mercoledì 12 marzo 2014

SEGNALAZIONE VOLUMI = FRANCESCA LO BUE

--Francesca Lo Bue, "Il libro errante", Nuova Cultura, Roma 2013.
El Libro errante, Progetto cultura, Roma, 2013.


L’autrice ripropone attraverso la tematica del libro errante un percorso poetico che affronta in modo diverso l’itinerario che è stato oggetto di precedenti componimenti, quali quello sviluppato in "L’emozione nella parol"a e in "Moira", nei quali il linguaggio e i reperti archeologici veicolano, attraverso codici proteiformi, i vissuti, le emozioni e i sentimenti sedimentati nell’inconscio collettivo dell’umanità accomunata nel cammino delle civiltà.
Nel presente volume, ad esempio, il foro romano è un’occasione per evidenziare in un reperto archeologico il tentativo dell’uomo di ripensare l’avventura delle civiltà. L’idea dell’immagine della copertina è completata in una prospettiva dinamica nei componimenti poetici del libro stesso attraverso il personaggio misterioso del rabdomante che cerca e permette di far trasparire il senso e il significato di un’avventura sommersa nel mistero.
Quindi dopo l’esperienza della parola intesa come strumento di riflessione e di comunicazione, il pensare poetico dell’autrice tematizza il suo viaggio esistenziale attraverso una nuova metafora, quella del libro che intraprende il suo viaggio nell’autonomia di un messaggio che si stacca dal suo autore. Così, il centro delle considerazioni si condensa sul mistero evocato dalla parola poetica.
In vari componimenti emerge un vissuto costante, quello della nostalgia, la quale evoca un sentimento che coinvolge la patria ma soprattutto la mamma lontana. Di fatto, in senso complessivo va senz’altro tenuto presente che la sequenza dell’itinerario creativo comprende la poesia, la parola e il libro in un percorso processuale nel quale il pensiero innesca una catena di metafore.
In effetti, tra le diverse metafore prevale l’immagine più espressiva dell’itinerario aperto al mistero che è quella di scrivere sulla pagina vuota.
In questo quadro prospettico, il libro si compone e si scompone nello spazio e nel tempo, nei luoghi e negli eventi, attraverso una narrazione ininterrotta fatta di pause e di riprese.
Il libro dunque viaggia nei luoghi, nelle stagioni, nella storia e nelle culture. I suoi veicoli sono i colori, i profumi, i fiori, le stelle, gli animali, i fiumi, ecc.
La fine del libro, ma soprattutto dei percorsi evocati dalle immagini poetiche, in senso metaforico sarà nel nulla e nella terra.
Quindi il libro evoca i ricordi e li fa rivivere. Così la tristezza, la nostalgia e i sogni perduti riprendono forma, senso e significato nella poesia.
Di fatto è da ribadire che il libro racconta nella lingua o, meglio, nelle lingue una solitudine inquieta. Pertanto gli oggetti della creazione poetica sono quindi i sogni, le solitudini, le occasioni mancate, le situazioni perdute, le illusioni svanite, le morti sofferte, le paure e i misteri dell’esistenza.
Questa recente produzione poetica della Lo Bue si compone di due lingue e due libri simili e diversi.
**
Aurelio Rizzacasa

1 Commenti:

Alle 12 marzo 2014 alle ore 12:57 , Blogger Unknown ha detto...

Ho letto il libro e mi ha emozionato.
Azzeccatissime le riflessioni del Professore.
Viva la valida Poesia.

 

Posta un commento

Iscriviti a Commenti sul post [Atom]

<< Home page