martedì 3 dicembre 2013

SEGNALAZIONE VOLUMI = DI STEFANO

GIANLUCA DI STEFANO: –“ Catalèpton” - Fermenti Editrice – Roma - 2013 – pagg. 67 - € 12,00

Gianluca Di Stefano è nato a Rho nel 1972. “Catalèpton” è un testo non scandito e molto complesso e composito; Catalèpton, che significa cose tenui, è un’opera minore di Virgilio: possiamo comprendere il perché dell’uso di questo termine: infatti le tematiche, molto eterogenee tra loro, che Di Stefano ci presenta, sono caratterizzate da una certa leggerezza, che sfiora il minimalismo. I primi quattro componimenti della raccolta sono brevissimi e sembrano caratterizzati da un carattere epigrammatico.
Un elemento saliente e piuttosto raro, nell’ambito dell’attuale produzione poetica italiana, per quanto riguarda questo testo, consiste nel fatto che molte sue poesie sono precedute da citazioni più o meno estese, tratte da testi di scrittori o filosofi, che possono essere lette come scritti introduttivi e che sono contestuali ad ogni singolo componimento. La scrittura di Catalèpton è nervosa e articolata, sottesa ad un ritmo incalzante e nel libro si riscontra una grande quantità di temi, di toni ed è presente, spesso, nei versi, una carta quota di ironia.
La poesia, che apre Catalèpton, intitolata Tutti i frutti è composta da quattro brevi versi: che iniziano tutti con la lettera maiuscola-“/Bocca di albicocca/ Gola di fragola/ Guancia di arancia/ Come la frutta ti mangerei tutta/-“: si tratta di una poesia molto compatta e le sue immagini riecheggiano quelle del veterotestamentario Cantico dei cantici; il testo è preceduto da uno stralcio tratto da Il vangelo secondo Filippo, un apocrifo, e ciò ne accresce il senso mistico. Tutti i frutti è un testo luminoso e icastico, caratterizzato da una forte densità metaforica e sinestesica; si tratta di una poesia vagamente lirica, strutturata con una grande chiarezza e con una notevole linearità.
In Oltre i confini vengono trattati il tema filosofico e quello sociale; questa poesia è preceduta da uno stralcio, tratto da Aforismi sulla saggezza del vivere di Arthur Schopenauer
A volte, in Catalèpton, domina un tratto di quotidianità, che fa da sfondo alle immagini, dette nei testi: tale quotidianità, si esplicita, ad esempio, in figure minimalistiche, come l’atto di farsi cadere addosso un pezzo di calamaro durante il pranzo, o l’azione elementare e quotidiana di fare il pieno di benzina. In tutte le poesie, caratterizzate da una pluralità di argomenti, incontriamo una grande compattezza formale. La cifra distintiva della raccolta, pare essere quella di un verso nitido e icastico, che presenta una certa pesantezza, senza che questa debba essere, necessariamente, considerata come una caratteristica negativa
In alcune composizioni ritroviamo un tu femminile, al quale l’io-poetante si rivolge, come in Ho chiuso gli occhi:-“Ho chiuso gli occhi/ Sperando di sentirti/ Ti ho sentita/ sperando di non riaprire gli occhi/+”.Si tratta di un componimento molto concentrato ed, in esso, è presente una certa valenza sinestesica, nel passare dal tema della visione, (gli occhi), a quello dell’udito (il sentire). Questa poesia è preceduta da una citazione tratta da L’isola del giorno prima di Umberto Eco, una tra le più brevi, tra quelle che si possono considerare delle introduzioni ai componimenti di questo libro:-“/Non celebrano forse i poeti le loro donne, lodandone le labbra di rubino, gli occhi di carbone, il seno di marmo, il cuore di diamante/?-”. La citazione ed il componimento stesso sono accomunati dal tema della fisicità e della corporeità sublimate della figura femminile.
In molte poesie della raccolta riscontriamo un marcato carattere simbolico e una polisemia dei significati.
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RAFFAELE PIAZZA---



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