sabato 25 ottobre 2014

SEGNALAZIONE VOLUMI = CHIARA ROLANDI


Chiara Rolandi - "Rupi"--puntoacapo Editrice – Pasturama – 2014 – pagg. 45 - € 8,00 - ne "I quaderni dell'Ussero" a cura di Valeria Serofilli.

Chiara Rolandi è nata nel 1976 a Varese e vive a Castello; ha pubblicato due sillogi e una plaquette.
Il presente testo, prefato con notevole acribia da Valeria Serofilli, è costituito da poesie tratte rispettivamente da “Rupi” e da “Per visibile grazia”.
Come è scritto nella nota introduttiva, si muove con rigore e misura la poesia di Chiara Rolandi, utilizzando il verso come uno strumento di esplorazione, sia del mondo esterno sia di quello interno.
Nelle due poesie estrapolate da “Rupi” l’autrice si esprime con una poetica neolirica tout court e il versificare ha un andamento composito con strofe costituite anche da una sola parola.
Le stesse strofe non superano mai le dimensioni dei quattro versi e in esse si rivela una forte densità metaforica e sinestesica.
La poeta sviluppa un linguaggio che ha un forte scarto dalla lingua standard e i segmenti si collegano tra loro per giustapposizione, nella loro frammentarietà, pur essendoci coerenza e fluidità nell’ordine del discorso.
Quanto suddetto è sotteso ad una tensione, nel versificare di Chiara, sempre connotato da sospensione e magia, che diviene icastico e nello stesso tempo leggero, veramente leggiadro nel suo estrinsecarsi.
La cifra essenziale delle due poesie “Il cesto” e “Le sue nozze” è quella di una forma elegante, concentratissima e sempre ben controllata che, per la sua vena scabra ed essenziale, ricorda le poesie del primo Ungaretti.
Chiara riesce egregiamente a condensare il suo pensiero in versi, che sono sempre levigati e luminosi come schegge e presentano anche sotterranee venature neo orfiche.
Un naturalismo rarefatto e originalissimo, nel quale la natura stessa si fa persona, connota queste composizioni, nelle quali emerge a contatto con gli elementi naturalistici (le pannocchie, l’acre odore di piuma degli uccelli, il nido di rondine, il bosco etc.), la fisicità dell’io-poetante, pronto a captare tutte le sfumature del sembiante per farne versi.
In “Per visibile grazia” la Rolandi si fa poetessa della metafora vegetale con due brevi poesie senza titolo rarefatte e sensibili nelle quali vengono detti rispettivamente il narciso e una foglia che resta nel vago.
Quella stessa foglia nella sua screziatura rosata si fa materia stellare o stirpe umana, con un forte dose di metamorfosi attraverso lo straniamento.
“La cintura di Orione” si può leggere come un poemetto costituito da brevi tasselli che efficacemente si fondono in un unicum, in un insieme più vasto.
Nell’opera è affascinante un riflettersi della parola su se stessa, ad un secondo livello profondo e sembra che l’autrice scriva, a volte, sullo scrivere stesso.
Qui domina una stesura a tratti anarchica e visionaria che a volte sfiora l’alogico.
Scattanti e precisi i versi di Chiara possono essere letti come un esempio di scrittura versatile e interessante tra i più riusciti tra quelli dei poeti della sua generazione.

Raffaele Piazza .

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