martedì 28 aprile 2015

SEGNALAZIONE VOLUMI = VALERIA BORSA

Valeria Borsa – "Il giorno prima che inizi la pioggia"--puntoacapo Editrice – Pasturana (Al) – 2015 – pagg.107 - € 12,00

Valeria Borsa, nata a Voghera, ha pubblicato “Canti dell’altrove”, 2009 e “Kalendae”, 2011.
“Il giorno prima che inizi la pioggia”, l’opera dell’autrice che prendiamo in considerazione in questa sede, è un testo composito e ben strutturato architettonicamente.
Il libro, prefato da C. Alberto Bagliani, è scandito nelle seguenti sezioni: LIMEN (2011), TENACE (2012), IL GIORNO PRIMA CHE… (2013), DRAMMA SATIRESCO – CATARSI.
La poetica di Valeria Borsa, che trova in “Il giorno prima che inizi la pioggia” la sua massima espressione, si può considerare tout court neolirica e la sua tematica dominante è sicuramente quella naturalistica.
Non una natura da leggersi come mera descrizione, quella che ci presenta l’autrice, ma una natura interiorizzata, con la quale Valeria tende ad interanimarsi, a fondersi per ritrovare se stessa.
Le poesie, che sono connotate da verticalità, nella maggior parte dei casi, fluiscono limpide, luminose, nitide e sono connotate da una grande chiarezza.
Vengono accuratamente descritte le sensazioni dell’io-poetante a livello fisico, nel suo essere esposto ad elementi come le acque e le onde del mare, la pioggia, il vento e le pietre.
Spesso è presente un tu, al quale la poeta si rivolge, che si può identificare con una figura imprecisata, della quale ogni riferimento resta taciuto.
La natura emerge protagonista in quanto sono detti uccelli, piante come il platano, fiori, cieli, paesaggi.
Prevale una linearità dell’incanto nei versi di Valeria, un tono idilliaco, elegiaco, che si apre spontaneamente allo stupore e al canto, una vena creaturale che s’invera nel quotidiano, detto dall’autrice, del quale fanno parte, non solo gli elementi naturalistici, ma anche gli sportelli degli uffici, dove si fanno le file.
I componimenti sono costituiti in massima parte da brevi frasi, incastonate icasticamente le une con le altre e le immagini procedono per accumulo e sgorgano le une dalle altre.
In “Eterna Essenza”, un testo breve, la poeta diviene una sola cosa con un fiore sfiorito e molto spesso avviene una fusione con le cose viventi che si potrebbe definire panteistica.
In “Ma cos’è il tempo?” Borsa tratteggia una poesia sulla scrittura stessa affermando nell’incipit di non riuscire più a scrivere.
Nello stesso componimento afferma che si vivono giorni scritti allo specchio e che il tempo stesso è inesorabile.
Anche le descrizioni di abitazioni e caseggiati fanno parte dell’immaginario della poeta che punta la sua cinepresa sul mondo che la circonda per tradurlo in versi.
Un caleidoscopio di sensazioni che si riordina con sintagmi sempre controllati nei quali domina la leggerezza.

Raffaele Piazza



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