in Francia una raccolta di poesie bilingue, Tracce di passi sulla spiaggia del tempo, che ha ricevuto l’ambito riconoscimento del Centre National du Livre.
SMS delle notti insonni è un testo poetico costituito dal breve brano in prosa SMS per Rosella, centosette frammenti poetici collegati tra loro, tutti numerati e senza titolo e un Post scriptum.
Il libro è incentrato sulla presenza – assenza della giovane Rosella, carissima amica dell’io-poetante, scomparsa prematuramente dopo il calvario di una lunga malattia.
I segmenti poetici, paragonati dall’autore a degli SMS, per la loro natura breve ed essenziale, costituiscono in toto quello che potrebbe essere considerato un denso ed icastico poemetto, ed iniziano tutti con la lettera minuscola, elemento che accresce il senso di magia e sospensione, che si evince di volta in volta leggendoli.
E’ il dolore a generare le emozioni che si traducono in versi. Esso è sempre controllato e Guarino non si geme mai addosso, producendo versi di grande bellezza e pregnanza, originali ed efficacissimi, che costituiscono un requiem laico per la morte di Rosella.
Del resto nella raccolta non c’è nemmeno spazio per la nostalgia perché la stessa Rosella rivive per tutto l’arco dell’ordine del discorso poetico.
E’ lei il “tu” al quale Thomas si rivolge in modo accorato ma del tutto disincantato, un “tu” che risponde solo attraverso il silenzio del non detto, creando un gioco affascinante.
Da notare che i frammenti concentratissimi sono quasi sempre molto brevi e acquistano un tono epigrammatico.
Nel suo rivolgersi a Rosella c’è fino alla fine la speranza che la giovane possa guarire e il poeta usa spesso la metafora vegetale dell’albero che d’inverno ha perso le foglie ma che presto rifiorirà ancora più frondoso, per sforzarsi di credere in una guarigione quasi miracolosa e quasi per essere beneaugurante con i suoi versi.
…la chiave c’è e la troveremo… è un verso molto bella, frutto di quella speranza inesausta di Guarino di cui si diceva.
Rosella stessa, attraverso le parole dette con urgenza, appare come una ragazza dal carattere forte, pronta a non arrendersi fino all’ultimo, nonostante il dolore che le procurano le cure mediche e una cura per l’anima sono sicuramente i sapienti versi dell’amico.
Un esercizio di conoscenza in versi, un omaggio mirabile alla elementare volontà di vivere.

Raffaele Piazza

POESIA = ENRICO FAGNANO

" I NOSTRI GIORNI "
i nostri giorni,
le lunghe attese,
le notti sempre uguali a se stesse,
le nostre verità, o meglio,
le nostre mezze verità,
che ci aiutano a sopravvivere,
gli insopportabili pretesti,
le scelte che sono state fatte,
dieci, cento, mille ipotesi,
le nostre apparenti contraddizioni,
l'intento smarrito,
i veri motivi che ci spingono,
i capricci della nostra coscienza,
perdonare, oppure farsi perdonare,
e la quiete, a volte ricercata,
a volte temuta,
gli obbiettivi che ci siamo posti,
dubbi, probabilità, certezze,
il nostro calcolo quotidiano,
aggiungere, sottrarre,
prendere, lasciare,
tenere, oppure abbandonare,
gli errori che abbiamo commesso
e le nostre povere giustificazioni,
io non ero, io non sapevo,
io non avevo,
io non potevo, io non capivo,
io non sopportavo,
il nostro egoismo,
nascosto negli sguardi
e nelle pieghe dei sorrisi,
la nostra presenza,
ma io, ma tu, ma noi,
ma cosa vogliamo veramente,
la linea che segna il confine,
il freddo e il caldo,
il bianco e il nero,
il vicino e il lontano,
ciò che è, e ciò che non è,
e poi,
il carosello della nostra vita,
luci che inseguono altre luci,
occhi, bocche, mani,
ricordare, oppure dimenticare,
volti che si somigliano un poco tutti,
labbra che si aprono e si chiudono,
parole che sembrano non parole,
il nostro sguardo sulle cose,
la realtà che prende forma,
l'impossibile che diventa possibile,
e poi, milioni di domande ancora,
rimaste senza risposta,
e quella specie di indifferenza,
che poco per volta sopraggiunge,
le nostre dita che stringono il vuoto,
dire senza riuscire a dire,
fare senza riuscire a fare,
essere senza riuscire ad essere,
l'eccezione e la regola,
la presenza e l'assenza,
l'opacità e la trasparenza,
il peso e la leggerezza,
spostarsi, oppure restare immobili,
e infine il nostro presente,
noi in questo momento,
lo spazio che ci circonda,
il tempo che trascorre,
l'inconsistenza della materia,
e l'aria, che automaticamente
continuiamo a respirare
*
ENRICO FAGNANO

lunedì 12 dicembre 2016

SEGNALAZIONE VOLUMI = GIORGIO BARBERI SQUAROTTI

Giorgio Bàrberi Squarotti - Le ancelle della regina Mab---Fermenti Editrice – Roma – 2016 – pagg. 173 - € 18,00

Giorgio Bàrberi Squarotti, allievo di Giovanni Getto, professore emerito di Storia della Letteratura italiana all’università di Torino, si è occupato della nostra letteratura contemporanea, dedicando attenzione al fenomeno delle avanguardie. E’ ritenuto uno dei maggiori critici italiani contemporanei. Ha curato numerose edizioni di classici e diretto il Grande Dizionario della Lingua Italiana edito da Utet.
“Le ancelle della regina Mab” è stato pubblicato in collaborazione con la Fondazione Marino Piazzolla di Roma diretta da Velio Carratoni.
La copertina è illustrata dall’opera pittorica “Libellula” di Elio Rizzo e il volume include altre tavole dello stesso artista. Le tavole di questo autore, nel loro tendere all’informale, s’ispirano al senso di un arcano e delicato naturalismo, nel loro manifestarsi anche con una vaga parvenza figurativa. La loro caratteristica è una colorazione fantasmagorica dagli effetti di uno straordinario cromatismo di sapore espressionista.
Le protagoniste del volume, che potrebbe essere considerato un lungo poemetto, sono nella maggior parte dei casi, ragazze nude e discinte. La frequenza della presenza delle suddette icone femminili ci fa riflettere sul fatto che con esse Squarotti vuole rappresentare simbolicamente le ancelle e la misteriosa regina Mab, nominate nel titolo, delle quali ogni riferimento resta taciuto.
La cifra distintiva apparente della scrittura di Giorgio, che si è accentuata nella parte più recente della sua produzione, è quella della costruzione di un tessuto linguistico connotato da accensioni e spegnimenti. L’andamento dei sintagmi è vagamente magico, sinuoso nella sua chiarezza, che porta al raggiungimento della linearità dell’incanto con esiti molto alti. I versi sgorgano spesso in lunga ed ininterrotta sequenza.
Il poeta, come un regista cinematografico, punta la telecamera su paesaggi, figure e sfondi, tratteggiati con urgenza tramite caratterizzazioni lapidarie e coinvolgenti.
Una forma sorvegliatissima, nella quale ogni unità minima si inserisce perfettamente nel tessuto complessivo, mette in risalto la poetica del Nostro, che potrebbe essere definita della descrizione di figure in movimento, nel loro agire, consueto e di circostanza.
Il dettato è chiaro e nitido e il tono è affabulante. Tutti i componimenti, risolti in una sola strofa. sono spesso incisivi. I versi procedono in maniera musicale tramite il ritmo incalzante e sincopato.
Un vago alone mistico, inserito nella natura, che spesso si sviluppa in squarci luminosi, pervade talvolta le poesie di Squarotti in cui emerge una visione panteista del creato. Le situazioni presentate, spesso imbevute di drammaticità, sono, in ogni caso, ambientate in contesti che si riferiscono alla quotidianità.
Le ragazze, pur vivendo esperienze concrete, sembrano essere immerse, nei loro pensieri, in un’aura di onirismo purgatoriale, in bilico tra gioia e dolore, compenetrate da un profondo solipsismo.
Le opere, che esprimono anche sensazioni e riflessioni dall’esterno, si possono considerare tout-court neoliriche..
Tema dominante pare essere quello erotico che si estrinseca nella descrizione dei corpi succinti di ragazze esposti, non solo in ambienti privati, ma spesso anche in luoghi all’aperto, forse per una tensione e necessità esibizionistica.
L’erotismo delineato è raffinatissimo e non scade mai nella pornografia e le fanciulle, a volte, si spogliano da sole ed in altri casi sono denudate dai loro partners, come in una poesia nella quale una studentessa è sedotta dal proprio professore.
Il poeta, da qualche tempo, privilegia la tematica della ragazza che si spoglia, generando metafore di una forte ricerca di libertà della donna stessa attraverso trasgressioni o tensioni verso riscoperte di intime essenze.
E’ un’esaltazione della giovinezza e della bellezza, quella del Nostro, che parte dai corpi per scavare nelle profondità delle anime delle giovinette che mette in scena. Queste ultime sembrano spesso adombrate da un forte turbamento, da un disagio estraniante verso la realtà esterna, sia che si trovino per strada o in altri luoghi, come per esempio al bar, più volte citato nella raccolta.
L’io-poetante si proietta nelle sue creature e realizza un immaginario nel quale non mancano presenze dell’antichità mitologica, come dei, erinni e satiri, non esclusi gli angeli, in un felice connubio tra sensualità e trascendenza.
*
Raffaele Piazza

POESIA = RAFFAELE PIAZZA

"Alessia e la luna piena"

Selenico incantesimo per Alessia
al chiaro di luna nell’invaderla
fino all’anima la luce. Scende
di platino tra le alberate il fiume
riflesso nel freddo delle acque
della storia dei baci. Prende tra
le mani la vita, la foto di Giovanni,
tesse pensieri felici Alessia
nel plenilunio e ci sarà raccolto.
Vede la luna sorriderle e pensa
che porta bene Alessia
come una donna attende.
*

"Alessia e l’ora prima della felicità"

Ore undici per Alessia, tersa
di dicembre chiarità terrestre
aria più fresca nella Villa
Floridiana nell’eleganza delle
piante ben curate, l’odore
della valeriana a tessere nell’
anima di calma laghi sospensione…
L’appuntamento è per le dodici
con lui che verrà nerovestito,
la camera dell’Albergo degli
Angeli è prenotata per fare l’amore.
Pensa Alessia al letto più recente
(fu splendido e dolce).
Passeggia nei viali nel verde
Alessia, consuma con gli occhi
il telefonino con l’orario sul display.
Si affida all’azzurrità a entrarle
nell’anima.
*

"Alessia a Roccaraso"

Treno, ferrovia locale dalla
neve leggera nel candore dell’
anima di ragazza Alessia.
Materico incantesimo nel freddo
per resurrezioni ad ogni passo.
Pensa Alessia a Roccaraso
a Giovanni che la raggiungerà
stasera e all’amore all’Hotel
Paradiso, stanza 8. Attimi nivei
e sorride Alessia e sul vetro
appannato della camera scrive
Giovanni per sempre.
A proteggerla una conca
di tramonto e così esiste
Alessia
*

"Alessia e il canarino"

Gialla gioia senza peso
il canarino per ragazza
Alessia nell’entrarle nell’
anima di volatile il canto.
Albereto nella mente di
Alessia per rigenerazioni
ad ogni passo verso il Natale.
Lo farà con Giovanni la
vigilia all’albergo degli
angeli e poi partiranno
per Firenze. Squilla il telefono
ansia a stellarla, la voce
di Giovanni: ti amo!!!
*
RAFFAELE PIAZZA

sabato 10 dicembre 2016

RIVISTA =L'IMMAGINAZIONE

L'IMMAGINAZIONE - N° 296 - novembre-dicembre 2016
Sommario :
- L'autore:
Raffaele La Capria : I miei autori, i libri e la scrittura
- Poesia:
Rocco Papaleo
Jacopo Ricciardi
Tomaso Binga
- Prosa:
Marosia Castaldi : Tre racconti
Stefano Sigolo : Due racconti
- Per ricordare:
Angelo Guglielmi : Parole brevi per Valentino Zeichen
- Aforismi e autoschediasmi :
Antonio La Penna
- Due Convegni :
Convegno dell'ADI a Napoli
Stati Generali della Letteratura del Sud
- Le altre letterature
Dal Messico : Minerva Margarita Villareal : Poesie
- Per un libro :su Patrizia Carrano
- Camera con vista di Sandra Petrignani
- Il divano di Antonio Prete
- Diario Pubblico di Romano Luperini
- Pollice recto di Renato Barilli
- Leggendo e rileggendo di Cesare Milanese
- Refrattari di Filippo La Porta
- Qualcosa e qualcuno di Angelo Guglielmi
- I colori della campagna di Lidia Menapace
- A piè di pagina di Remo Ceserani
- Il dinosauro di Piero Dorfles
- Grammatica
Eric Suchère tradotto da Michele Zaffarano
- Book Notes di Gian Carlo Ferretti
- I nuovi libri di Manni
- Le recensioni:
a firma di Corrado Benigni,Diego Bertelli,Vittorio Cozzoli ,Francesco Granatiero, Vincenzo Guarracino , Tommaso Kemeny, Ludovico Griguoli Lanza, Giovanna Lo Monaco, Giorgio Luzzi , Giorgio Morale, Cetta Petrollo, Felice Rappazzo ,Simone Rebora, Erminio Risso, Giovanni Russo, Francesco Tarquin.

POESIA = ANTONIO SPAGNUOLO

"Fantasie"
L'immagine del piede nudo,
il tuo,
carbonizza i percorsi,
forse di contrabbando.
Qualcosa che sorprende a vertigini,
a ruberie,
finge allucinazioni, per solcare le reni,
ed il respiro fugge,
ove le membra sigillano la notte.
Così plagiamo i giorni attraverso artifizi,
con parole che hanno forma di mani
o suoni di metalli.
Tali sono i meandri
di quel chiamo oblio:
mura crollate e zone d'ombra
nel flutto di una nuova fantasia.
*
dal volume "Rapinando alfabeti" - 2001-
Antonio Spagnuolo

venerdì 9 dicembre 2016

SEGNALAZIONE VOLUMI = PER ALESSIA

ALESSIA: MULIER AETERNA

Ogni poesia della raccolta di Raffaele Piazza coglie la protagonista nelle più svariate situazioni della sua vita di giovane donna. Ogni componimento è un tassello che va a comporre il quadro non già di una realtà presente e definita, ma di una vita embrionale, ancora da avverarsi, in cui sono le aspettative, i sogni, i desideri a prendere forma, ad essere plasmati nella mente della ragazza prima ancora di incarnarsi nella storia.
La raccolta ‘Alessia’ solleva una molteplicità di problemi interpretativi, sapientemente suscitati dall’autore quasi a voler sollecitare chi legge ad una riflessione più profonda o a volerlo disorientare nella trama labirintica dei frammenti lirici.
Innanzitutto non bisogna lasciarsi ingannare dalla natura frammentaria della raccolta. Non è così pacifico definire lirica la poesia di Piazza; si tratta piuttosto di un felice connubio tra lirica e poesia epica, come dimostrano le frequenti ripetizioni formulari, il ricorso a Leitmotive e l’aggettivazione di derivazione classica e omerica ( azzurrovestita, rosavestita, ecc).
È importante tenere presente questa natura anfibia per districarsi nella selva di dati, apparentemente biografici, disseminati qua e là.
Così il 1984, anno da cui prende avvio la vicenda di Alessia, non indica affatto un dato periodo della storia recente. Invano si cercherebbero riferimenti coerenti a quegli anni. Gli anacronismi (SMS, internet, gli euro) sono chiare spie che la dimensione della protagonista si colloca fuori dal tempo e che la sua vicenda non si svolge nella storia né tanto meno nella cronaca (Alessia è studentessa di lettere o di psicologia?)
Le coordinate temporali, e con esse quelle spaziali dei viaggi in luoghi di interesse culturale, si dissolvono nel magma di una dimensione inedita in cui solo è praticabile il percorso kierkegaardiano di ricerca e avvicinamento all’Assoluto, inteso come determinazione progressiva e sempre potenziale di sé.
Alessia vive in un luogo e in un tempo organizzati attorno a emozioni, aspettative, forti tensioni verso un orizzonte fatto di progettualità che non è ancora mero tempo futuro.
È piuttosto una meta del divenire, un momento della realizzazione di sé, aperto a tutte le infinite possibilità di una vita autentica, intesa questa volta nel senso heideggeriano di liberazione dell’Esserci, dell’essere qui e ora, dalla necessità causale della contingenza.
Nessuna possibilità è preclusa ed infatti molte liriche si chiudono con la certezza in un ‘raccolto’, metafora del raggiungimento di una propria identità e di una incarnazione nel tempo che non sia deiezione esistenziale. Talvolta si insinua però il monito inquietante a fare attenzione, affidato ad uccelli ( ora gabbiani, ora rondini, ora allodole), messaggeri provenienti da un altrove misterioso.
Dunque i tasselli di ‘Alessia’ si ricompongono in questo sfondo a-temporale e extra-temporale ; il limite tra contingenza e possibilità , il ‘varco’ montaliano, è stato oltrepassato.
Alessia ‘sta infinitamente nella camera/ ad angolo con il tempo’; per lei ‘accade il tempo / oltre gli orologi’.
A volte si tratta di una situazione permanente, libera di dispiegarsi descrittivamente, altre volte è l’esito di una contrazione del tempo fisico che collassa, diventa puntiforme ed allora ‘tutto accade in
quell’attimo tra/ prima e dopo dello squillo/ del telefono’.
La presenza costante del mare, segnatamente del Mediterraneo, inteso non come elemento allontanante, ma come veicolo verso possibili mondi, fa da specchio, da cassa di risonanza alla tensione vitale della protagonista.
Identica è la funzione svolta dal cielo, sia quando, limpido e terso, svela l’infinito, sia quando, percorso da nuvole cangianti, prefigura l’indeterminatezza fuggente, la plasmabilità possibile di Alessia.
Altri Leitmotive meritano particolare attenzione.
La volontà di ‘non esistere nuotando’ rimanda appunto alla tensione verso una vita autentica, scevra da compromessi avvilenti, ma anche ad una leggerezza immateriale, eterea, resa molto bene da un’altra immagine, quella del bianco astratto del cavallo che si spinge oltre l’ostacolo (‘l’ostacolo lo salta/ il bianco del cavallo’).
Si rasenta qui la sfera platonica delle Idee, dell’astrazione universale che fonda il dato grezzo e concreto, lo supera e lo anticipa. Il bianco del cavallo esprime icasticamente la vitalità della giovane donna, la sua carica ideale e dirompente che si svincola dalle strutture della realtà materiale e si fa ontotetica.
Altro simbolo ricorrente è la fragola, il succoso frutto primaverile che viene accostato ad Alessia in molte liriche. Essa rappresenta senza equivoco la sessualità, vissuta però in modo panico come fusione incosciente nell’altro, come dispersione di sé in un’unione che prelude ad un’unità superiore.
L’atto sessuale acquista lo spessore di un rito catartico e di palingenesi attraverso cui la giovane donna si ‘interanima’, immette cioè la propria esistenza in quella di tutte le donne e diventa lei stessa emblema della femminilità.
L’eros, vissuto dalla protagonista in modo quasi compulsivo, richiama ad una visione più profonda ed universale.
Al di là di ogni indicatore biografico, Alessia incarna il genere femminile in quanto depositario della continua rigenerazione della specie umana: in lei c’è un po’di Penelope (‘Passano giorni disadorni/ pari a polvere d’argento/ a posarsi sulla tela lavorata/ da Alessia..’) e un po’ di Maria ( ‘E poi vennero gli angeli/ con drappeggio d’ali infinite/ in quel cielodiperla ad attendere/ l’inizio della fabula/ a confermare il verdetto/ come di annunciazione postmoderna’).
Del resto la conchiglia, altro Leitmotiv della raccolta, è da una lato simbolo uterino e mariano in quanto si riteneva che, ingravidata dalla rugiada, generasse la perla, dall’altro è segno bifronte di morte (quando chiusa) e resurrezione (quando aperta).
In Alessia ci sono insomma tutte le generazioni di donne e di uomini, verrebbe da aggiungere, poiché è lei a detenere il sommo segreto della vita nella sua continuità meta-generazionale in cui gli estremi di nascita e di morte finiscono per annullarsi.
Siamo quindi proiettati in un orizzonte ancora più ampio di quello da cui siamo partiti; ci troviamo di fronte ad una visione cosmica in cui la ciclicità degli accadimenti e delle generazioni, fondamentalmente identiche nella loro componente più autentica, tiene in scacco il tempo, lo sospende in un limbo aurorale di eterna attesa e di sempre aperta determinazione.
Non a caso la raccolta si conclude con i versi: ‘Alberate di pini/ Al Parco Virgiliano,/ l’auto stretta dove farlo/ per rigenerarsi/ e l’Albergo degli angeli,/ camera n.8 attende.’
È in questa attesa, in questa sospensione fuori dal tempo che l’esistenza individuale confluisce in una processione universale ed anche la poesia lirica di Piazza si proietta nel regno dell’epos.
*
Mauro Miglio

giovedì 8 dicembre 2016

SEGNALAZIONE VOLUMI = LORIS MARIA MARCHETTI

Loris Maria Marchetti – "Suite delle tenebre e del mare"--puntoacapo Editrice – Pasturana (AL) – 2016 – pagg. 99 - € 15,00

Loris Maria Marchetti (Villafranca Sabaudia 1945) ha all’attivo una ventina di opere poetiche, spesso premiate, due volumi di racconti, un romanzo breve e alcune raccolte di elzeviri e prose varie.
Interessato alla cultura letteraria e musicale dell’Otto e del Novecento, e in particolare alle relazioni degli scrittori con la musica, dal 1976 ha pubblicato vari volumi di saggi e antologie.
Nella triplice veste di poeta narratore e critico/saggista ha collaborato e collabora a importanti riviste, giornali, miscellanee, enciclopedie.
Dirige dal 1989 la collana di letteratura “La linea d’ombra” per le Edizioni dell’Orso di Alessandria
“Suite delle tenebre e del mare” è un libro di poesia scandito in sette sezioni che hanno per titolo delle didascalie come di una partitura musicale, a conferma che poesia e musica sono sorelle e presenta una postfazione di Mauro Ferrari ricca di acribia.
La prima parte “Preludio agitato”, costituita da tre componimenti presenta una vena filosofica e teologica con una forte carica di misticismo finalizzato all’ascensione al divino. Si tratta di tre poesie che hanno per protagonista Dio, del quale, dice Marchetti, i preti ne sanno all’incirca quanto ne sa lui.
Viene detto il Demonio al quale Dio lascia uno spazio, forse per troppa tolleranza, e il poeta afferma che a volte gli sembra di giocare a gatto e topo con l’Altissimo.
Una visione immanente della divinità nell’affrontare anche il problema del bene e del male si evince in questi versi veramente originali.
Serpeggia in esse una forte ironia e la forma è elegante e icastica.
Cifra essenziale della poetica di Marchetti pare essere una parola precisa che crea immagini affabulanti e chiare, tutte tendenti ad accensioni e spegnimenti.
Il poeta a volte indulge in descrizioni sia naturalistiche che di chiese e piazze e una certa magia connota i suoi versi, una tensione verso la bellezza, attraverso la sospensione e la densità metaforica e sinestesica.
Una poesia intellettualistica che sottende l’uso accorto degli strumenti da parte di un poeta scaltrito, con una forte coscienza letteraria.
Qui tutto può divenire oggetto del versificare, da una musica d’organo proveniente da una chiesa, a un pranzo al ristorante, dalla morte di un amico alla visione di paesaggi meravigliosi, da una sosta ad un caffè, ad una big band che sfoggia tutto il suo repertorio.
Anche l’inquietudine è presente nelle poesie di questo autore quando vengono detti incubi, notti con demoni, il buio e l’angoscia.
Marchetti con questo libro esplora molti ambiti esistenziali con una parola poetica acuminata, avvertita e alta.

Raffaele Piazza

lunedì 5 dicembre 2016

SEGNALAZIONE VOLUMI = MARIO LUNETTA

Mario Lunetta – “Dispacci senza replica” Ragionamenti secondari su cultura e società - Fermenti Editrice – Roma – 2016 – pagg. 313 - € 21,90

Mario Lunetta, poeta, narratore, drammaturgo e critico, ha al suo attivo oltre settanta volumi.
Nel 2015 è andato in scena al Teatro Porta Portese di Roma l’atto unico “Il dono”.
Ha collaborato e collabora a quotidiani e periodici italiani e stranieri, radio, TV e riviste.
Suoi libri o singoli testi sono stati tradotti in diversi paesi del mondo.
Due volte finalista al Premio Strega (con I ratti d’Europa del 1977 e Puzzle d’autunno del 1989), nel 2006 gli è stato conferito il Premio Alessandro Tassoni alla carriera.
E’ stato per due mandati Presidente del Sindacato Nazionale Scrittori. Attualmente è Presidente della SIAD (Società Italiana Autori Drammatici).
“Dispacci senza replica” è stato pubblicato in collaborazione con la Fondazione Marino Piazzolla di Roma diretta da Velio Carratoni.
Si deve sottolineare che, il termine dispacci designa i messaggi scritti con carattere d’urgenza. Quindi Lunetta, attraverso il titolo del libro, che inizia con questa parola, vuole farci capire la valenza etica del suo lavoro. Egli è conscio dell’importanza del trasmettere un progetto comunicativo forte, sia dal lato sociopolitico, che a livello di critica letteraria, con le monografie sui singoli autori trattati..
Come scrive lo stesso Mario, il fatto che tali scritti siano senza replica si riferisce, con velata ironia, al fatto che i 37 scrittori trattati non possano rispondere con un parere su quanto detto su di loro non essendo più tra noi.
Opera molto corposa e complessa quella del Nostro, costituita da due parti. Nella prima, dopo una “Nota dell’autore”, seguono le sezioni: “Iuxta sua propria principia”, suddivisa nei seguenti: saggi: Gli italiani e la cultura: un matrimonio mai realmente consumato, La materialità del testo, Libertà elitarie, libertà di tutti, Le lingue dei vinti, Civiltà, letteratura, merce, Per la critica, jadis et naguère e “Indagini distòniche”, che si articola in Tre lungimiranze critiche: Giacomo Debenedetti, Gianfranco Contini, Roberto Longhi e Sebastiano Timpanaro: il materialismo non è un incidente.
Nella seconda ritroviamo la ripartizione “Figurazioni concettuali”, costituita da trentasette studi su poeti e scrittori del nostro Novecento, aderenti ad una scrittura di ricerca e di azzardo, tra mosse d’avanguardia e sperimentalismo di vari generi.
Tesi centrale del testo, che fa da filo rosso ai lavori della prima sezione, è l’assunto che in Italia prevale una società che fin dall’unità non si è mai identificata con la propria cultura. Si tratta di una dissocietà con una mancanza di “società stretta” (cioè di una borghesia colta e responsabile del proprio ruolo, che invece esiste in molte altre nazioni europee). La suddetta asserzione era già stata teorizzata da Leopardi nel 1824 in “Discorso sopra lo stato presente dei costumi degli italiani”, articolo ovviamente scomodo e perciò rimasto inedito fino al 1906.
Circa dalla metà del Novecento è entrata prepotentemente nello scenario collettivo massmediologico la televisione, che non ha fatto altro che appiattire e livellare ulteriormente i saperi stessi e fare aumentare il consumismo, anche se non deve essere vista solo in modo negativo. .
L’Italia può essere considerata un paese che, a livello culturale, possiede una memoria a breve termine. Le caratteristiche fondamentali del dna collettivo italiano sono l’ignoranza e l’indifferenza.
Da noi il sistema dei media agisce con la rimozione costante dei migliori poeti, artisti, filosofi e scienziati subito dopo la loro fine.
Quanto espresso denota una pervicace assenza di passione e di capacità progettuale. La causa di ciò consiste nel fattore secondo il quale in questo contesto le attività culturali non sono mai state considerate dalle classi dirigenti come bene comune da difendere e incrementare a favore di una coscienza critica che è sempre stata scarsa.
Il dato saliente della civiltà di un paese è da identificarsi in primis con una coscienza civile che mantenga un senso della cultura stabile e insieme carico e pieno di stimoli. Da noi atavicamente e a iniziare da chi ha avuto il maggiore potere, questo meccanismo non si è innescato e dal periodo dopo la seconda guerra mondiale ci si è stupidamente illusi della falsa idea che la nostra inesauribile ricchezza si realizzasse in un tipo di nevrosi da trivellazione e di cementificazione del territorio, e non, invece, nella ricerca e nell’uso intelligente di un patrimonio culturale e artistico che non ha uguale al mondo. Tale situazione negativa è amplificata anche per l’innegabile collusione di gran parte della classe dirigente e delle istituzioni con la criminalità organizzata.
In “Figurazioni concettuali” l’autore traccia degli esaurienti profili critici su vari autori del Novecento da Primo Levi a Carlo Levi, da Ignazio Silone ad Antonio Delfini, da Velso Mucci a Pier Paolo Pasolini, da Roberto Roversi ad Elsa Morante, da Carlo Cassola a Natalia Ginzburg.
Nell’impossibilità, in questa sede, di realizzare un’analisi esauriente delle dissertazioni letterarie che Lunetta ci propone è doveroso sottolineare che sono tutte esatte, acute e ricche di acribia.
Da notare che il lavoro esposto nel libro è costituito da segmenti tutti forniti dell’anno delle loro redazioni. Esse vanno dagli anni Settanta, fino al primo decennio del 2000 e quindi, a livello progettuale, l’opera in toto, omogenea e armonica, deriva da un riuscito e calibrato lavoro di assemblaggio.
Con intelligenza Lunetta, dopo avere delineato il triste scenario del matrimonio mai realmente consumato tra italiani e cultura, ci propone i ritratti di 37 tra scrittori e scrittrici italiani. Molti di essi sono noti anche a livello internazionale. Questa diffusione conferma il fatto che la letteratura e la poesia in particolare, sottese al pensiero divergente, possono essere un antidoto alle carenze italiane a livello culturale e sociale messe a fuoco nell’opera.

Raffaele Piazza

martedì 29 novembre 2016

RIVISTA = IL SEGNALE

IL SEGNALE (N° 105 - ottobre 2016)
Sommario :
-Letteratura e realtà
Massimo Rizza : La cura delle parole
- Scritture parallele
Gianluca Bocchinfuso : Quale Mediterraneo?
- Differenze e alterità
Antonella Doria : Conversazione in Milano con Arturo Schwarz
- Soggettività e scritture
interventi di Pancrazio Luisi, Simoneta Longo , Lina Salvi , Adriano Rizzo, Marco Furia, Massimo Rizza.
- Testi
di Rafael Ballestreros , Davide Romagnoli , Gaby Ramsperger
-La casa
testi di Sebastiano Aglieco , Nadia Agustoni , Simonetta Longo , Pancrazio Luisi , Massimo Rizza , Adriano Rizzo , Stefano Guglielmin
- Narrazioni
Massimo Rizza : La prescrizione del posto
- Letture critiche
a cura di Fabio Scotto , Mario Buonfiglio , Simonetta Longo
- Recensioni
a cura di Gianluca Bocchinfusco , Antonella Lovisi
- Schede critiche
a cura di Alberto Tomiolo , Massimo Rizza , Antonella Lovisi , Marco Furia , Sebastiano Aglieco ,Marco Tabellione, Giuseppina Rando, Nelvia Di Monte, Adriano Rizzo.
- Rassegna delle riviste
- Poesia libri - novità
Riferimento : segnale@fastwebnet.it

venerdì 25 novembre 2016

POESIA = IZABELLA TERESA KOSTKA

PADRINO (contro la pedofilia)

Avrei voluto ridere ancora,
dal seme della vita sbocciare felice,
conoscere l'incanto del primo approccio
distesa al fianco di un semplice ragazzo.

Tu eri il tarlo del mio presente,
un pilastro oscuro di vuota infanzia,
un urlo taciuto nei singhiozzi del corpo,
la marcia carezza d'umiliazione.

Dolore,
l'odore,
il sapore del whisky,
le gocce di sangue dell'innocenza,
i lividi nascosti sotto le vesti,
un grido del grembo,
la lussuria mai sazia.

Io ero soltanto una bambina,
la bambola di gomma del tuo piacere,
la macchia rossastra sul lenzuolo,
un bicchiere di troppo del solito liquore.

Sono morta all'alba,
nell'abbandono,
coi lunghi capelli coprendo vergogna.
*

PUTTANA

Mi chiamate puttana,
eppur varcate ogni confine
dei sensi di colpa
per palparmi la carne
e le calde membra.

Quanto arde in voi
il bramoso desio,
divora la ragione
e fa negare il Dio.

Vi plasmo,

godendo del mio potere,
spingo le menti nella lussuria,
impossessati dal sesso,
privati d'orgoglio,
pagate per i gemiti
coi lingotti d'oro.


Ora
mi date della puttana?

Eppur sono io la vostra Padrona!
*

PREMONIZIONE

Decomposta verrà la carne
all'arrivo dell'ultimo suono delle campane,
denudata l'ipocrisia scarnata di apparenze,
di sabbia coperta ogni azione.

Oggi ridete,
oh, miserabili uomini,
pedoni mortali sulla scacchiera,
udite le grida della battaglia
e saltate nel vortice d'una carneficina.

Non illudetevi invano,
dalla polvere alla cenere ritornerete
mentre un'altra primavera sorgerà.
*
IZABELLA TERESA KOSTKA
*
Izabella Teresa Kostka è nata a Poznań (Polonia) ed è laureata con lode in pianoforte di cui è insegnante. Izabella vive e lavora a Milano, è appassionata di teatro e arte, è giornalista freelance per WordPress e organizzatrice di eventi culturali come "Verseggiando sotto gli astri di Milano" presso il Centro di Ricerca e Formazione Scientifica Cerifos di Milano. Negli ultimi tempi ha ricevuto numerosi importanti riconoscimenti e premi nazionali e internazionali, tra cui ricordiamo il Premio Speciale della Giuria al XXVIII Concorso Letterario "La Mole" (Torino 2015), il 1° Premio al Concorso Internazionale "Inchiostro e Anima" dedicato a Mariannina Coffa (Noto, Sicilia 2015), il 3° Premio al Concorso Letterario "Poetiche Ispirazioni" (Viganò, Lecco 2016), il 2° Premio al Concorso Letterario "Il sogno nel cassetto" (2016), le Menzioni d'Onore al Concorso "Terra di Virgilio" (Mantova 2016), "Ponte Vecchio" (Firenze 2016) e "Memorial Miriam Sermoneta" (Roma 2016), il 1° Posto al Concorso Nazionale di Poesia Edita Leandro Polverini per il libro "Gli Espulsi dall'Eden (Roma 2016, poesia allegorica), tra i finalisti del Concorso Gioacchimo Belli (Roma 2016). Ha pubblicato sette raccolte monografiche ("Granelli di sabbia", "Gli scatti", "Caleidoscopio", "A spasso con la Chimera", "Incompiuto", "Peccati" e "Gli espulsi dall'Eden"), ebooks vari, le sue liriche compaiono su varie antologie ( tra cui "Alda nel cuore" e "Nel nome di Alda" Ursini Edizioni, "Novecento - non più. Verso il realismo terminale" con l'introduzione di Guido Oldani La Vita Felice Edizioni, 'L'Amore al tempo dell'integrazione" PoetiKanten Edizioni), su numerosi siti culturali e su riviste letterarie. Curatrice di diverse antologie tematiche tra cui "Mai più - per il Giorno della Memoria" e "Oltre il male - dedicata ai malati terminali, ai sopravvissuti e agli scomparsi precocemente (presentata di recente nell'ambito della rassegna internazionale letteraria BookCity di Milano ed edita da Antologica Atelier Edizioni). Impegnata nel sociale con numerose pubblicazioni di cui il ricavato è devoluto in beneficenza.

martedì 15 novembre 2016

POESIA = ANTONIO SPAGNUOLO

“Parole”

Le mie parole hanno il giogo dell’edera,
strette ai rami , irrequiete al vento per ricordi,
cingono la solitudine in quel nodo
che il nostro amore mostrava insaziabile.
Lungo il tempo hanno un palpito delicato
inseguono il rumore della gente
che non conosce la soglia del cielo
e cede all’ombra dei frammenti
tra le ciglia e gli sguardi.
L’orizzonte incide la tua assenza,
che aleggia timorosa indecisa
nell’eterna vendetta dell’infinito.
Hai negli occhi il fulmine d’autunno,
impertinente e violento , quasi un gioco
che risplende innocente fra le ciglia
e ricama motivi dell’inganno.
Vorresti intrappolare le moine
come un esile fiore che improvviso
spezza il lungo silenzio, e fra le dita
disperdi il labbro sensuale e dolce.
Soffice nuvola dai capelli neri
racchiudi nel sorriso l’invito clandestino.
Per te l’autunno, spettacolo a colori
che ti scopre le spalle , il seno , il collo,
vorticando gli azzurri nella grazia interdetta,
anche se taci il fulgore, ritorna fuori campo.
E sei sparita , intrecciando la memoria
che mi corrode nel baratto che scioglie la follia.
*
ANTONIO SPAGNUOLO

domenica 13 novembre 2016

SEGNALAZIONE VOLUMI = NARDA FATTORI

Narda Fattori : “Dispacci” – ed. L’arcolaio – 2016 – pagg. 120 - € 12,00 –
Coinvolgere il lettore nell’asse poetico che narra memorie , o incide richiami quotidiani , o raccoglie momenti di illusioni , è la capacità luminosa della scrittura di Narda Fattori.
Le ombre che circondano la nostra figura si stemperano sul volto del padre ,della madre , della sorella , in un canto che riecheggia “simmetriche melodie” , timidamente ascoltate in riflessi melodici, per percorrere, poi, nel ritmo incalzante azzardi e germogli , sussurri e preghiere , traiettorie e meraviglie ,frammenti e misure, che rincorrono profondi ripensamenti e delicate vertigini.
“I Dispacci vanno letti – scrive Anna Maria Curci nella prefazione – come messaggi aperti all’umanità tutta e inviati da una regione ben determinata, ché il paesaggio romagnolo e le sue mutazioni , le sue canzoni < la giravolta armoniosa / di un valzer da balera/ e dei sogni fioriti all’alba > ne sono una parte integrante , permeano il dettato poetico , amplificano i riferimenti letterari , abbracciano la poesia in lingua e in dialetto della seconda metà del Novecento ai nostri giorni , non riducono , ma , al contrario, arricchiscono l’originalità del dire di Fattori che se ne nutre e, traendone nutrimento , non rinuncia a creare.”
Condividere la costellazione mitica dei profili, sopratutto nella resa espressiva, tradotta nel ritmo dei versi , risulta indiscutibile mobilità di affreschi , consegnando alla scrittura una luce che modula , uno stupore che vorrebbe affacciarsi nel grigio dei tempi , un divenire immaginario che trascende la realtà per immergersi nel sussurro. Una luce ricercata , attinta , ricevuta ed accolta che non cambia colori ma si trasforma e viene restituita in un canto moderno ed antico, soave e duro , tra i semi di un girasole e l’esplosione di nuove energie, tra le unghie inaridite e le palpebre bruciate da un addio.
Narda Fattori con accenti vagamente pre ermetici riesce ad annunciare i sentimenti del tempo che fugge e le inquietudini dell’amore concesso nella stagione della maturità.
ANTONIO SPAGNUOLO

domenica 6 novembre 2016

SEGNALAZIONE VOLUMI = CLAUDIA ZIRONI

Claudia Zironi: “fantasmi, spettri, schermi, avatar e altri sogni” (Marco Saya edizioni, 2016, pp.156, euro 14)

Attribuendo un nome alle cose più sfuggenti e impalpabili oppure vivificando e animando i nomi delle cose più evidenti e scontate, la poesia è in continua relazione col mondo. Non solamente il mondo visibile ed esperibile con immediatezza, ma anche quello più segreto e nascosto, misterioso e recondito, non solamente il mondo che esiste a prescindere da noi, ma anche quello che non esisterebbe senza il nostro percepire e sognare e immaginare.
Francesca Del Moro, nella illuminante Prefazione alla recente, ricca e complessa raccolta di Claudia Zironi “fantasmi, spettri, schermi, avatar e altri sogni”, scrive: “Riconosciuto sia nel mondo classico sia nella tradizione giudaico-cristiana, il valore insito nell’atto di nominare è uno dei nodi cruciali del libro”. Un libro che si apre con questi significativi versi: “nemmeno un nome ho perduto / di quanti sono andati / li sussurro ogni notte per te / che non li hai conosciuti”.
La poesia si oppone al silenzio, non ignorandolo e negandolo ma confrontandosi con esso (“fra le parole permangono i silenzi”), si fa ascoltare da questo vuoto evitando di venire fagocitata e soffocata e, allo stesso momento, si mette in ascolto del silenzio cercando di captarne le minime vibrazioni sonore, le perturbazioni e le onde inaspettate, i brusii. La parola (ogni parola e in particolare quella della poesia) può diventare sia grido che lacera il silenzio, che rimbomba e scuote, sia sussurro avvolgente.
L’autrice esorta a stabilire un dialogo, anche ridotto ai minimi termini, con l’altro: “dovresti dirlo, non importa a chi / o quando…”. L’io deve aprirsi a un tu (“ma tu, parlami!”) vicino e prossimo, deve stimolare un reciproco riconoscimento (“nominami, dì il mio nome. / poi pronuncia il tuo”) creando un contatto sia verbale sia fisico: “chiamarti con il mio nome / allargare le braccia / e respirarti”). Un rapporto io-tu che, partendo dalle singole solitudini, tenda a formare un noi più ampio: “riposiamo un poco / insieme”.
Nel testo della Zironi si intrecciano indissolubilmente , senza che un limite divisorio si frapponga e che una frontiera li separi, lo sgomento e l’entusiasmo, la sofferenza e il piacere, la malinconia e la passione, l’ombra e la luce, il rifiuto e l’accoglienza, il tradimento e la carezza, la guerra e l’amore, thanatos ed eros, la morte e la vita. Siamo corpo, carne, respiro, linfa vitale, attrazione, fuoco, desiderio, e contemporaneamente siamo cenere, spettri, angoscia, un nulla che si riprecipita nel nulla. Siamo questi esseri contraddittori e imperfetti, questo groviglio inestricabile e magmatico di opposti, queste vite dominate dalla precarietà e dall’incertezza, dai se e dai forse: “…se l’acqua scorresse sul viso / come lacrime, se con gli abiti zuppi / dovessimo passare un confine”.
*
Giancarlo Baroni

sabato 5 novembre 2016

POESIA = RAFFAELE PIAZZA

"Alessia e la margherita"

Fiore dell’amore per Alessia
nello sfogliarlo (m’ama o non
m’ama), sostanza vegetale
dei petali nel candore tra le dita
di ragazza Alessia nel trasfigurarsi
sul viso le sue lunazioni
nel viale meridiano nuotando
nella luce di Alessia i passi
leggeri su d’erba il tappeto
dei fili d’erba al vento di
novembre. Pari a stella Alessia.
A ogni respiro risorge, poi
il quadrifoglio di vittoria.
*

"Alessia a Firenze"

Nel distendersi di nuvole
grandiose sulla stazione
di Santa Maria Novella
di Alessia a Firenze l’arrivo
nel captare dal vento
l’ossigeno. Un segnale.
Il pittore a dipingere
sul Lungarno il fiume
infinito tra le cose e le case
veloce a inalvearsi.
Silenzio azzurro ad accadere
in di Alessia di vetro
l’anima e nella mente
dei musei il pensiero
(già visitati 5 anni fa).
Stagione quinta fuori dal
tempo, vita da rinominare.
*

"Alessia s’incammina"

Sentiero d’isola per ragazza
Alessia pari a fiume sorgivo
nello sfociare nel mare della
campagna.di Capri. Cammina
Alessia con in bocca un filo
di spiga per ossigenarsi. Sola
ragazza Alessia per l’appuntamento
con Giovanni. Poi occhi
negli occhi dell’amato. Sudata
amore legge Alessia nel
sorridere come una donna,
sedici anni contati come semi.
*

"Alessia e il compito terreno"

Contempla del cielo la tinta
vaga Alessia nel pensiero
all’oltrecielo, ma la vita è
qui e adesso da ritagliare
con le mani affilate (la paghetta,
per Giovanni l’amore, l’esame
e un altro viaggio). Questo è
il mio compito terreno, pensa
Alessia, felice nuda allo specchio
e poi si veste della fragola.
Telefona l’amato per di Alessia
la gioia.
*

"Alessia scia felice"

La freddazzarra Cortina
per ragazza Alessia nel
giungere alle piste per sciare
come una donna, sedici anni
contati come semi.
Attimi rosagioia per Alessia
nello sciare con la tuta
a riscaldarle del corpo
le forme. Attimi di nostalgia
per Giovanni a casa rimasto.
Sulla neve le curve bianche,
affronta Alessia veloce
ed elegante e non cade. Urla
il gabbiano: attenzione!!!
*
"Alessia reginetta del ballo"

Gara di flamenco per ragazza
Alessia seravestita per la vita.
I riflettori la sala a illuminare.
Danza Alessia, armonia
delle forme, delle braccia
e delle gambe e la giuria
osserva le ragazze e prende
nota. Bionda e occhi azzurri
Alessia, l’aria nel plasmarla
sottile la musica a pervaderla
e levigarla. Fanciulle sudate
per conquistare il premio
si giocano una goccia di vita.
Ferma la musica. Silenzio.
Suspense per il verdetto
(la prima è Alessia, è lei
del ballo la reginetta).
Ritira il premio e ride Alessia
come una donna.
*

"Alessia e il cielo terso"

Chiarità mattinale ad accadere
nel risveglio di Alessia dai
capelli biondi. Subito si ricorda
del sogno soave e lo trascive sul
diario con la mano affilata e alle
unghie lo smalto rosa fuxia.
Mette una porta sulla bocca
Alessia nell’intravedere il cielo
terso così azzurro da turbare il
corpo nel diradarsi dal pervinca
chiaro al cobalto. Nel letto
Giovanni dorme ancora.
L’azzurrità in soccorso di Alessia
a ridere come una donna
nell’incantesimo prealbare.
*

"Alessia e la brina sulle foglie"

Verde brillante di foglia
da brina pervaso per
ragazza Alessia nell’
interanimarsi con l’anima
al liquido elemento
nel risorgere dalla sorgente
delle cose. Liquida essenza
della sera nello scendere
Alessia lungo le alberate
del Parco Virgiliano.
Vede venire i gabbiani
nel risorgere nel fondersi
il loro bianco con le nuvole
grandiose per di redenzioni
specchi azzurri di cielo
o avvicendarsi nelle di sempre
bellezze per rimanere nella
gioia.
*

"Alessia nel fresco"

Mattinale risveglio per
fragolavestita Alessia
(tinta del cielo prealbare
e l’infinito in di ragazza
l’anima). Attimi rosapesca
per Alessia nel dopo aurora
nell’appoggiarsi a dei
giorni l’armonia sottesa
all’amore fatto ieri sera
con Giovanni a levigarla.
Passano minuti azzurri
nel contemplare un mare
color delfino di Napoli
che ancora esiste.
Tolta dalle coperte a
ricordare s’inalvea il pensiero
verso la continuazione.
*
"Alessia scrive la lettera azzurra"

Con affilata grafia terrena
la lettera scrive Alessia
per Giovanni: “stammi bene
e della casa rinnova gli arredi.
Sarà quella di una soglia
da consumare in due sul farsi
della sera e per tutti i giorni.
Saremo felici quando vivremo
insieme senza bambini.
Sarà la dimora di pace di
lago e ti darò ogni giorno
la fragola più buona.
Verrai tra le mie braccia
nel chiarore aranciato
dei tramonti domestici come
quelli del Parco Virgiliano.
Saremo felici!!!
Imbuca Alessia la lettera
e la benedice di novembre
la pioggia..”
*

"Alessia e il 20 novembre 2016"

Chiaro orizzonte che avanza
nel mattino nella gioia da volatili
solcato per ragazza Alessia
nel bere a della felicità la sorgente
fredda nella sua purezza.
20 novembre al Parco Virgiliano
nell’aprirsi Alessia nell’aria
fresca un varco e sta infinitamente
l’azzurrità a contemplare e le
nuvole dipinte. Sguardi per tessere
nell’anima incanti nella camera
della mente e così esiste.
*

"Alessia accarezza il mare"

Sguardo di Alessia al folto
delle onde con gli occhi
nel lambirle a poco a poco
sottese all’azzurrità del cielo.
Accarezza il mare Alessia
dal belvedere del Parco Virgiliano,
l’aria a dissetarla nella tersa
stagione (la quinta che oltre
gli orologi esiste). Azione
di Alessia nell’intensificare
le tinte nel leggere la marina
distesa (il graffito: non ti
lascerà)
*

"Alessia vince la partita di tennis"

Capelli di grano sudati,
di Alessia occhi accesi
al quinto set della partita
di tennis nel torneo
condominiale. Il campo
d’erba di verde speranza
per ragazza Alessia
al colmo della grazia,
stanca. Gioca pulito Alessia
fisicità alla vittoria
protesa per incanto, colpo
vincente di Alessia,
palla imprendibile e vince.
S’inginocchia nell’erba
Alessia e prega che Giovanni
non la lasci.
*

"Alessia incinta a scuola"

Si è confidata con Veronica
e con il cielo prima di uscire
(aspetta un bambino ragazza
Alessia, sedici anni contati
come semi). Ha detto Veronica
che sarà felice e Alessia
nel jeans stretto è uscita
con le unghie smaltate e il
rossetto che piace a Giovanni.
L’insegnante spiega di Boccaccio,
il Decamerone e Alessia
segue attenta. A fine lezione
esce nel campo sportivo
della scuola e telefona a
Giovanni.
*

"Alessia e il cielo azzurro infinito"

Sembiante che sporge dal nulla,
cielo azzurro infinito per Alessia
nell’interanimarsi alla tinta.
Vengono nuvole grandiose a
imbiancare la scena, sipario
che fugge nella chiarità del mattino.
Guarda Alessia e sa di essere viva.
Azzurrità a entrare dagli occhi
all’anima dove era già stata
ragazza Alessia al colmo della
grazia. Ritrova coordinate e forze
Alessia per imparare l’arte di
disegnare la vita.
*
"Alessia e l’azzurro polito"

Attimi intensi come del cielo
polito azzurra la tinta per ragazza
Alessia nell’interanimarsi
con l’aria più fresca. Attimi
belli in un rigo del pensiero
a sorvolare come un jet il bianco
delle nubi, candida essenza
dove era già stata Alessia nel
giungere in Svezia nell’aereo
a trasportare di ragazza l’anima
nel suo infinitamente sostare
nell’infinito oltre le galassia.
Azzurro polito per Alessia nel
tessere dei chiari mattini la tela
senza che passi senza amore
un giorno.
*

"Al cinema Alessia"

Sala pari a golfo mistico
cinema per Alessia
mano nella mano con Giovanni.
Guardano “Il posto delle fragole”.
Sequenze in bianco e nero
contro il mal d’aurora per Alessia
pervasa dagli occhi di Giovanni.
Attimi rosapesca e la fabula
si fa favola ed entra Alessia
nello schermo e attrice diviene.
Recita la vita. Segue il film
Alessia nell’uscire dal suo,
dove era prigioniera. Si libera
Alessia.
*

"Alessia e l’aiuola"

Attimi dell’anima per Alessia
nel contemplare l’aiuola, dei fiori
le tinte a entrarle dentro
tramite di ragazza Alessia gli occhi.
Vede il rosso delle rose,
dei tulipani il giallo, delle
margherite il bianco..
Istante prealbare e vorrebbe
Alessia svegliare l’aurora
all’ombra del destino più soave.
*

"Alessia torna a casa"

Guidando il motorino azzurrocielo
a casa torna Alessia dopo essere stata
con Giovanni. Luna ostia di platino
sospesa nel firmamento con le stelle intermittenti.
Presagio di polita gioia per ragazza
dopo l’amore Alessia. Salita verso il colle
dove sta di Alessia la casa.
Si porta la fortuna nel dono di Giovanni,
un pesce di vetro e così esiste.
*

"Alessia beve alla fontana"

Sagrato del bosco nell’inoltrarsi
Alessia nel folto delle querce
centenarie. Aria più fresca sottesa
a rigenerazione dell’anima
e di fisicità di Alessia nel pensare
al prossimo letto con Giovanni.
Cammina Alessia veloce.
L’esame dato ieri è andato bene.
Stelle nel procedere del tempo
senza fiato azzurro, stelle d’incanto
nell’uscire dai cancelli del sogno.
Ha sognato una voce Alessia,
e poi il nulla e non rivela quello
che diceva.
*

"Alessia tra i campi"

Pomeridiano idillio per Alessia
nei campi dell’anima e del grano.
Attimi rosapesca nell’incedere
felice tra le tracce nell’interanimarsi
dove era già venuta un anno fa,
ragazza Alessia al colmo della grazia.
Vede l’abete argentato, pianta rara
dal limone nel differenziarsi
non per bellezza. Campi animati
per Alessia nello scorgere Venere
prima stella a poco a poco
nell’illuminarsi del tempo
prima di toccare la vita.
*

"Alessia e l’otto dicembre"

Tempo di festa per Alessia
cielo polito azzurro aria più fresca.
Appuntamento con Giovanni
e aspetta Alessia nel pregare
la Madonna. Parco Virgiliano
con le piante nell’interanimarsi.
alle linfe nel giocare con la vita.
Lo scorge nerovestito Alessia
e trasale come una donna
nell’abbeverarsi a di fontana
il freddo. Felice Alessia lo bacia
per continuare la storia.
*

Raffaele Piazza

SEGNALAZIONE VOLUMI = DANIELA RAIMONDI

Daniela Raimondi - Maria di Nazareth -- puntoacapo Editrice – 2015 – pagg. 55 - € 8,50

Daniela Raimondi è nata in provincia di Mantova e ora divide la vita tra due isole: la Gran Bretagna e la Sardegna.
Ha pubblicato numerose raccolte di poesia e ha vinto prestigiosi premi letterari.
Del 2010 è la monografia “Daniela Raimondi. La Poesia e l’Empatia”, a cura di Gianmario Lucini (puntoacapo Editrice).
“Maria di Nazareth”, che presenta una postfazione di Ivan Fedeli ricca di acribia, è un testo originale per la tematica affrontata, quella del sacro in senso cristiano.
Non mancano tuttavia, nel nostro panorama, altri esempi di poesia religiosa; del resto la poesia in se stessa, spesso, anche quando non tocca la sfera del trascendente, può essere considerata preghiera, anche laica e sottende una tensione che può essere verso l’infinito o il nulla.
L’opera, per la sua unità formale e tematica, può essere letta come un poemetto, felicemente risolto a livello architettonico e strutturale, nella sua complessità e varietà.
Il testo poetico è preceduto da un breve brano in prosa intitolato “Per molti anni” che ha la vaga parvenza di uno scritto apocrifo.
Nelle suddette pagine l’Autrice descrive, in tre brevi frammenti, i fatti che precedono il matrimonio della Madonna e il concepimento del Cristo, in modo efficace e dolce.
Nella prima parte viene detta la storia dei genitori di Maria, Gioacchino ed Anna, fino alla nascita della figlia, nella seconda la vita dai tre anni in poi di Maria al Tempio e nella terza la vicenda dell’uscita della Vergine dal Tempio stesso, per sposare l’anziano Giuseppe della stirpe di Davide, scelto dai Sacerdoti.
Da notare che per tre volte i brani di “Maria di Nazareth”, sono interrotti dagli inserti suggestivi del Coro, scritti in corsivo, che fanno da controcanto alla voce poetante, che è quella della Madonna stessa.
E’ interessante notare, nell’avvertita, icastica e leggera scrittura della Raimondi, l’identificazione della poeta con Maria. Essa non è una sovrapposizione di discorsi o personalità, ma la maniera empatica che Daniela è riuscita a trovare, entrando nei meandri della psicologia di Maria stessa, attraverso il punto di partenza dei testi sacri e forse delle icone mariane, per giungere, tramite la libertà dello stesso poiein, ad esiti notevolissimi.
La Maria che ci presenta l’Autrice, pur nella sua divinità, è una donna come le altre, delineata più sul piano immanente che su quello trascendente.
Del resto il focalizzarsi della Raimondi sulla femminilità, sulla condizione e sul ruolo della donna in generale, era stato argomento privilegiato in molte raccolte precedenti.
Cifra essenziale della poetica di questo libro è la vena mistica che si coniuga e interagisce con la natura tout-court e con tutte le sue espressioni di bellezza.
*
Raffaele Piazza

venerdì 4 novembre 2016

POESIA =ANTONIO SPAGNUOLO

"Ritorno"-----
Per un tuo ritorno un giorno o l'altro
cercherò versi impazziti , bestemmie del tuo corrodere
le incomprensioni scritte all'ultimo presagio.
Ora le mura raccontano i segreti
quasi per caso , ed il piede lungo
non piega il passo , oscilla controluce.
Smonto porte e chiavistelli , cerco la cenere
rimasta sulla commedia del mio ciglio
quasi a punire tutte le moine
che abbiamo contato nei colori dell'ombra.
Frantumando i ricordi ricompongo
le sillabe impossibili
della nostra gioventù.
*
Antonio Spagnuolo

giovedì 3 novembre 2016

SEGNALAZIONE VOLUMI = MAURO MIGLIO

Mauro Miglio – Al limitar di Dite - puntoacapo Editrice – Pasturana (Al) – 2015 – pagg. 71 - € 9,50

Mauro Miglio nasce a Magenta nel 1975, attualmente vive in provincia di Novara.
Ha pubblicato le raccolte di poesia “La grande inchiesta”, (2004), “Perdite”, (2006) e “La piaga più amara”, (2008).
Già attraverso il suo titolo, “Al limitar di Dite”, questa raccolta di poesie di Mauro Miglio si delinea per la sua originalità.
Sembra che il poeta compia un’operazione culturale del tutto controcorrente nel panorama odierno della poesia contemporanea, immergendosi nella classicità latina e riferendosi ad essa.
Dite era infatti per i latini il luogo, il mondo dei morti e usare la sua soglia, il suo limitare appunto come punto di partenza per una poetica, un discorso in versi, è sicuramente un unicum, quando poi quasi tutti i libri di poesia italiani degli ultimi anni sono neolirici, neo orfici o seguono le vie della sperimentazione, spesso ereditate dalla Neoavanguardia.
La raccolta è scandita in due sezioni, quella eponima e Still Lives.
Effettivamente il tema della morte e dei defunti sembra essere centrale nel discorso del Nostro, che usa un linguaggio, un tessuto linguistico semplice e colloquiale in apparenza, ma che sottende un’intrinseca complessità nei nessi logici che legano i sintagmi e le frasi, che sgorgano in modo sorgivo e cristallino le une dalle altre, quasi per gemmazione.
Tutte le composizioni, di svariate lunghezze, sono senza titolo e questo elemento dà al libro, nel suo insieme, una vaga consistenza e parvenza poematica.
Programmatica la poesia iniziale nella quale Miglio s’interroga sul valore e le possibilità del poiein.
Nella suddetta, nell’incipit, il poeta chiede ad un interlocutore, del quale ogni riferimento resta taciuto, se crede davvero che i poeti, con i loro versi, non possano chiamare a raccolta gli stormi del cielo, le mandrie dagli alpeggi e dalle praterie o far balzare a filo d’acque le creature degli abissi.
La risposta che Mauro dà a questa domanda è negativa.
Invece, e questo si ricollega a quanto affermavamo in precedenza, un poeta può dar vita ai defunti perché la loro ombra è assetata di dolcezza.
Una concezione tout-court salvifica, quella di Miglio, in quanto connessa scopertamente con un ideale trascendente.
Tale concezione, però, è permeata da una religiosità più pagana che cristiana in quanto viene detto quello che, per i greci, si chiamava Ade, attraverso un ideale dell’aldilà ben diverso dalla tripartizione Paradiso, Purgatorio, Inferno.
Un certo animismo permea i versi quando il poeta afferma, soffermandosi sul vento, che ha la forza di migliaia di vite.
Un esercizio di conoscenza mistico e visionario, quello che caratterizza “Al limitar di Dite”, che si realizza in un versificare chiaro, luminoso, leggero e icastico.

Raffaele Piazza

lunedì 31 ottobre 2016

POESIA = ANTONIO SPAGNUOLO

“Non immaginavo”
Non immaginavo che l’amore
avesse il potere di sopravvivere anche dopo,
dopo che il tuo profilo abbandona le forme
nella nebbia ormai grigia dell’ignoto.
Scivola impudente lo sguardo da linfe
ove il lamento della solitudine chiede perdono
per il distacco che sfiora l’irrealtà,
e l’errore ha i fantasmi degli arabeschi
dietro quel marmo scandito nel ricordo.
Non immaginavo che l’amore
avesse il potere di vertigini nel morso di memorie,
stregato dall’eterno sussurro,
inciso nel cristallo del sogno.
*
ANTONIO SPAGNUOLO

sabato 29 ottobre 2016

POESIA = ANTONIO SPAGNUOLO

"BRUSIO"
Nemmeno dalla tua fioritura scambierò registri,
mentre avrei voluto celebrare domeniche
in compagnia di più sacre concessioni.
Vado pensando pollini , tanto eri perfetta,
sgranata nell'azzurro di lettere,
ammiccavo i tuoi baci
riflettendo rossori contro le ginocchia
Da quando sei sparita , fuori dal tempo ,
da quando ho perso il reale
a interrompere qualcosa al nostro amore,
rimane sempre il coagulo
contrabbandiere lontano , come la poesia.
Il resto tace passando lunghe ore
e il candore delle tue pupille
non riesce a comprendere misure
nell'attimo ormai più solitario.
Trasparente , così come sussurro ,
il tuo seno aveva pelle invisibile
per le impazienze proposte con pudore.
Oggi riprende il brusio.
*
ANTONIO SPAGNUOLO

mercoledì 26 ottobre 2016

POESIA = IZABELLA TERESA KOSTKA

"CREDO"

Vorrei
immergermi nelle fonti del puro sapere
mentre il mondo si vende per vile danaro.

(Quanto costerebbe un'ora serena
sprigionata dalla gabbia della follia?)

Plana il mio pensiero
varcando le recinzioni dei pregiudizi,
si smorzano le colpe sui sepolcri di ieri
chiedendo il perdono al grigio domani.

La vita è un purgatorio
in attesa dell'eterno ignoto,
una battaglia per la sopravvivenza
abbellita di notte con gli spasmi d'orgasmo.

Condannatemi pure alle fiamme ardenti
gettando sul rogo l'innocenza!

No,
non invocherò invano il nome di Dio,
morirò ribelle sull'ara dell'arte.
*
"LE SALINE"

Del nostro tempo
è rimasto soltanto il sapore di sale
raccolto nelle ore della canizie,
l'eco lontana delle parole
sussurrate di notte tra gli spasimi d'affetto.

Siamo come due vecchie mangrovie
dalle radici intrecciate nel fiume,
coi nidi abbandonati dalle ultime cicogne
volate spavalde al fresco albore.

Ingiallisce il fogliame della nostra vita
galleggiante tra le acque delle saline,
si seccano i rami nel lungo cammino,
spezzano i tronchi all'imbrunire.

Ma noi
ci vogliamo ancora.
*
"L'ULTIMA SBORNIA"

Ti mostrerò la vita,
senza fronzoli,
scarnata e priva di stupidi miraggi,
odorante di giorno di amarezza,
avvinghiata nel ventre della metropolitana.

Essa ha un sorriso di un barbone,
sdentato ricordo della ricchezza,
punge le coscienze dei burattini
urtando nel buio le loro menti.

(Non indossa i capi griffati)

S'accuccia arresa alla fame e stenti,
una sagoma strisciante sui marciapiedi,
si nutre degli scarti del fasullo potere
gettati di notte ai cani randagi.

T'insegnerò la vita,
agonizzando silente dall'ultima sbornia.
*
IZABELLA TERESA KOSTKA
*

Izabella Teresa Kostka è nata a Poznań (Polonia) ed è laureata con lode in pianoforte di cui è insegnante. Izabella vive e lavora a Milano, è appassionata di teatro e arte, è giornalista freelance per WordPress e organizzatrice di eventi culturali come "Verseggiando sotto gli astri di Milano" presso il Centro di Ricerca e Formazione Scientifica Cerifos di Milano. Negli ultimi tempi ha ricevuto numerosi importanti riconoscimenti e premi nazionali e internazionali, tra cui ricordiamo il Premio Speciale della Giuria al XXVIII Concorso Letterario "La Mole" (Torino 2015), il 1° Premio al Concorso Internazionale "Inchiostro e Anima" dedicato a Mariannina Coffa (Noto, Sicilia 2015), il 3° Premio al Concorso Letterario "Poetiche Ispirazioni" (Viganò, Lecco 2016), il 2° Premio al Concorso Letterario "Il sogno nel cassetto" (2016), le Menzioni d'Onore al Concorso "Terra di Virgilio" (Mantova 2016), "Ponte Vecchio" (Firenze 2016) e "Memorial Miriam Sermoneta" (Roma 2016). Ha pubblicato sette raccolte monografiche ("Granelli di sabbia", "Gli scatti", "Caleidoscopio", "A spasso con la Chimera", "Incompiuto", "Peccati" e "Gli espulsi dall'Eden"), ebooks vari, le sue liriche compaiono su varie antologie ( tra cui "Alda nel cuore" e "Nel nome di Alda" Ursini Edizioni, "Novecento - non più. Verso il realismo terminale" con l'introduzione di Guido Oldani, La Vita Felice Edizioni), numerosi siti culturali e su riviste letterarie. Sito web: https://izabellateresakostkapoesie.wordpress.com/

sabato 22 ottobre 2016

POESIA = ANTONIO SPAGNUOLO

"Sogno"
Spacco le verità
nel mosaico bianco della tua pelle.
Ogni inquieta dimora, colma , trabocchevole,
allucinata dalle mie incertezze,
trascina le minuzie dei miei occhi
tra muscoli sgualciti.
Affidammo la memoria del nudo,
fra i tizzoni del tuo amplesso,
ed ora , attraverso il risveglio,
strappiamo cortili,
le geometrie misteriose ,
in quella rabbia di sopravvivenza
che ha ragione del tempo.
S'abbevera l'angoscia nel disegno di coppe
sprecante nell'incanto.
Più vergine che sogno
spezzerai ridendo il mio ricordo.
Antonio Spagnuolo

POESIA = RAFFAELE PIAZZA

"Alessia attende la sera"

Chiarità di mattino a proseguire
nelle ore per Alessia lucevestita,
ansia a stellarla nel passare del
tempo all’orologio del polso
sottile di ragazza Alessia (attende
la sera dell’amore). Liquido canto
di volatili da rinominare ad allietare
del tempo il fiume nell’inalvearsi
nel Mediterraneo di parole
dette e non dette. (La prima è
amore). Studia il Petrarca Alessia
sul davanzale infinito e vede
che Napoli ancora esiste.
*
"Alessia e il telefono"

Squilla nel folto della casa
di Alessia il telefono. Trasale
ragazza Alessia (sarà lui?).
Pensa Alessia al tempo di
ieri, la camminata al Parco
Virgiliano, la pineta, i fiori
azzurri, le cose del bar celestiale.
Nell’interanimarsi con il sogno
soave, preme il tasto e risponde
Alessia (ti amo, non preoccuparti!!!).
Si vedranno stasera proprio
dove il telefono è squillato
dell’amore la camera e delle
menti e dei corpi. I genitori fuori.
Trasale Alessia nuda allo
specchio nella meraviglia
di fine ottobre delle foglie.
*

"Alessia e il sole dipinto"

Viale al tramonto dal
Parco Virgiliano tra i pini
nel captare la distanza
tra l’aria e il sole dipinto,
arancia nella sera del
bel tempo di domani
per Alessia fragolavestita
per la vita. Altri alberi
e piante senza nome
tra risate con Giovanni
per Alessia. (lui ha iniziato
a lavorare in banca).
Giocosa atmosfera al
bar Virgilio e Alessia
pensa che l’amore vince
tutto mentre bevono
una fredda bevanda.
Ottobre mitigato da lontane
perturbazioni per Alessia
a entrarle ossigeno dalla
pelle all’anima. Il sole
del gabbiano a gridare:
attenzione!!!
*

"Alessia sotto la pioggia"


Sera nell’albereto di pini
di duecento anni per ragazza
Alessia al colmo della grazia.
Viene pioggia dal cielo in men
che non si dica (ciglia e capelli
bagnati di Alessia). Non ha
ombrello ragazza Alessia,
nel giocare con la battesimale
acqua a poco a poco. Luna
intravista nel biancore luminoso
di nuvolaglia e luce mistica.
Prega Alessia: "Luna, lunella,
fa che non mi lasci!!!"
*

"Alessia nell’erba verde"

Scalza, giocando alla California,
corre nel verde del prato Alessia
nell’estasi e l’ebbrezza di un mattino
al Parco Virgiliano. Ragazza Alessia,
sottesa a dei pini le forme
a giocare per rinascite infinite
nel tendere alla gioia.
Poi attimi rosapesca. Sospensione.
Occhi chiusi. Li apre e vede
Giovanni sorridente. Felice Alessia
nelle linfe gli va incontro
ai confini del vento.
*

"Alessia sorride alla vita"

Nell’infrangere dell’aria
la resistenza, come in prove
di danza, corre Alessia nella
gara e sorride alla vita
nella pista del Parco Virgiliano
per i giochi della prima
liceale. Suda Alessia nella
fresca di ottobre fine
(se vinco non mi lascia).
Si muove come una donna
Alessia nella tuta azzurrocielo
e prima taglia di lana il filo.
Poi s’inginocchia felice
nel prato centrale per
ringraziamento.
*

"Alessia e il fiume di luna"

Selenico incantesimo per ragazza
Alessia nello scorgere del fiume
l’azzurro nel silenzio e stanno
infinitamente nello scorrere le acque
pervase dalla luce del chiaro di luna
a inalvearsi nei barlumi fino al mare.
Sulla riva guarda Alessia l’acquoreo
spessore e getta una pietra e trasale
come una donna nella sua prima volta.
Attimi a iridarsi per Alessia campita
nella felicità (lui le ha le ha detto
che l’ama).
*

"Traguardo di Alessia"

Filo di lana nella camera
della mente di ragazza Alessia,
il prato centrale a scorgere
correndo, anima nel vento
fresco dell’ultimo di ottobre
il giorno. Domani novembre
a interanimarsi con la pelle
già da ora il vento di rinascita.
Corre Alessia al Parco Virgiliano
e taglia il traguardo prima,
grano di capelli all’aria, sudore
e gioia.
Poi occhi negli occhi con Giovanni.
*

"Alessia e le acque rigeneranti"

Candela di mattina accesa sul
bordo del Mediterraneo per gioco,
di ragazza Alessia le forme
nell’impatto di tuffo di testa
nell’acqua salata a rigenerarsi.
Frescura che arriva all’anima di
Alessia nello scorgere del cielo
azzurro gli argini nello specchiarsi
di rinascita oltre il tempo.
Vita nuova per Alessia dopo giorni
nella casa rinchiusa a studiare.
Domani l’esame e le acque ad aiutarla,
urla il gabbiano: attenzione!!!
*

"Alessia desidera"

Attimi cielopervinca
a cui appoggiarsi
per ragazza Alessia.
Fantasia di nuvole
in forma di cavalli
galoppanti nel del cielo
il candore. Conca di
tramonto d’arancia
da bere con la mente
e dissetarsi. Mare attorno
per vincere il male
d’aurora della di fragola
adolescenza, 16 anni
contati come semi.
Le sono venute e l’ha
detto a Giovanni.
Festeggiano stasera
al Bar Celestale
vicino al silenzio
buono della pineta.
*

"Alessia campita nella trasparenza dell’azzurro"

Prato centrale dello stadio
del Parco Virgiliano per Alessia
distesa bagnata dalle linfe
vegetali di freschezza dei fili
d’erba l’odore buono. Poi
oltre la luce meridiana Alessia
campita nella trasparenza
dell’azzurro cielo a poco a poco,
pervinca così intenso da turbare
il corpo di ragazza, sedici
anni contati come semi.
Aria più fresca per Alessia donna
l’azzurro di metallo sembra
accarezzarla.
*

"Alessia promossa"

Verso l’Università correndo
quadriportico della sede
nella mente veloce per Corso
Umberto in motorino leggero
azzurrocielo fino a via Porta
di Massa, di Lettere Università.
Italiano 1 per Alessia con
del Medioevo il fascino della
Commedia, il Canzoniere e il
Decamerone per Alessia e i
minori nella camera della mente
e nello zaino consumati i libri
comprati usati.. Sale le scale,
asettica camera con dietro la
scrivania l’anziano professore.
Suda Alessia (è agosto nelle fibre
dell’anima). Risponde bene Alessia
fiorevole sorriso. 30 e lode.
Telefona a Giovanni Alessia.
*
Raffaele Piazza

POESIA = RAFFAELE PIAZZA

"Alessia attende la sera"

Chiarità di mattino a proseguire
nelle ore per Alessia lucevestita,
ansia a stellarla nel passare del
tempo all’orologio del polso
sottile di ragazza Alessia (attende
la sera dell’amore). Liquido canto
di volatili da rinominare ad allietare
del tempo il fiume nell’inalvearsi
nel Mediterraneo di parole
dette e non dette. (La prima è
amore). Studia il Petrarca Alessia
sul davanzale infinito e vede
che Napoli ancora esiste.
*
"Alessia e il telefono"

Squilla nel folto della casa
di Alessia il telefono. Trasale
ragazza Alessia (sarà lui?).
Pensa Alessia al tempo di
ieri, la camminata al Parco
Virgiliano, la pineta, i fiori
azzurri, le cose del bar celestiale.
Nell’interanimarsi con il sogno
soave, preme il tasto e risponde
Alessia (ti amo, non preoccuparti!!!).
Si vedranno stasera proprio
dove il telefono è squillato
dell’amore la camera e delle
menti e dei corpi. I genitori fuori.
Trasale Alessia nuda allo
specchio nella meraviglia
di fine ottobre delle foglie.
*

"Alessia e il sole dipinto"

Viale al tramonto dal
Parco Virgiliano tra i pini
nel captare la distanza
tra l’aria e il sole dipinto,
arancia nella sera del
bel tempo di domani
per Alessia fragolavestita
per la vita. Altri alberi
e piante senza nome
tra risate con Giovanni
per Alessia. (lui ha iniziato
a lavorare in banca).
Giocosa atmosfera al
bar Virgilio e Alessia
pensa che l’amore vince
tutto mentre bevono
una fredda bevanda.
Ottobre mitigato da lontane
perturbazioni per Alessia
a entrarle ossigeno dalla
pelle all’anima. Il sole
del gabbiano a gridare:
attenzione!!!
*

"Alessia sotto la pioggia"


Sera nell’albereto di pini
di duecento anni per ragazza
Alessia al colmo della grazia.
Viene pioggia dal cielo in men
che non si dica (ciglia e capelli
bagnati di Alessia). Non ha
ombrello ragazza Alessia,
nel giocare con la battesimale
acqua a poco a poco. Luna
intravista nel biancore luminoso
di nuvolaglia e luce mistica.
Prega Alessia: "Luna, lunella,
fa che non mi lasci!!!"
*

"Alessia nell’erba verde"

Scalza, giocando alla California,
corre nel verde del prato Alessia
nell’estasi e l’ebbrezza di un mattino
al Parco Virgiliano. Ragazza Alessia,
sottesa a dei pini le forme
a giocare per rinascite infinite
nel tendere alla gioia.
Poi attimi rosapesca. Sospensione.
Occhi chiusi. Li apre e vede
Giovanni sorridente. Felice Alessia
nelle linfe gli va incontro
ai confini del vento.
*

"Alessia sorride alla vita"

Nell’infrangere dell’aria
la resistenza, come in prove
di danza, corre Alessia nella
gara e sorride alla vita
nella pista del Parco Virgiliano
per i giochi della prima
liceale. Suda Alessia nella
fresca di ottobre fine
(se vinco non mi lascia).
Si muove come una donna
Alessia nella tuta azzurrocielo
e prima taglia di lana il filo.
Poi s’inginocchia felice
nel prato centrale per
ringraziamento.
*
Raffaele Piazza

giovedì 20 ottobre 2016

POESIA = GIANCARLO BARONI

"La Maestà di Duccio di Buoninsegna "

(9 giugno 1311)

Mentre viene portata
splendida e luminosa
enorme e colorata verso la Cattedrale
si forma una lunga processione;

prelati e frati dietro la Maestà
donne e bambini in coda. Si mischiano
ai rintocchi delle campane
canti lodi preghiere.

*

"I fratelli Lorenzetti"

(1348)

Il buongoverno senese
e la Vergine protettrice

nulla poterono contro
la peste che li uccise.

*

"Il rilievo di Donatello"

In sei centimetri condenso
vicino vicinissimo distante

tu credi sia profondo
centinaia di metri.

*

"Paolo Uccello: la battaglia di San Romano"

Le trombe incitano allo scontro
fragori metallici
mazze che roteano nell’aria pugnali

picche trafiggono le armature
destrieri bianchi marroni
crollano addosso ai loro cavalieri.
*

Giancarlo Baroni
*
Giancarlo Baroni è nato a Parma, dove abita, nel 1953.
Ha pubblicato due romanzi brevi, qualche racconto, un testo di riflessioni letterarie e sei libri di poesia. Le ultime due raccolte di versi sono: I merli del Giardino di san Paolo e altri uccelli (Mobydick editore, 2009, prefazione di Pier Luigi Bacchini; nuova edizione illustrata e ampliata, STEP Editrice, 2016) e Le anime di Marco Polo (Book editore, 2015).
Nel 2009, 2010 e 2011ha letto a “Fahrenheit” (Rai Radio 3) diverse sue liriche, alcune in occasione del Festival della Filosofia di Modena.
Per quasi vent’anni ha collaborato alla pagina culturale della “Gazzetta di Parma”.

lunedì 17 ottobre 2016

SEGNALAZIONE VOLUMI = FELICE SERINO

-Felice Serino – “Nell’infinito di noi” – 2015 – 2016 - www.poesieinversi.it –2016
Felice Serino, nato a Pozzuoli e residente a Torino, autodidatta, è’ un poeta che ha ottenuto numerosi consensi critici e che ha vinto molti premi letterari. Ha pubblicato diverse raccolte di poesia.
Gestisce svariati siti su Internet di ottimo livello e qualità, che ospitano poeti anche prestigiosi. E’ stato tradotto in otto lingue.
In “Nell’infinito di noi”, che accoglie una presentazione di Giovanni Perri ricca di acribia, Serino continua ad elaborare la sua personalissima e originale ricerca letteraria.
La raccolta è suddivisa in due sezioni, entrambe costituite da quarantacinque componimenti, “Lo sguardo velato” e quella eponima.
Se la poesia è in se stessa sempre metafisica, si deve mettere in evidenza che, di raccolta in raccolta, Felice riesce a produrre componimenti collegati tra loro che, oltre ad essere “metafisici”, sono connotati sempre da un forte alone, o ancora meglio, da un’aurea di sorprendente misticismo postmoderno.
Il suddetto si può evincere, sia in testi che hanno come oggetto o tematica figure tratte dall’immaginario religioso, come il Cristo o gli angeli, sia quando il poeta proietta la sua vena trascendente in situazioni del tutto quotidiane, nelle quali l’io – poetante e le varie figure protagoniste, dette con urgenza, sono in tensione appunto verso l’infinito (e qui giocano un ruolo importante le tematiche della nascita e della morte).
Un accentuato senso del sacro caratterizza “Nell’infinito di noi”. Esso qui trova la sua espressione estrema, rispetto alle raccolte precedenti del Nostro, nelle quali già si notava.
Il poeta sembra suggerirci, con il titolo della raccolta, che noi esseri, come persone, pur vivendo sotto specie umana, per dirla con Mario Luzi, già nel nostro transito terreno siamo infiniti e che le nostre anime sono immortali.
I componimenti sono tutti connotati (e non potrebbe essere altrimenti per quanto già affermato), da sospensione e magia che si realizzano nei versi icastici, veloci e leggeri.
Stabile è la tensione verso il limite nella ricerca dell’attimo in senso heidegeriano, della vita oltre il tempo degli orologi.
Così Serino produce tessuti linguistici pieni di illuminazioni e spegnimenti, nei quali è visibile una luce, che è appunto quella di una realtà soprannaturale, che si proietta tout-court in quella delle nostre vite, restituendoci una notevole carica di senso.
Particolarmente affascinante, nella sezione eponima, la poesia intitolata proprio “Nell’infinito di noi”, nella quale sono stabili visionarietà, sospensione e dissolvenza.
In questa il tu, al quale il poeta si rivolge, e del quale ogni riferimento resta taciuto, è Nina, una figura che, nell’incipit, volteggia nelle stanze viola della memoria. Qui si evidenzia una forte tensione attraverso una parola sempre raffinata ed avvertita.
Particolarmente alto il verso “apparire o entrare nello specchio/ dell’essenza”, nella quale è presente una forte valenza ontologica. Nella seconda breve strofa della composizione il tu afferma che qui siamo affratellati nel sangue con la terra e la morte.
Poetica mistica, dunque quella di Serino, la cui cifra essenziale è quella di una parola che scava in profondità per riportare alla luce l’essenza dell’esistere in tutte le sue sfaccettature.
*
Raffaele Piazza