martedì 8 gennaio 2013

SEGNALAZIONE VOLUMI = GIULIANA LUCCHINI

GIULIANA LUCCHINI – Donde hay musica - L. C. Poesia – Roma – 2012 – pagg. 97 - €10,00

L’originale testo di Giuliana Lucchini non è scandito, ed è illustrato da fotografie a colori e in bianco e nero, che bene s’intonano con il discorso letterario.
La poetica, espressa dall’autrice in questo libro ha per tema una riflessione sulla musica: si crea così un felice connubio tra l’arte delle note e la poesia stessa, fatto di continui rimandi dall’una all’altra.
Non a caso il ritmo dei versi è intenso e sincopato, pervaso da una innegabile melodiosità; nel primo componimento senza titolo, che ha un carattere programmatico e introduttivo, riscontriamo una forte presenza di misticismo, che viene detto in una descrizione di un’orchestra, il cui direttore è in piedi lassù sul podio del cielo.
Per la suddetto immagine viene in mente il golfo mistico d wagneriana memoria; dopo il componimento incontriamo una strofa in corsivo; viene evocata un’opera lirica o una messa cantata, in un’elegante versificazione che procede per accumulo, con segmenti icastici e precisi.
E’ descritta l’azione fisica dell’esecuzione musicale, attraverso la rappresentazione dei musicisti nella loro corporeità, che si fonde con quella degli strumenti, che sembrano diventare una loro estensione.
C’è una fusione tra l’uomo con il supporto materiale che produce il suono e una bella foto in bianco e nero di un bambino che suona un violoncello fa da sfondo alle poesie..
I versi della Lucchini sono pervasi da una forte densità metaforica e sinestesica; la cifra essenziale espressa dalla poeta in questa raccolta è quella di un’ansia controllata di comunicare tramite una parola detta sapientemente, che riflette in modo mistico su se stessa e sulle cose del pianeta del suono.
La musica stessa sembra farsi parola e c’è anche un contesto naturalistico che fa da sfondo alle immagini, pronunciate con urgenza e molto rarefatte.
La forma è composta e composita, concentratissima e leggera; il senso della riflessione introspettiva, elemento saliente dell’opera, si evince a partire dalla dedica originale che la Lucchini dà a Donde hay musica: A se stessa.
Nel libro è presente una forte dose di sospensione e mistero, espressi tramite una parola evocativa carica di magia e bellezza.
E’ una poesia metafisica tout-court, che s’invera felicemente, sottesa ad una forte coscienza letteraria e il tono è affabulante e descrittivo; il senso del misticismo pare essere il filo rosso che anima il tessuto linguistico e illumina con una vaga luce le parole come nei versi:-“…nel muro a secco/ che spumeggiando ci segnò di Cresima…”-; è presente, a questo proposito, anche una citazione del Vangelo secondo Luca
Da mettere in rilievo che il suono non proviene solo dagli strumenti, ma dalla voce umana:-“…voce la voce né di uomo/ né di donna o di castrato/ voce che chiama, invoca, soprannaturale, o tu che canti…”.
I versi, di lunghezza eterogenea, movimentano l’andamento del dettato e ottima è la tenuta di quelli lunghi.
Sembra, leggendo i componimenti, di assistere a svariati concerti; vista l’unitarietà dell’argomento, il testo potrebbe essere letto come un poemetto o, visto il tema, come un poemetto sinfonico, accostabile a quelli altissimi di Richard Strauss.
In questo contesto emerge, e non poteva mancare, il tema del parallelismo etico – estetico, che si evince nei versi:-“…Dove c’è musica/ non si avrà male…”-. ’
Un testo estetizzante, quello della Lucchini, molto alto e che riesce, tra l’altro, a conservare una grande carica di freschezza e immediatezza.

RAFFAELE PIAZZA -
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Il torrente – è tutte le voci insieme, in coro
Tenore basso contralto baritono soprano
Tutti di famiglia
Urli toni scrosci chiasmi, e strida
E risate, e in alto la testa e respiro
Note alte e basse.



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