giovedì 31 gennaio 2013

POESIA = VALERIA SEROFILLI

ORA CHE L’AFA

Ora che l’afa
non cessa il suo morso lento/ ma vorace
ti porterei con me, a toglierti un po’ di smog
di quel catrame trasparente/ sedimento
della vita di sempre

Ti porterei alle Canarie
a ritrovare/ il volo
di quei freschi baci selvatici
Alle Sechelles, ad annegare i pensieri
di te /di me

Mentre qui/ solo l’eco delle foreste
oasi fittizie di un artificiale ferragosto

O non è forse/ il solo
restare qui/ abbracciati
mare monte lago
semplicemente noi
la nostra estate?

**
LETTERA A MIO PADRE
(A PIU’ SERENI CIELI)

Ora che più manchi/ più non manchi
e la tua memoria a quest’ora
s’intride di luce

Anche qui, tra la folla/ intossicata di vita
vocii richiami applausi
mi tieni compagnia
Più presente di quando/ al mattino
ti alzavi già stanco e soffermavi
la mente/ prima d’iniziare il giorno
Chissà com’è ora il tuo giorno
che non sia un’andata senza ritorno
un sonno privo di risveglio
Qui nell’aria una strana dolcezza
e non è certo tutto quel che resta
e mentre il calmo lago continua a incorniciare Barcis
ho in me il tuo abbraccio/ astratto, ma non per questo meno caldo
Sei tu che più non soffri/ caro
o il ricordo di te/ a rifiorirmi dentro
senza addio?
Ora che ti so quieto/ adagiato sulla parte di me
che t’appartiene
ritorno bambina, fresca e fragile
a scrivere “padre mio, ti voglio bene”.
**
LA SVEGLIA
C’è un tempo per ogni cosa

Questa è l’ora / in cui il cuore si riposa
e , ape golosa / mi poso sul tuo petto
come su rosa
A spina controvento rispondo
“ niente in confronto / alla bufera di ogni giorno”

Per ogni cosa c’è un tempo

Questa è l’ora / in cui il cuore si riposa
e inalo il tuo profumo
come rosa

Aspetti pure tutto il resto:
i piatti da lavare
il pavimento

Finché la sveglia non ci sottragga
a ciò che induca al sonno
ed alla mente il sogno,
il giardino sia quello delle Esperidi!

**
VALERIA SEROFILLI

NOTIZIA = PREMIO ASTROLABIO

Premio Nazionale di Poesia “Astrolabio 2013”
(5ª edizione del Terzo Millennio)
dedicato alla memoria di Renata Giambene e
presieduto e diretto da Valeria Serofilli
-Prima sezione: Volume edito di poesia per un’opera in versi pubblicata a partire dal 2005. Inviare quattro copie del volume di poesia. Solo una delle copie dovrà recare i dati completi dell’ autore compreso un breve curriculum biobibliografico ed eventuale e-mail.
-Seconda sezione: Poesia inedita. Silloge inedita di almeno 10 poesie e al massimo di 20 in quattro copie. Soltanto una delle copie dovrà recare il nome e l'indirizzo completo, compreso eventuale e-mail dell’autore. E’ gradito anche un breve curriculum da allegare in busta chiusa.
-Terza sezione: Poesia singola a tema libero. Si partecipa inviando da una a tre poesie inedite e mai premiate in altri concorsi.
Inviare le poesie in 4 copie di cui solo una delle copie dovrà recare i dati completi dell’autore compreso un breve curriculum ed eventuale e-mail.
-Quarta sezione: Fiaba inedita e storie per bambini e ragazzi inedite.
Tema: libero. Lunghezza: da un massimo di 3 cartelle ad un massimo di 12 di non più di 40 righe per pagina, carattere Arial 12 o Times New Roman. La sezione è aperta agli autori di età superiore a 16 anni.
Per comodità della Segreteria si invita a inviare una copia via e-mail al seguente indirizzo: valeriaserofilli@alice.it
Giuria
Presidente Valeria Serofilli (Presidente del Premio, poeta e critica letteraria)
Membri Mauro Ferrari (poeta, Direttore puntoacapo Editrice)
Ivano Mugnaini (scrittore e critico letterario)
Alessandra Paganardi (scrittrice e collaboratrice di riviste letterarie)
Giulio Panzani (giornalista)
Andrea Salvini (antichista)
Antonio Spagnuolo ( poeta e curatore del sito letterario Poetry-Dream)
**
La cerimonia di premiazione è prevista a settembre/ottobre 2013 nell’ambito delle iniziative del Pisa Book Festival presso la storica Sala Baleari di Palazzo Gambacorti del Comune di Pisa.

mercoledì 30 gennaio 2013

SEGNALAZIONE VOLUMI = PIETRO CORDONA

PIETRO CORDONA – “L’ascesa e la rinuncia” - puntoacapo Editrice – Novi Ligure (Al) – 2012 – pagg. 55 - € 8,00

Pietro Cordona è nato nel 1976 a Torino, città dove vive e lavora; nel 2005 ha pubblicato la prima raccolta poetica Ritratti a tempo (Edizioni Palomar, Bari). La seconda raccolta è Racconti dell’attesa (Novi Ligure, 2007).
L’ascesa e la rinuncia, il libro del nostro, che prendiamo in considerazione in questa sede, è preceduta da un poemetto senza titolo dal carattere programmatico, costituito da sette strofe.
La suddetta composizione è di carattere decisamente verticale ed è formata da sette strofe; in essa è presente una forte inquietudine esistenziale e un grande senso di angoscia.
Aleggia un forte senso della morte in tale poemetto connessa ad una corporeità dell’io – poetante vissuta morbosamente; vi si legge un forte senso di rinuncia (come dal titolo) alla solarità e vi si respira un’atmosfera kafkiana vaga ed indeterminata, pervasa da un alone di mistero.
Si ripete spesso, in questo testo introduttivo, il sintagma sono caduto e la parola dignità, come se il poeta, di fronte al dolore, temesse di avere perso la stessa dignità, in una caduta simbolica del suo essere.
L’io – poetante, neolirico in modo ombroso, vive la ricerca costante di se stesso, della propria identità, delle coordinate per uscire dalla nevrosi e dall’ossessione di un esistere al quale non si può né si deve rinunciare.
Allo scritto iniziale segue il testo composto da 25 frammenti numerati, tutti provvisti di titolo che,, per la sua unitarietà intrinseca, può essere letto come un poema.
Una netta linea di demarcazione divide il poemetto introduttivo dalla raccolta vera e propria, in quanto il carattere pessimistico del primo segmento, non si riscontra in L’ascesa e la rinuncia.
Finora abbiamo parlato di rinuncia, ma c’è pure una pars costruens a livello emotivo da parte dell’autore che, tramite lo strumento privilegiato della poesia, ricerca il seme di una vita che possa approdare ad un minimo di serenità, a una certa gioia.
Nelle 25 poesie la dizione è elegante e molto leggera e il tono è più disteso e venato da una certa solarità, rispetto alle poesie dell’incipit.
Qui il poeta riesce a trasfigurare in versi una visione armonica della vita e della parola stessa.
Il ritmo è incalzante e la forma è eterea e il poeta riesce a raffigurare anche la figura di un tu (probabilmente femminile) al quale si rivolge in modo calibrato ed empatico.
E’ presente una vera armonia nei versi, permeata da una vaga musicalità. In Via Sant’Antonio il poeta descrive un viaggio in macchina in compagnia di un interlocutore del quale ogni riferimento resta taciuto e, fatto saliente, il nostro dice attraverso le prime immagini che, mentre percorreva non solo svincoli vertiginosi a capofitto, non aveva paura.
L’atmosfera qui, come dicevamo, perde il pathos del brano poetico iniziale, tutto il suo sentimento del dolore, per trasferirsi i in un’aurea di quotidianità che si apre ad orizzonti e approdi più distesi.
Cordona riesce a produrre testi ben risolti, privi di cadute, e in L’ascesa e la rinuncia ci offre un’opera caratterizzata da una forte coscienza letteraria e da una chiarezza d’intenti. .
Chiude il libro lo scritto in prosa dell’autore, dalla forte componente autobiografica, intitolato “Agli addetti e ai non addetti ai lavori”.
*
RAFFAELE PIAZZA
*
20. Quattromila

Quel giorno sul Gran Paradiso
ho rinunciato alla vetta
sono rimasto indietro
a vegliare un compagno
sfiancato.

martedì 29 gennaio 2013

SEGNALAZIONE VOLUMI = SANDRO PIGNOTTI

SANDRO PIGNOTTI –“L’opera suona” - puntoacapo Editrice – Novi Ligure (Al) – 2012 – pagg. 95 - € 11,00
Sandro Pignotti, nato a Sanremo nel 1953, ha pubblicato varie raccolte di poesia e un romanzo; è presente nell’antologia del “Premio Astrolabio 2007”, edita da puntoacapo Editrice.
In L’opera suona, il libro del nostro, che prendiamo in considerazione in questa sede, caratteristica fondante pare essere una certa visionarietà, che sembra caratterizzare tutte le composizioni, simile ad un filo rosso che le lega. Una vena di forte anarchia della forma, che sfiora l’alogicità, è un elemento da non sottovalutare nella produzione dell’autore.
Il testo è scandito in 5 sezioni ed è bene articolato a livello architettonico e anche una vena intellettualistica e vagamente filosofica connota la scrittura del poeta..E’ ricorrente la presenza, la figura di un tu, presumibilmente femminile, al quale l’io-poetante si rivolge; nei testi si incontrano magia, dissolvenza e un arcano stupore..
E’ una poetica che si può considerare “sperimentale”, quella di Pignotti, anche per il modo in cui sono disposti sulla pagina i componimenti, quasi tutti irregolari a livello strutturale, con le strofe e, a volte, i singoli versi, disposti in maniera asimmetrica.
Spesso si nota una vera e propria giustapposizione di segmenti; in qualche caso i testi sono formati da una sola strofa centrata sulla pagina.
Si assiste, nella lettura del libro, ad una grande varietà di motivi e tonalità espressive e i testi sono eterogenei tra loro, variando da quelli surreali e, come si diceva “sperimentali”, con un forte scarto dalla lingua standard, a quelli nei quali si nota, soprattutto in alcuni passaggi, addirittura una certa linearità dell’incanto, spesso con descrizioni naturalistiche e intimistiche. La scrittura sembra essere sognante e leggerissima, attraverso i variegati modi in cui si esprime e questo elemento si può dedurre anche dai titoli delle cinque sezioni dalle quali è costituito L’opera suona. che sono: Guitto, Dedicato alla zia Dieci, Jazz, La notte… e …Dei sortilegi
A volte, all’interno di singole composizioni, il poeta utilizza il corsivo e questo ne fa aumentare il senso di indeterminatezza, complessità e di una bellezza anche sensuale. I versi sono veramente icastici e scattanti nel loro procedere per accumulo, precisi e veloci.
Poesia metafisica, quella del nostro, ammesso che la vera poesia non sia sempre tale, veramente originale nel suo svilupparsi nel discorso, nel quale, elemento saliente, dominano epifanie e accensioni.
Lo sperimentalismo del poeta è assai diverso da quello dei versificatori del Gruppo 63 e presenta una cifra del tutto autonoma; il nostro sembra avere dentro di sé una fortissima carica di emozioni che, sempre ben controllate, si traducono in versi. A volte domina il tema dell’amore come in Alle 21, bel componimento costituito da vari segmenti irregolari, nel quale l’io-poetante si rivolge in modo accorato ad una presunta ragazza, trasmettendo nei versi tutto il pathos del suo sentimento provato per lei, l’ansia per gli appuntamenti iterativi che non si ripeteranno più e il dolore nell’immaginarla tra le braccia di un altro uomo.
In Jazz il poeta segue il procedimento anaforico, iniziando ognuna delle strofe con il sintagma Quanti Jazz, che si ripete in maniera ridondante e quasi ossessiva, immergendo il lettore in un’atmosfera di sogno ad occhi aperti. Un esercizio di conoscenza tout-court L’opera suona, che si inserisce nel panorama della poesia italiana contemporanea come un vero e proprio unicum
*
RAFFAELE PIAZZA
*
"Suonatore"

Frange un suono nell’androne
all’uscita della metropolitana.

Armoniche confuse
di un violino elettrico
che stride ballate latine
e note caduche.

Sarà che non ho digerito
ma reggo 60’
ai contro massaggi del suonatore
a strumento e atmosfera intorno.

C’è chi guarda e ammicca?

POESIA = AMBRA SIMEONE

( I )
Nuvola scesa dentro di me
appoggiata sulle ginocchia dell'infanzia,
sparpagliata tra i nei della pelle
agglomerata tempesta nel mio cranio
gas infiammabile nel mio stomaco
tramonto unico sul mio cuore.
**
( II )
Scrivere poesia per la poesia.
Eppure c'è da pensarci. Scrivo un diario,scavando
negli anfratti del cervello. Poesia fatta di rime baciate
tra labbra contorte di fogli grigi.
E' questo che offro a chi in giro calpesta la mia anima.
Eppure non lascio vie di uscita cammino senza traguardi
già segnati.
Vi saprete districare nei labirinti della memoria ?
Nell'allucinato viaggio che dalla mente porta al cuore ?
**
AMBRA SIMEONE
*
( da "Lingue cattive" ed. LAB - 2010 )

lunedì 28 gennaio 2013

POESIA = ANTONIO CATTINO

LA MIETITRICE
Nero velata
con lunga falce raccogli
dagli umani giardini le vite,
a noi tutti ricordi
caducità di ogni vissuto;
A volte sbagli stagione
e cogli messi immature,
come i bambini,
che freschi si affacciano
a vita con gai ridenti pensieri;
Se giovane vita si invola
pianto dolente s’innalza
di genitori sperduti
rimpianto del loro futuro;
Natura invertita e sbagliata,
di un corso del tempo impietoso,
ricordo che mai si cancella
ed in ogni momento ritorna;
Da oggi mai più ti vedrò,
immensa tristezza mi coglie,
ti penso tornare nel sole
che ogni mattino risorge.

(per Salvatore, un bambino volato incontro al sole.)
**
SPUMA MARINA
La tua foto ritrovai in un cassetto
nella stanza della malinconia
quando il tempo sospeso dei ricordi
si perde in spazi di tormenti oscuri ;
il cuore mi rapì quel tuo sorriso
vago ricordo di assopiti amori
di desideri e di speranze appese
alla dischiusa porta dei tuoi sogni.

Il mare che ritorna nei miei sensi
di te mi parlò si dolcemente
e come schiuma marina ti descrisse
che al ritornar dell'onda di risacca
emerge con soavi scintillii
il suo profumo infine poi diffonde
a nutrimento dei pensieri miei.
**
ANTONIO CATTINO

domenica 27 gennaio 2013

SEGNALAZIONE VOLUMI = NUOVI SALMI

GIACOMO RIBAUDO E GIOVANNI DINO (a cura di ) : “NUOVI SALMI” - Edizioni I Quaderni di CNTN – Palermo Ottobre 2012

9. Testimonierò col silenzio e col tamburo / il Tuo nome.

Avevo scritto dei Salmi – annota Giovanni Dino – secondo una mia personale esplorazione “nella quale facevo entrare la mia vita nel Salmo e viceversa. Parlando una sera con padre Giacomo Ribaudo, egli mi disse: Sui Salmi si sono sempre fatti studi biblici e teologici ed anche belle traduzioni. Ogni anno vengono pubblicati nuovi lavori e altri vengono aggiornati. Quello che tu stai facendo è un percorso un po’ nuovo e diverso. Decisi quella sera di continuare e ultimare [quel mio percorso] non più da solo ma a più mani, iniziando dalla sua esperienza e collaborazione.”
Assieme con Giobbe, Proverbi, Ecclesiaste, Cantico dei Cantici, Sapienza ed Ecclesiastico, i Salmi costituiscono uno dei libri didattici dell’Antico Testamento. Raccolta di “inni e canti religiosi ebraici –illustra Monsignor Vincenzo Bertolone – esprimono un lungo ininterrotto dialogo tra Dio e il suo popolo e possono essere distinti in lamentazioni individuali e pubbliche, inni e canti di lode a Dio, preghiere di ringraziamento, di benedizione e di maledizione, libri sapienziali e profetici.”

53. Signore / come uno stolto … nelle stanze opache / del mio giorno / vivo.
74. Il nulla ed il denaro sono la novella peste / scorrono tutti i giorni vuoti ed amari.
142. Sono padroni cemento [e] arroganza … si sciolgono i ghiacciai, avanza il deserto / è depredato … il mare … esistono … schiavi, oppressi e derelitti … pochi hanno moltissimo / e troppo poco altri.

E così, in ossequio al precetto del Salmo 149 [Cantate al Signore un canto nuovo], ecco il comunicato del 30 maggio 2010. Dalle pagine di CNTN (cieli nuovi terra nuova), don Giacomo Ribaudo, direttore editoriale del periodico, e Giovanni Dino, coordinatore del progetto, si fanno i promotori di una ambiziosa “operazione poetico-culturale, oltre che biblico-teologica” che aggreghi in una unica opera autori di tutta Italia e invitano pertanto poeti, scrittori, saggisti, giornalisti … a comporre nuovi canti al Signore. Canti che, pur ispirati ai Salmi, pur esaudendo lo spirito e la lettera di quel precetto, loro auspicano possano “risentire di rivisitazione”, possano, cioè, essere ricostituiti “in una versione attinente al tempo culturale e poetico presente”, possano avere “contenuti, visioni, motivi poetici originali.”
Si colgono, nella formulazione di questo invito, due aspetti – poi palesemente esplicitati nel comunicato n°3 del 26 marzo 2011 – assai interessanti: 1°. che “non gli addetti al lavoro, come biblisti, studiosi della Parola o teologi” saranno i nuovi salmisti, bensì “la voce fuori campo del poeta”; 2°. che agli odierni autori si chiede di “essere se stessi davanti a Dio, all’uomo e alla storia, non rinunciando alla propria personalità critica e al proprio modo di essere e partecipare alla vita e al mistero della fede”, si chiede che il nuovo salmo sia “composto con massima libertà”, che si usi “un linguaggio personale com’è nel proprio modo di comporre poesia, liberi da ogni pregiudizio e ingombro”, affinché si possa “continuare a far parlare Dio attraverso la visione dei poeti di questi tempi”, affinché quella parola “continui ad essere viva ed edificante.”

33. In questo mondo sprezzante e folle … è arduo rintracciarti nel volto / del barbone metropolitano, negli occhi del gitano … è arduo intuirti nell’iride della cascata … nel virgulto d’edera.
133. Diversi … per popolo, / pelle e cultura / l’amore / ci riscopre / fratelli / con le radici nel cielo.
87. Anch’io / sono il Tuo tempio … hai pronunciato al Fonte il mio nome.

“Una bella sfida”, ha considerato qualcuno.
Non pochi hanno rinunciato: alcuni perché non hanno mai scritto su commissione; parecchi perché non si sono ritenuti all’altezza. “Questi nostri amici – appuntano don Giacomo Ribaudo e Giovanni Dino, il 24 ottobre 2010, nel comunicato n°2 – non sanno che i loro timori, i loro limiti sono i timori e i limiti di tutti.”
Tra coloro che hanno aderito nomi noti della cultura italiana contemporanea ma anche qualche giovane penna. Ne scorriamo, oltre a Don Giacomo Ribaudo e Giovanni Dino, una carrellata: Anna Maria Tamburini, Stefania La Via, Anna Maria Farabbi, Anna Ventura, Domenico Pisana, Franco Loi, Marco Scalabrino, Daniele Giancane, Daniela Monreale, Massimo Sannelli, Cristina Casamento, Stefanie Golisch, Francesca Luzzio, Francesco Federico, Rosaria Di Donato, Stefano Rovinetti Brazzi, Lina Riccobene, Senzio Mazza, Roberto Maggiani, Annalisa Macchia, Lucio Zinna, Maria Concetta Naro, Emanuele Verdura, Giò Ferri, Licia Cardillo, Franco Campegiani, Franca Alaimo, Ester Monachino, Elena Saviano, Carmelo Pirrera, Silvana Blandino, Nico Bertoncello, Claudia Radici, Antonella Pizzo, Domenico Cara, Meeten Nars, Eugenio Giannone, Antonio Spagnuolo, Gianmario Lucini, Antonio Fiori, Maria Antonietta La Barbera, Cristina Annino, Melo Freni, Pietro Civitareale, Dante Cerilli, Flora Restivo, Fernanda Ferraresso, Paolo Turturro, Lucianna Argentino, Alessandro Ramberti, Margherita Rimi, Gero Miceli, Maria Gisella Catuogno, Germana Duca Ruggeri, Anna Maria Curci, Giusi Maria Reale … in una larga partecipazione geografica che va dalla Sicilia al Piemonte, dal Veneto alla Sardegna, dal Lazio alla Puglia e che copre località da tutto lo stivale: Palermo, Terni, Taranto, Genova, Rieti, Roma, Venezia, Varese, Torino, Vicenza, Firenze, Ragusa, Milano, Bergamo, Ancona, Bolzano, Potenza, Perugia, Padova, Verona, Sassari, Bari, Agrigento, Cosenza, Napoli, Trapani, Sondrio, Rimini, Chieti, Siracusa, Caltanissetta, Salerno, Bologna, Siena, Catania, Asti …

105. Nel Padre sei giudice, nel Figlio imputato.
70. Tu, che di dure pietre puoi far pane, / fa’ ch’io diventi il tuo strumento.
36. La Tua ala / d’aquila smisurata … scende giù / a liberare la catena / della nostra colpa.

Dopo un faticoso avvio, il lavoro prende forma e don Giacomo Ribaudo e Giovanni Dino allestiscono il comunicato n°3: “Questo nuovo lavoro letterario si presenta originale ed unico nella storia della letteratura di tutti i tempi. Nuovi Salmi è da intendersi come una cosciente e responsabile interpretazione del salmo assegnato alla luce dei tempi attuali.”
Traiamo dalla prefazione di Giorgio Bàrberi Squarotti: “L’idea di proporre ai poeti d’oggi la riscrittura di tutti i Salmi, da reinterpretare alla luce della nostra concezione della poesia e della responsabilità attuale del sacro, nel tempo tanto contraddittorio e drammatico, è stata una sfida ardua e grandiosa, sublime e ansiosa. Il salmista attuale ha potuto privilegiare non soltanto l’argomento specifico del singolo salmo, ma ha potuto attualizzare il messaggio religioso e spirituale e sacrale di esso, nello spesso strenuo e appassionato confronto fra tema originario ed esperienza contemporanea. I nuovi salmisti si dividono in due prime, grandi categorie. L’una è della riscrittura del salmo nell’attualizzazione di linguaggio, costruzione, immagine; l’altra è quella della novità spesso notevole dell’argomento e dello stesso intento spirituale o più specificatamente sacrale, nella tesa aspirazione a usare il termine “salmo” per rilevare più efficacemente la voce pur tuttora fondamentale della presenza di Dio. Molti testi attualizzano il discorso biblico alludendo ai costumi dei nostri tempi, alla politica d’ora, alle condizioni presenti nel mondo, in forza della consapevolezza che Dio è uguale al di fuori del tempo.”

65. Si cammina danzando per le vie. / Si riposa abbracciati al Tuo silenzio.
47. Sono nel tuo cantare / un sasso / che all’inizio dei tempi / fiorirà.
21. Le nostre voci innalzeremo al cielo / per inneggiare alle tue meraviglie.

Il volume consiste di 157 testi (sette Salmi infatti: i numeri 6, 13, 23, 40, 105, 109 e 116, sono stati reinterpretati da due autori), più quattro altri elaborati inseriti di seguito nella sezione Altri Poeti.
Tutti in italiano, tranne due in dialetto, il 22 e il 69, diversi brevi o brevissimi altri assai lunghi, in versi sciolti eccetto un caso di terzine dantesche, il 17, e uno di distici a rime baciate, il 139, per la più parte riletti in maniera ortodossa, in altre circostanze con coinvolgimento delle esperienze personali, nella attualità, con soluzioni liriche e formali originali.

Già esposti in una essenziale selezione taluni degli esiti a nostro avviso più felici, chiudiamo con una significativa considerazione, quale riteniamo sia la presenza, in parecchi degli odierni Salmi, di Cristo; presenza, ovviamente, non rilevabile nei “vecchi” Salmi, tutti calati nel Vecchio Testamento, prima ovverosia dell’avvento del Redentore, la profezia realizzata. Presenza osservata da Bàrberi Squarotti e ribadita da Alfio Inserra nel corso della sua brillante presentazione avvenuta a Palermo lo scorso mese di Dicembre 2012. Stralciamo, solo a mo’ di esempio: 48: Cristo poi risorto. / Tu, vino e pane sai molto saziare; 68: Tu, il Cristo della croce, / detergevi di speranza gli aridi pensieri; 72: Venne il Messia … raggio di luce che nessuno capì; 127: Ho un appuntamento / con Lui, con Cristo Gesù.

13. Senso del mio errare / sono le tue braccia alla fine / della curva.
****
MARCO SCALABRINO

sabato 26 gennaio 2013

SEGNALAZIONE VOLUMI = STEFANO BOLOGNESI

STEFANO BOLOGNESI – "Fuochi rovesciati" - puntoacapo Editrice – Novi Ligure (Al) – 2012 – pagg. 83 - € 10,00
Stefano Bolognesi è nato nel 1967 e vive a Merano; ha pubblicato le raccolte di versi, Abengibre (1996), Elialuna (1998) e la silloge Sarai nuvola o corvo (2000).
Fuochi rovesciati è una raccolta non scandita e ogni sua composizione presenta la traduzione in inglese a fronte.
Una delle caratteristiche salienti del testo è la sua chiarezza espressiva, che si coniuga a leggerezza ed icasticità; quasi in ogni componimento il poeta si rivolge ad uno o più interlocutori.
Tra i temi trattati dall’autore incontriamo quello vagamente epico, che affronta anche l’epica del quotidiano, e quello amoroso
La versificazione procede per accumulo e la punteggiatura è poco frequente, elemento per il quale i versi, in ogni singola strofa, scorrono in lunga ed ininterrotta sequenza, quasi in ogni componimento
Intensa, stabilmente, l’aggettivazione che carica i sintagmi di molti significati e sfumature.
Il modo tramite il quale il poeta, attraverso la parola. pronunciata con eleganza e rigore stilistico, si relaziona all’alterità è carico di pathos e di una vaga nostalgia per qualcosa che è stato perduto e che non viene detto.
Tutte le poesie sembrano navigare in una nebulosa di vaghezza, che ne accentua il senso di indeterminatezza e mistero, con molti rimandi ad un mondo mitico.
In Come gli alberi poesia che, nell’ambito complessivo del testo, spicca per bellezza e magia ed è ben risolta nel suo insieme, l’io poetante si rivolge all’amata, adottando un procedimento anaforico, attraverso la ripetizione del sintagma Ti amerò come.
La suddetta poesia è una poesia neolirica; il poeta qui paragona il suo amore a quello di un albero; l’elemento vegetale qui si fa personificato e c’è l’identificazione del poeta con la pianta, che sfiora il senso di una metamorfosi; a questo proposito è doveroso sottolineare, considerando la natura vegetale animata, che Ponge si chiedeva se un albero sapesse o potesse parlare; il nostro attribuisce, ad esempio, ad un frassino, una capacità d’amare senza spiegare in che cosa consista e, nel discorso complessivo, viene espresso anche il senso della purezza del mondo vegetale.
Incontriamo nitore e luminosità nei versi di Stefano Bolognesi, che sono scattanti e veloci, e ottima è la tenuta di quelli lunghi.
Tutti i componimenti sono provvisti di titolo; in Potessi ogni giorno il poeta si rivolge alla sera, che viene detta come una figura femminile: infatti l’autore afferma di volerle scioglierle come un vento i capelli in abbracci invisibili e la definisce rubiconda e con guance di mela.
Un forte senso di sospensione anima la raccolta, che ha per protagonista la natura stessa, nominata nei modi più svariati e che è rappresentata anche dalla figura femminile.
Delicato è l’erotismo che il nostro ci presenta, venato da tenerezza e da pudore, elemento raro nel panorama odierno della poesia, nel quale predominano, in questo campo, immagini forti e scabrose.
L’autore riesce a creare un connubio felice tra mari, cieli, piante e la donna, che fa parte del sembiante, paesaggio stesso che, non raramente, sembra diventare un’iridata visione.
E’ un’opera originale Fuochi rovesciati ed efficace è la sua traduzione in inglese, che ci permette di coglierne a fondo le sue qualità.

RAFFAELE PIAZZA
*********
Primo pensiero

Fiore dei giardini di Zlatorog
amarena dei sogni, maturata
in un antico cortile, svegliati ora,
che io possa sulla tua fronte
raccogliere il quadrifoglio
del primo pensiero.

giovedì 24 gennaio 2013

SEGNALAZIONE VOLUMI = ELENA CORSINO

ELENA CORSINO – “Nature terrestri” - puntoacapo Editrice – Novi Ligure (Al) – 2013 – pagg. 53 - € 9,00

Elena Corsino, poetessa e traduttrice, è nata ad Idra (RO) nel 1969.
"Nature terrestri" è una raccolta suddivisa in due parti, quella eponima e "Passaggi d’ombre".
Le due sezioni sono precedute da una poesia di carattere programmatico, intitolata In luogo di promessa, il cui argomento è il caos che nessuna parola potrebbe dire; anzi le parole fuggirebbero il caos.
Nei versi l’io-poetante è molto autocentrato e i sintagmi, che danno vita alle immagini, si librano sulla pagina con leggerezza controllata e una grande scioltezza.
E’ una poetica descrittiva, quella della Corsino e sono dette figure che vengono interiorizzate; la natura, espressa dalla poeta è rarefatta e armonica.
La forma delle composizioni è di carattere neolirico e nei componimenti spesso s’incontrano belle illuminazioni, vere e proprie accensioni nei versi come per esempio nel seguente passaggio, che chiude un testo:-“Io vengo all’accorrere del cielo/ all’azzurro in grembo alle colline”-.
La dizione è precisa e armonica e c’è grazia e levità nelle poesie di questo testo.
Cifra distintiva della raccolta pare essere la percezione visiva e anche tattile dell’autrice verso la realtà che la circonda, che viene sublimata e trasfigurata nei versi.
Tea gli elementi detti con urgenza dalla Corsino, osservati dal suo occhio poetante, ricorre frequentemente il cielo, sia quello azzurro e diafano del mattino, sia quello notturno dalla tinta plumbea.
E’ una poesia della visione epifanica e la poeta pare immergersi con il corpo e con l’anima nei sembianti incantevoli che la circondano.
Nel suo interanimarsi con la natura, l’autrice a volte affronta la tematica della metamorfosi, come quando afferma che si farà acqua pura e muterà la sua natura.
Spesso ricorre la figura di un tu al quale la poeta si rivolge, presumibilmente l’amato, figura evanescente del quale ogni riferimento resta taciuto.
A volte si percepisce un forte senso di corporeità dell’io-poetante, nel suo relazionarsi con la realtà esterna e circostante.
Quello di Nature terrestri è un paesaggio iridato e a volte idilliaco, fatto essenzialmente da cieli e da vegetazione.
La forma è armonica e i versi sono scattanti e veloci e avvertiamo una certa armonia nel ritmo, che si coniuga a sospensione.
In Passaggi d’ombre, come dallo stesso titolo, si nota una scrittura che tende all’oscurità e all’evanescenza ed è ottima la tenuta dei versi lunghi.
Nella suddetta scansione si nota, a volte, una certa anarchia nei versi che procedono per accumulo.
Una sorta di filosofia naturalistica è presente soprattutto in Passaggi d’ombra quando la poeta parla di luce ombra e dell’essere e dell’esserci.
Qui la Corsino, tramite la parola pronunciata, pare scavare nella realtà attraverso i sintagmi che ci propone, quasi volesse decifrare il mondo che la circonda, tramite il medium della poesia stessa.
Come scrive Ivan Fedeli nella prefazione “la ricerca poetica di Elena Corsino è un quaderno che si apre quasi ammiccando alla lettura ed è figlia di una tradizione espressiva e formale, studiata con spirito critico.

RAFFAELE PIAZZA
***
"E’ lastricata e sdrucciola la mia
non retta via di fragili orizzonti
sui fianchi di rovine umili e muri
- e scarti ricoperti di muschio."

lunedì 21 gennaio 2013

POESIA = PIETRO SALMOIRAGHI

NON RIESCO più a sentire.
O, forse, isolato come sono,
non voglio più ascoltare:
neppure quel che la memoria
suggerisce.
I luoghi in cui ora vivo
appartengono ad una astratta geografia,
persa nel tempo :
luoghi che non conosco,
ci vivo e tanto basta.
**
LA LUCE - non naturale - del tramonto:
un'illuminazione drammatica,
quasi teatrale.
Persino , a volte, un poco kitch.
Che aggiunge ulteriori elementi
- se mai fosse necessario,
al nostro senso di estraniazione.
**
PIETRO SALMOIRAGHI
( a "Indizi di colpevolezza"
edizioni Del Leone - 2013)

domenica 20 gennaio 2013

SEGNALAZIONE VOLUMI = ALDINO LEONI

ALDINO LEONI – A mani ferme - puntoacapo Editrice – Novi Ligure (Al)- 2012 – pagg.55 - € 9,00 -
Aldino Leoni è nato ad Alessandria nel 1949 e cura fin dalla fondazione, nel 1981, la Biennale di Poesia di Alessandria
A mani ferme è un testo non scandito; una forma concentratissima connota tutte le poesie e deve essere messo in luce che tutti i componimenti della raccolta sono omogenei tra loro.
Il libro può essere suddiviso in due parti, anche se non è sezionato tramite titoli dei segmenti.
Nella prima , la più lunga, si leggono poesie quasi sempre brevi, tutte senza titolo; nella seconda tutte le composizioni sono provviste di titolo e sono di notevole lunghezza, e hanno un carattere più intellettualistico; tra i componimenti della seconda scansione possiamo leggere quello eponimo, che è un poemetto costituito da quattro strofe numerate..
La scrittura procede per accumulo e molti dei testi si possono considerare dei veri e propri frammenti, vista la loro brevità, e hanno un carattere vagamente epigrammatico.
Molto spesso vengono detti elementi vegetali, come fiori, erbe, alberi o frutti, che possono avere anche una valenza metaforica e simbolica.
Le poesie sono caratterizzate da un senso di magia e sospensione; si nota un rigoroso controllo formale e viene nominato spesso il vento. Tutto (nella prima sezione) pare essere detto in un contesto naturalistico e anche le poesie costituite da più strofe si risolvono in un unico respiro.
Leoni può essere considerato, anche se questo non è l’unico aspetto della sua poetica, un poeta della metafora vegetale, avvicinabile a Bacchini o a Pennati; di Camillo Pennati riprende con coscienza letteraria, la tematica della sintonia uomo-natura di quella fusione che sembra così in crisi nella società del nostro postmoderno occidentale.
Anche a livello stilistico il nostro può essere paragonato a Pennati, per i versi sinuosi e le chiuse lapidarie, anche se rispetto al poeta di Sotteso blu, la versificazione di Leoni è meno articolata e i suoi componimenti sono molto più brevi.
La natura pare essere la protagonista della prima parte del libro e viene spesso nominato tra le righe un personaggio vago ed evanescente che viene evocato e del quale ogni riferimento rimane taciuto e la cui presenza sembra serpeggiare in alcune poesie, creando un senso di mistero..
Un senso d’indeterminatezza connota le poesie lunghe che leggiamo in A mani ferme, un senso di avvertita inquietudine, molto diverso dalla linea descrittiva, chiara e luminosa delle poesie senza titolo.
Nel componimento eponima si nota una forte tensione verso la corporeità, nominata con ricchezza di particolari; il linguaggio si fa più articolato, pur mantenendo una certa dose di chiarezza e leggerezza..
Bella la prima parte, di questo, che può essere considerato quasi un breve poemetto, nella quale l’io-poetante si rivolge, quasi come se fosse un medico, ad una figura femminile, parlandole del suo corpo, della sua circolazione del sangue, e di un sonno indotto, probabilmente da psicofarmaci, che si risolve in un felice risveglio.
Come scrive Guido Oldani, nella sua nota introduttiva, “Ora, in questa raccolta dal titolo A mani ferme, tolti i belletti montaliani, resta il padre Ungaretti e per suo tramite, via che si va nell’esistenzialismo della natura, come un Sartre del Creato, prima che si declini, quello che si usa appellare, in qualche modo, nostra civiltà”.

RAFFAELE PIAZZA
***
La folle raccolta dei fiori
dai petali lucenti.
L’intenzione di farne
fiori secchi decorativi.
La sensazione graduale
che si trattava di fiori vivi.

giovedì 17 gennaio 2013

NOTIZIA = PREMIO CIVETTA DI MINERVA

PREMIO LETTERARIO “CIVETTA DI MINERVA” - ANTONIO GUERRIERO – 2a edizione

L’Associazione “Spazio Incontro” di Summonte bandisce la 2a edizione del Premio Letterario Biennale “CIVETTA DI MINERVA” - ANTONIO GUERRIERO, per l’anno 2013, con un’unica sezione: POESIA EDITA; riservata a raccolte di poesia in lingua italiana di unico autore, pubblicate nel periodo compreso fra il 1° gennaio 2011 ed il 31 dicembre 2012.
Il vincitore, scelto da una Giuria Popolare fra una terna di finalisti indicati dalla Giuria Tecnica, si aggiudicherà un premio consistente in un’opera d’arte simbolo del concorso, realizzata dall’artista Giovanni Di Nenna per il valore di € 1.500,00. Agli altri due finalisti andrà a ciascuno un’ulteriore opera dello stesso artista.
Gli autori interessati alla selezione o le case editrici (in questo caso si sottende l’autorizzazione da parte dell’autore) devono trasmettere al seguente indirizzo:
Segreteria del Premio Letterario “CIVETTA DI MINERVA” – ANTONIO GUERRIERO
c/o Associazione Spazio Incontro - Via Starze I, 24 – 83010 Summonte (AV) numero 5 (cinque) copie della pubblicazione di poesia entro e non oltre il 16 marzo 2013.
e-mail: spazioincontro@gmail.com - cell. 340 9895116 ----

mercoledì 16 gennaio 2013

SEGNALAZIONE VOLUMI = NICOLETTA CORSALINI

NICOLETTA CORSALINI : “La solitudine delle maree” – Edizione Agemina – 2012 - pagg. 80 - € 10,00 –
Nel rapido susseguirsi dei versi ogni poesia , sempre breve nella stesura , riesce con suggestiva illuminazione a trasportare il lettore attraverso le mille colorazioni che il mare , i paesaggi , gli anfratti , le onde , appaiono o scompaiono allo sguardo attonito e rapito.
Le pennellate che Nicoletta Corsalini riesce a proporre diventano essenze della parola poetica , sia che un tramonto contrasti con il rosso delle labbra, sia che il pensiero si abbandoni agli inganni delle risacche. Il distacco dalla vita è per la poetessa simile al cadere di una foglia al vento : un attimo e tutto si ferma , ritorna il silenzio , tace il vento , e le parole mancano.
Solitudine o illusioni , amore o pathos , non sono una strana vanità che ci sovrasta , ma scogliere battute dai marosi , che riflesse in fragili cristalli cercano di raccontare qualche verità sospesa.
Molta malinconia si cela tra le riga , nel suono ritmato dello smarrimento, nel cielo vasto del suo azzurro, nello sfuggire tiepido di un lamento.
- ANTONIO SPAGNUOLO -

martedì 15 gennaio 2013

NOTIZIA = PREMIO GIANSANTE

IL MUSAGETE – Istituto Culturale della Calabria
di Francavilla Marittima (CS), con il
patrocinio della Provincia di Chieti e del Comune
di Lanciano (CH) e in collaborazione
del Quadrimestrale di Letteratura Italiana “Il
Fiacre N. 9”, per ricordare la figura e l’opera
della poetessa abruzzese TONIA GIANSANTE,
indice il
PREMIO LETTERARIO NAZIONALE
“Tonia Giansante”
Tre sono le sezioni a concorso:
SEZ. A – Poesia inedita in lingua italiana
SEZ. B – Racconto inedito
SEZ. C – Libro edito di poesia
Le opere e il contributo di partecipazione
dovranno essere inviati entro e non oltre il
12 febbraio 2013 al seguente indirizzo:
Premio Letterario Nazionale “Tonia Giansante”
– C/o Bonifacio Vincenzi – Via
Manzoni 6 – 87072 Francavilla Marittima
(CS).
• Sono previsti i seguenti premi:
Sez. A – Euro 250 al primo classificato
Sez. B – Euro 250 al primo classificato
Sez. C – Euro 400 al primo classificato
La cerimonia di premiazione
si svolgerà in Calabria nella primavera
2013. La data e il luogo saranno
comunicati tempestivamente ai vincitori –
Riferimento : bonifaciovincenzi@libero.it


RIVISTA = INCROCI

INCROCI - semestrale di letteratura e altre scritture -
numero ventisei - luglio - dicembre 2012 -
Sommario :
Editoriale
Gabriella Montanari : Tranches de ville: (circa) 24 ore nella vita di Lutezia
Franco Perrelli : Norden dikter
Esther Celiberti : Una mora, una consolazione
Hernan Castellano Giron / Lino Angiuli : Una memoria per amico
Gianni Lenoci / LIno Angiuli : Quattro mani per quattro stagioni
Giuseppe Lupo : Partita a carte con il telaio
Domenico Ribatti : Sillabario dell'amicizia
Giovanni Turi : Letteratura , realtà e impegno : "incroci" possibili
Donella Cianci: Una costituente della cultura o una cultura ricostituente
Antonella Squicciarini : La lettura come bene comune
Daniele Maria Pegorari : Editoria e umanesimo nell'epoca della Temporanea qualità
Valeria M. M. Traversi : La crisi al tempo della post-memoria
Piera Mattei / Amedeo Anelli / Lino Angiuli : Per Gianfranco De Palos
Schede : a firma di D.M. Pegorari, G. Traversi, J.S. Imbornone, F. Giuliani , V. M. M. Traversi, P. Paone, P. Testone , C. Tedeschi , M. Comitangelo , A. Airaghi, I. Di Bari, M. Squacciarini , M. Marinkovic, A, Labianca.
Riferimento :addaeditore@addaeditore.it -

mercoledì 9 gennaio 2013

SEGNALAZIONE VOLUMI = GIANNI RESCIGNO

GIANNI RESCIGNO : “Nessuno può restare” - Ed. Genesi - 2013 – pagg. 120 - € 15,00 –
C’è in queste nuove poesie di Gianni Rescigno un alone che rispecchia la luce della parola , scelta come racconto della propria vicissitudine quotidiana , tra il dono delle pieghe d’amore e il solfeggio delle note della memoria. Le ragioni sentimentali o le concretezze del racconto si adagiano nelle sembianze della fascinazione, per cui il sorriso o la carezza, la malinconia o l’illusione vengono proposte quasi come una sussurrata canzone , che ama gli accenni del ritmo.
“Non passa giorno / che non ho per te/ pensieri d’amore./ Devo tutto al tuo albero / che non si stancò di fruttificare/ pazienza e ore di attesa, / E le primavere da cui/ presi odori e profumi / furono abbondanti di fiori./ Molto ti devo:/ erano dolcissime le drupe / maturate con sapienza di sguardi/ e lampi di fede./ Tu sei nei miei giorni/ venuti dai tuoi / seminati lungo stagioni di spighe, / tu mia luna con passo di piuma / fino ad arrivare al mattino.”
La sosta coinvolge ed il coinvolgimento è la rete stessa della esistenza giornaliera, che vuole testimoniare il bisogno di rincorrere un incanto o di ripetere gesti che la persona amata riesce a realizzare.
Anche il pensiero ha le sue necessarie parole per riprendere quelle fascinazioni che la psiche suggerisce , sospesa tra le interrogazioni e le immaginazioni, nelle dimensioni che spezzano regolarmente l’incanto per situarsi nell’intimo della persona, nel cuore, nella realtà che circonda.
Così anche il pianto ha quella lacrima improvvisa che riesce a sospendere il sussurro di chi viene rapito improvvisamente , e nel ricordo delle movenze della carne sembra che possa sopravvivere per raccontare ancora qualche cristallo riflesso fra le palpebre.
Rescigno ha una lunga e brillante carriera di poeta, poeta dotato di una squisita sensibilità per il suo sommesso e valido contributo di scrittura , e la sua costante ricerca della “parola” permette di riproporre e proporre le più varie sfaccettature della composizione immaginativa.
ANTONIO SPAGNUOLO----.

SEGNALAZIONE VOLUMI = PETER CARRAVETTA

PETER CARRAVETTA : “L’infinito” – Ed. Campanotto – 2012 – pagg. 208 - € 15,00 –
Poesie scelte dal 1972 al 2012 , una ricca antologia di testi che fanno storia, la storia di un poeta sempre presente nella cultura contemporanea , sia per la sua impegnata e impegnativa carica di titolare della Cattedra per gli Studi Italiani e Italoamericani alla Stony Brook University, sia per i numerosi studi e saggi di ermeneutica, teoria critica, storia delle idee,d’avanguardie e postmoderne.
Dalla più semplice storia d’amore : “L’avevo nei polpastrelli-/ dolce acre effabile/ essenze alchimiche vitali,/ dalla palude urbana come stormo/ si sperse nel mio io. credetti / per attimi : alcuni pomeriggi/ di foglie rosse e labbra abissali,/ passi maestosi mistici e sensuali- / era tutto li-/ dalla criniera/ fusa di pura notte liscia svolazzante/ ai mondi celesti esposti/ negli iridi magnetici/ bastava solo/ il suo chinarsi su un giunco disperso/ o il suo sorriso/ al mio apparire: / poi sparì/ qualvolta dopo, al rivederla/ svanivano sogni ricordi e desideri - / più non potevo imbeverla./ più non avere, credere. / non c’era più niente.”, ove l’intreccio amoroso trova vincoli e sotterfugi, illusioni e sbandamenti , in una variabile successione di luminosità, alle liriche che rimandano il lettore ad un luogo geografico ben definito , ove la scelta linguistica , come il dialetto, è sostanza inscindibile dalle figurazioni e dalle rielaborazioni della memoria.
Il dialogo a volte ha la voce sibillina dell’introspezione , tra i suggerimenti della psiche sempre vigile e pregnante e le vicissitudini dei sentimenti, con un adagio ritmato che rende la pagina perfettamente realizzata.
I passaggi in prosa , che troviamo nella sezione “Metessi” risultano da sedimenti visibili ed invisibili della costruzione interpretativa, che fa del “breve saggio” una esperienza culturale intorno alla poesia stessa. I motivi trasbordano e si concretizzano nelle visioni di avvenimenti passati , o nella fissità di uno sguardo che incide come un graffito nelle fascinazioni vissute. Il mondo interiore del poeta trova testimonianze in pieno rigore di scrittura e ricchezza di espressione nelle varianti della parola articolata.
Arricchisce il volume una breve antologia critica a firma di Adriano Spatola, Elio Grasso, Raffaele Perrotta, Paolo Valesio , Francesco Mangone, Angela Biancofiore, Dante Maffia.
*
ANTONIO SPAGNUOLO

SEGNALAZIONE VOLUMI = ALDA CICOGNANI

ALDA CICOGNANI – Voci di notte e alter poesie - Puntoacapo Editrice – Novi Ligure (Al) – pagg. 111 - € 12,00

Alda Cicognani è nata e vive a Bologna; ha pubblicato varie raccolte di poesie.
Il suo nuovo testo è costituito dalle sezioni Voci di notte e Altre poesie. Le due scansioni sono precedute dalla poesia programmatica e introduttiva Limone che è suddivisa in due strofe: nella prima l’io-poetante rivolge un vago invito ai suoi virtuali lettori, invito che può essere letto e inteso come un incoraggiamento alla trasgressione, al pensiero divergente, all’uscita dai canoni prestabiliti di una società massificata, dominata dall’acrisia:-“Siate scomodi/ siate sabbia/ non siate olio/ nei loro ingranaggi.”; nella seconda leggiamo una riflessione in versi sul tema della morte molto ironica e amara.
A livello stilistico si deve mettere in rilievo che tutti i componimenti iniziano con la lettera minuscola, elemento che ne accentua il senso di mistero e di arcana provenienza. Inoltre va evidenziato il fatto che ogni poesia scorre in lunga ed ininterrotta sequenza con un’assenza quasi totale di punteggiatura, sia per quanto riguarda le composizioni risolte in una sola strofa, sia per quelle costituite da più strofe.
E’ presente una vena affabulante, che si coniuga a chiarezza e trasparenza a livello espressivo ed è intensa una forte cura dei particolari nella descrizione di una quotidianità definibile epica, non priva di un certo minimalismo.
La poetica della Cicognani si può definire introspettiva e si esplica attraverso immagini di azioni comuni e consuete della vita quotidiana.
Il tono a volte è vagamente surreale e visionario e nel tessuto linguistico riscontriamo un senso materico della corporeità nelle immagini dette dalla voce poetante.
In Angelo di passaggio, una delle poesie più interessanti, si ritrova il tema del misticismo, tramite la descrizione di un angelo umanizzato in quanto chiede anche lui un bicchiere, ha le ali stanche e suda.
La suddetta composizione costituisce un unicum nell’ordine del discorso della raccolta, visto che tutte le altre poesie sono calate nella materialità.
Si tratta di un angelo descritto in modo del tutto immanente perché la sua presenza penetra ed entra nella storia di un giorno comune, come tutti quelli descritti nella raccolta, con le sue contraddizioni, le sue ansie, le sue difficoltà e le sue gioie.
L’angelo potrebbe essere letto anche come alter ego della poeta, immersa sempre in una vita da affrontare con spirito combattivo e critico nei confronti della realtà che la circonda.
In Voci di notte e altre poesie il tono è prevalentemente colloquiale e molto diretto, a tratti crudo, ed è frequente la presenza di un tu al quale l’autrice si rivolge, del quale ogni riferimento resta quasi sempre taciuto.
Prevale un forte senso di indeterminatezza e spesso il lettore è immerso in paesaggi e ambientazioni vaghi, caratterizzati da una forte componente onirica e quasi fiabesca. .
Non è un libro del tutto pessimista, quello di Alda Cicognani. A volte l’ispirazione si apre a sequenze luminose e solari che sottendono il fatto che la vita non è solo cura in senso leopardiano.
In Quel giorno luminoso, infatti, la poeta esprime tutta la sua gioia nello scorgere un cielo azzurrissimo, nello sciogliersi tra le braccia dei suoi fiumi, raggiungendo così una gioia non solo dell’anima, ma anche una gioia fisica ad essa connessa.
Bisogna sottolineare però che anche nella suddetta composizione è presente una forte dose di dolore, quando nell’ultima strofa l’io poetante nomina l’odio con ridondanza e si rivolge ai suoi figli.

RAFFAELE PIAZZA
**
In fondo tutti pensiamo che quando moriremo
moriranno anche tutti quelli che conosciamo
e abbiamo conosciuto. Una strage.
Ecco perché non ci piace l’idea: vorremmo salvarli.

POESIA = RAFFAELE PIAZZA

--CONCA DI TRAMONTO E ALESSIA

Prologo

Poi nell’aria rosapesca un segno,
un segnacolo, una foglia di
eucalipto nella mano affilata di Alessia e

1
poi oltre la portineria dove rise come
una donna un lampo nel cielo, un raggio
colto con la forza dell’azzurro degli occhi e

2
a poco a poco nell’incresparsi dei capelli
nel vento il saluto di Giovanni pari ad aurora
dai bei fianchi, mani affilate nelle mani e

3
nella velocità, nell’attimo in men che non si dica
spicca il gabbiano il volo sulle cose del mare e la marea
che niente può pettinare, uscita Alessia all’aperto per resistere e

4
nella calma del giorno a leggere un libro nel letto
oppure sono i morti ad arrancare sul sentiero delle cose
e parlerà l’olivo tolto dalla tenda per uno splendido stupore.
************

--ALESSIA DALLE ACQUE


Prologo

Attimi di limbo, tuffo nel Mediterraneo,
il luogo è Ischia, isola verde, presagio
di vittoria. Scende il tempo nell’anima e

1
di platino il volo dei gabbiani e sono
partiti i genitori. Alessia attenta trasmigra
sul delta delle cose in diafano apparire
in compatto panneggiare delle nuvole e

2
il lago è una conca di tramonto: una figura
ad angolo con il tempo appare ed è Giovanni
pervaso dalla nebbia e pioggia bagnare
fisicità di Alessia, oltre le finestre e

3
del condominio restano i balconi sul mare
ad aggettare, coincisa Alessia in una sola
cellula il vento ad accarezzare e la tela e

4
una via nuova appare che porta agli scogli
delle guarigioni e una nuvola getta acqua
sulle cose nuove, la gonna dono di Giovanni
se è bella Alessia come una donna.
**
DANZA DI ALESSIA

Prologo (le prove)

Alessia, i passi, le movenze lo specchio
nella palestra (Casa degli angeli, raggiunta
sul farsi dell’albereto della sera)
nella camera dell’anima in leggerezza
di ragazza e

1
lo spettacolo, la luce, il pubblico,
intensità di atmosfere nel panneggiare
del sipario in esatta armonia e

2
Alessia entra in scena (flamenco o altro)
ad accadere in fragile linee dove era
già stata, prima di diventare ballerina e

3
s’intesse nelle cose di sempre un pensiero
di Giovanni (Alessia ha il rimmel che le
ha regalato) e danza leggera come una donna e

4
nell’aria di vetro delle fanciulle
il cerchio magico a ovest della vita
e messinscena ad aggrapparsi a un filo e

5
a poco a poco lo sguardo a collimare
con il limite della sicurezza nel muoversi
in arte, mimare l’esistere tra applausi.

****

--ALESSIA E L'ALBERETO -


Prologo

Chiostra di pini, da Alessia
il sembiante intravisto sotto
un cielo campito oltre il nulla
di stelle ad infiorarlo e

1
fare l’amore con Giovanni,
tra le foglie degli eucalipti,
albereto della favola a scendere

nell’anima di ragazza Alessia e
trasparente come l’aria da sfiorare
con la pelle in attesa di gioia fisica e

2
piacere,nello scorgere del gabbiano
frontale il volo e ascoltarne la parola:
attenzione!!!! E

3
trasale Alessia e niente può pettinare
del mare la parte vista dal Parco Virgiliano
in un’ansia a stellare Alessia e

4
poi rivestirsi, indossare il jeans sdrucito
e la maglietta rosa fucsia
su far della sera e Alessia ha messo in
tasca le foglie verdi per ricordo di gioia e

5
occhi negli occhi con Giovanni
(m’ ama? non m’ama? mi tradisce?
mi lascia?): poi lo chiede alla luna piena..

**

ALESSIA E L'ARIA


Prologo


Aria azzurrocielo, scia candida di jet
che passa (lì ci sono i figli), aria rosapesca
ad azzerare l’anima di Alessia:
tutto comincia nella fase astrale dei pensieri,
cullata da una conca di tramonto.

1
Attimi disadorni, aerea visione di ossigeno
a scendere nel sangue di Alessia, nel rigenerarla,
aria freddo a stimolarne il corpo
della voglia di fare l’amore stasera con Giovanni e

2
ride Alessia come una donna negli anni 16
contati come semi: arriverà dove era già stata
prolungherà il piacere fino alla perla dell’orgasmo
sarà più bello, pensa la ragazza e

3
nel limbo delle cose attira Alessia a sé tutte le
fortune, scrive con dita affilate una poesia
(oggi è bel tempo e si deve essere felici)
poi berrò il suo seme bevanda inebriante e

4

oltre le geometrie delle portinerie ci sarà
raccolto e aiuterà la portiera a coltivare fiori
rosa ai quali dare un nome e…
***

RAFFAELE PIAZZA

martedì 8 gennaio 2013

POESIA = ANTONIO SPAGNUOLO

IN MEMORIA DI ELENA

Anche la luce non è più la stessa
tra le pareti inaridite,
tra questi oggetti che ripeto al tatto
per non credere più al miracolo.
Abbiamo malmenato la tua carne
senza alcun riguardo ,
nel breve spazio di una bara,
che ancora oggi mi perseguita zincata.
Adesso devo morire anch’io
per sparire nel nulla,
o per scoprire
dove si cela la tua sembianza.
*
ANTONIO SPAGNUOLO ----

RIVISTA = ANTEREM

ANTEREM - rivista di ricerca letteraria - N° 85 - "L'irriducibile al se"
Sommario :
Editoriale
Jacques Derrida : La dissemination
Paul Celan : Atemkristall
Federico Ferrari : L'immaginazione creatrice
Davide Campi : Iterazioni
Evelyne Grossman : Inspirazione, ispirazione
E. M. Cioran : Variazioni sulla morte
Tiziano Salari : Ombra di vita
Roberto Diodato : Dentro tutto quel vento
Giacomo Bergamini : Ultime precisazioni sul dolore
Ranieri Teti : Poesie della vita apparente
Bruno Conte : Da Deritratti
Francois Bruzzo : Che cosa uno scrittore ha da dire di primordiale ?
Abd al-Rahman Jami : In quella notte altissima
Yves Bonnefoy : Due nuove varianti della cacciata dal giardino
Francesco Tomatis : L'estasi della parola poetica
Gustave Roud : Due ritratti
Marco Furia : Tacite se ne vanno
Mauro Maldonato : Pensare poeticamente
Flavio Ermini : L'incessante racconto dell'infelicità
Jacques Derrida : La disseminazione.
Premio Lorenzo Montano : esito della XXVI edizione.
Le immagini : Anne Slacik : Mallarmè ---
Riferimento : direzione@anteremedizioni.it

SEGNALAZIONE VOLUMI = GIULIANA LUCCHINI

GIULIANA LUCCHINI – Donde hay musica - L. C. Poesia – Roma – 2012 – pagg. 97 - €10,00

L’originale testo di Giuliana Lucchini non è scandito, ed è illustrato da fotografie a colori e in bianco e nero, che bene s’intonano con il discorso letterario.
La poetica, espressa dall’autrice in questo libro ha per tema una riflessione sulla musica: si crea così un felice connubio tra l’arte delle note e la poesia stessa, fatto di continui rimandi dall’una all’altra.
Non a caso il ritmo dei versi è intenso e sincopato, pervaso da una innegabile melodiosità; nel primo componimento senza titolo, che ha un carattere programmatico e introduttivo, riscontriamo una forte presenza di misticismo, che viene detto in una descrizione di un’orchestra, il cui direttore è in piedi lassù sul podio del cielo.
Per la suddetto immagine viene in mente il golfo mistico d wagneriana memoria; dopo il componimento incontriamo una strofa in corsivo; viene evocata un’opera lirica o una messa cantata, in un’elegante versificazione che procede per accumulo, con segmenti icastici e precisi.
E’ descritta l’azione fisica dell’esecuzione musicale, attraverso la rappresentazione dei musicisti nella loro corporeità, che si fonde con quella degli strumenti, che sembrano diventare una loro estensione.
C’è una fusione tra l’uomo con il supporto materiale che produce il suono e una bella foto in bianco e nero di un bambino che suona un violoncello fa da sfondo alle poesie..
I versi della Lucchini sono pervasi da una forte densità metaforica e sinestesica; la cifra essenziale espressa dalla poeta in questa raccolta è quella di un’ansia controllata di comunicare tramite una parola detta sapientemente, che riflette in modo mistico su se stessa e sulle cose del pianeta del suono.
La musica stessa sembra farsi parola e c’è anche un contesto naturalistico che fa da sfondo alle immagini, pronunciate con urgenza e molto rarefatte.
La forma è composta e composita, concentratissima e leggera; il senso della riflessione introspettiva, elemento saliente dell’opera, si evince a partire dalla dedica originale che la Lucchini dà a Donde hay musica: A se stessa.
Nel libro è presente una forte dose di sospensione e mistero, espressi tramite una parola evocativa carica di magia e bellezza.
E’ una poesia metafisica tout-court, che s’invera felicemente, sottesa ad una forte coscienza letteraria e il tono è affabulante e descrittivo; il senso del misticismo pare essere il filo rosso che anima il tessuto linguistico e illumina con una vaga luce le parole come nei versi:-“…nel muro a secco/ che spumeggiando ci segnò di Cresima…”-; è presente, a questo proposito, anche una citazione del Vangelo secondo Luca
Da mettere in rilievo che il suono non proviene solo dagli strumenti, ma dalla voce umana:-“…voce la voce né di uomo/ né di donna o di castrato/ voce che chiama, invoca, soprannaturale, o tu che canti…”.
I versi, di lunghezza eterogenea, movimentano l’andamento del dettato e ottima è la tenuta di quelli lunghi.
Sembra, leggendo i componimenti, di assistere a svariati concerti; vista l’unitarietà dell’argomento, il testo potrebbe essere letto come un poemetto o, visto il tema, come un poemetto sinfonico, accostabile a quelli altissimi di Richard Strauss.
In questo contesto emerge, e non poteva mancare, il tema del parallelismo etico – estetico, che si evince nei versi:-“…Dove c’è musica/ non si avrà male…”-. ’
Un testo estetizzante, quello della Lucchini, molto alto e che riesce, tra l’altro, a conservare una grande carica di freschezza e immediatezza.

RAFFAELE PIAZZA -
********

Il torrente – è tutte le voci insieme, in coro
Tenore basso contralto baritono soprano
Tutti di famiglia
Urli toni scrosci chiasmi, e strida
E risate, e in alto la testa e respiro
Note alte e basse.



lunedì 7 gennaio 2013

SEGNALAZIONE VOLUMI = DE GEMMIS-TRICARICO

DE GEMMIS - TRICARICO : “Alter ego . poeti al mann” – Ed. Arte’m – 2012 – pagg. 128 - € 9,00 .
Quarantuno poeti riuniti presso il Museo Archeologico di Napoli , ciascuno, con il suo bagaglio culturale , messo a confronto con le figure più rappresentative dell’antichità, da Catullo a Giovenale, da Eschilo a Virgilio, da Saffo a Callimaco e così via. Il programma originale nel suo intento è stato perfettamente realizzato da Marco De Gemmis e Ferdinando Tricarico , ed ha offerto ad un pubblico attento e molto spesso incuriosito , i testi poetici letti tra le meraviglie del Museo napoletano. Nuova composizione della recitazione nella originaria personale interpretazione dei vari autori: un ampio sguardo intorno a quanto si produce di “poesia” nell’aria metropolitana , nell’infinito moltiplicato specchio del ritmo .Presenti : Mariano Baino, Giuseppe Bilotta, Nora Catalano, Floriana Coppola, Ariele D’Ambrosio, Vera D’Atri, Carmine De Falco, Marco De Gemmis, Salvatore Di Natale, Bruno Di Pietro, Raffaele Di Stasio, Enrico Fagnano, Gabriele Frasca, Bruno Galluccio, Mimmo Grasso, Costanzo Ioni, Carmine Lubrano, EugeniomLucrezi, Wanda Marasco, Giovanna Marmo , Stelio Maria Martini, Ketti Martino, Amedeo Messina, Gian Battista Nazzaro, Tommaso Ottonieri, Lucio Pacifico, Marisa Papa Ruggiero, Felice Piemontese, Antonio Pietropaoli, Ugo Piscopo, Annamaria Pugliese, Raffaele Rizzo, Paola Santucci, Enza Silvestrini, Michele Sovente, Antonio Spagnuolo, Ferdinando Tricarico, Luigi Trucillo, Raffaele Urraro, Giuseppe Vetromile, Ciro Vitiello. Il prezioso volumetto si arricchisce graziosamente delle quarantuno fotografie degli autori presenti, e propone una rosa interessantissima di poesie e commenti.
ANTONIO SPAGNUOLO -

SEGNALAZIONE VOLUMI = GIORGIO MOIO

GIORGIO MOIO : Elaborando il tempo – edizioni Cerchio Rosso – 2011 – pagg. 60 - € 12,00 –
Il poeta Giorgio Moio offre una squisita sequenza di “pensieri” e “frammenti” , che introducono , con una ben equilibrata caratura culturale , verso le interpretazioni filosofiche, e non, del vivere quotidiano , inteso come consapevolezza sia delle impossibilità di alcune illusioni , sia delle fruizione dell’esistenza concreta o effimera. Quasi tutto il “lavoro” è incentrato intorno alla poesia , al come fare poesia, al come gestire un testo poetico, a come proporre il “verso” .
Molti sono gli adagi che centrano intorno alla stesure :
“…sul piano prettamente stilistico una poesia deve contenere un accumulo delirante di parole deliranti che il poeta, come il chirurgo, col bisturi scortica , scardina , apre squarci ogni qualvolta il risultato di avvia verso l’ovvio…” - e ancora :
“Un giorno mi sono fatto una domanda : “perché la poesia, la letteratura in genere, ha sempre puzzato di letamaio” ? – Perché è stata in mano a degli animali : Pecora, Caproni, Gatto, Leonetti, Vitiello…e scusate e qualche animale nel frattempo mi sia scappato dalla stalla, oh pardòn dall’elenco…”
Con una scrittura rapida , concisa , incisiva Giorgio Moio si diverte e si confronta , affronta la dialettica e sviluppa dinamiche lapidarie , con saggezza e scaltrezza , così come è sua antica capacità redazionale.
ANTONIO SPAGNUOLO

venerdì 4 gennaio 2013

SEGNALAZIONE VOLUMI = MARIO FRESA

MARIO FRESA – Uno stupore quieto -- Stampa – Azzate (Va) - 2012 – pagg. 79 - € 11,00

Mario Fresa, l’autore del libro che prendiamo in considerazione in questa sede, è nato a Salerno nel 1973; ha pubblicato i libri di poesia Liaison (2002), L’uomo che sogna (2004) e Alluminio (2008); è redattore della rivista “Levania” e del periodico letterario “Gradiva International Journal” di New York.
Uno stupore quieto, che presenta una prefazione di Maurizio Cucchi, caratterizzata da notevole acribia, è un volume bene strutturato architettonicamente ed è scandito nelle seguenti sezioni: Storia di G., Titania, Una violenta fedeltà e Romanzi.
La poetica del nostro è del tutto antilirica; il tessuto linguistico è connotato da una scrittura che, in molti casi, si può definire prosa poetica, con uno scarto linguistico minimo dalla lingua standard..
I versi sono in gran parte lunghi e sempre ben controllati, e sorprende la bravura dell’autore dal punto di vista formale; infatti egli riesce ad esprimersi con un grande equilibrio.
Di raccolta in raccolta aumenta la coscienza letteraria di Fresa, raggiungendo in questo libro la sua espressione più alta; nonostante la giovane età, il poeta, vincitore di vari premi letterari, si può considerare tra i più affermati del panorama italiano.
Nelle ambientazioni del libro prevale l’aspetto della quotidianità, anche con raffigurazioni di immagini crude e inquietanti; numerosi sono i personaggi raffigurati dal poeta, figure che vivono situazioni spesso al limite del paradossale, immerse in atmosfere spesso vagamente kafkiane.
Ci sono sospensione, bellezza e levigatezza nel dettato di Fresa, del quale la cifra distintiva può essere definita come una sublimazione e una rarefazione della realtà di ogni giorno. Una forte eleganza permea il poiein in "Uno stupore quieto", un fascino particolare e icastico, grazie al quale il lettore ha la sensazione di “affondare” nelle pagine scritte.
La versificazione è leggera, veloce, scattante, sorvegliata.
L’aspetto della parola espressa in prosa si accentua nella sezione Una violenta fedeltà , nella quale incontriamo i brani Convalescenza e Congiura, che possono essere letti tout-court come esempi più di stile narrativo che poetico.
Nella suddette parti predomina un aspetto onirico e fiabesco, tra sogno e veglia, che si coniuga ad un carattere gioioso delle cose rappresentate:-“Ora esco fuori, felice, barcollante. Sul lavabo si/ proietta la trasparenza tutta luccicante dei sorrisi…”-.
Bisogna sottolineare che in questa scansione Fresa non usa il procedimento dell’ a-capo e i versi terminano alla fine dell’estensione della pagina.
L’opera è composita, in quanto in alcune sue parti l’autore non usa il linguaggio colloquiale, ma si esprime con una dizione caratterizzata da densità metaforica e sinestesica.
Fresa mette in scena una realtà urbana caratterizzata dalle ansie, dalle angosce, dalle inquietudini, ma anche le gioie, che costellano la vita di ognuno di noi, calato nella realtà minima di tutti i giorni, realizzando un acuto esercizio di conoscenza, che si esplica in maniera sempre varia e coinvolgente.
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RAFFAELE PIAZZA

mercoledì 2 gennaio 2013

RIVISTA = CAPOVERSO

CAPOVERSO - N° 24 – Luglio – dicembre 2012 –
Sommario :
Franco Dionesalvi : Ricordo della rivista Inonija
- Saggi :
Guglielmo Aprile :La metafisica del corpo : Eros e odissea onirica nella “Parola carnale” di Gianni Ritsos –
Giuseppe Panella : Appunti su Vito Riviello. La poesia e talvolta la prosa.
Lucio Zinna : La poesia di Orazio Napoli
- Testi :
Lidia Are Caverni : da Il segno del tempo
Angiolo Bandinelli :da Aspettando l’Apocalisse
Antonio Barsottelli : Sette poesie
Pino Corbo : Cinque poesie
Valeria De Felice : Cinque poesie
Nicolino Longo : Sette poesie
Luigi Mandoliti : da Versi extravaganti
Marisa Pelle : Tre poesie
Davide Puccini : Cinque poesie
- Interventi :
Sebastiano Aglieco : Sulla poesia di Luigi Fontanella
Luca Benassi : La ricostruzione del senso in “Macerie” di Francesco Onirige
Davide Castiglione : Non sono cattivi tempi per la poesia. Intorno a uno scritto di Luis Garci Montero
Pietro Civitareale : Cultura e Natura. Logos e bios nella poesia di Vincenzo Anania
Angela Costanzo : Il gioco e l’ironia : metti una sera con Guido Oldani
Sandra de Vito : Una raccolta di poesie bilinge di Mario Mastrangelo
Alessandro Gaudio : Da uno a zero : Sulla poesia di Andrea Amoroso
Franco Gordano : Franco Costabile , poeta civile
Pawel Krupka : Wilslawa Szymborka e la poesia polacca in Italia
Merys Rizzo : Giuliana Lucchini : poesia del continuo risorgere.
Mariagrazia Scarnecchia : Psicoanalisi e Poesia (il poeta sul lettino)
- Letture :
Recensioni a firma di : Davide Puccini, Luca Benassi, Pierino Gallo ,Maria Lenti, Carlo Cipparrone, Stelvio Di Spigno , Giuseppe Panella , Franco Dionesalvi , Francesco Politano.
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Riferimento : alimenaf@libero.it

martedì 1 gennaio 2013

SEGNALAZIONE VOLUMI = CARLANGELO MAURO

CARLANGELO MAURO –“ Il giardino e i passi” Archinto - Milano - 2012 – pagg. 75 - € 20,00
Carlangelo Mauro, l’autore del libro che prendiamo in considerazione in questa sede, è nato nel 1965 e vive a San Paolo Belsito; ha pubblicato le raccolte di poesia In Margine (1997), Antidoto (2000) e la plaquette Alla madre (2003).
Il giardino e i pass, edito in una collana diretta da Umberto Piersanti, presenta una prefazione puntuale e ricca di acribia di Maurizio Cucchi.
Il testo, bene strutturato architettonicamente, è suddiviso nelle seguenti sezioni:: I Poetica, II Le parole, III Uno e ora, IV Il giardino, V Ritrovamenti, VI Fiati e ombre.
Le composizioni della raccolta sono spesso senza titolo, elemento che ne accentua il senso di mistero ed evocatività e sono caratterizzate da una certa costante verticalità, anche se, a volte, il tessuto linguistico si illumina di accensioni, tramite versi più lunghi.
La forma espressa in questo maturo testo di Mauro raggiunge, rispetto alle precedenti prove già felici dell’autore, il suo compimento, divenendo ancora più armonica, controllata ed elegante.
La poetica del nostro è colta e originale e si può affermare in modo incontrovertibile che, in questa prova, l’autore abbia raggiunto una raffinatissima e avvertita coscienza letteraria.
Nella sezione iniziale Poetica, che ha un carattere programmatico, il poeta affronta con intelligenza il tema affascinante della presenza della poesia che viene detta nella poesia stessa, nel suo riflettersi su se stessa, tramite la sua nominazione e indaga sul tema del senso della poesia, salvifica per alcuni, inutile per altri
Tutte le poesie iniziano con la lettera minuscola e questo fattore dà ad ogni segmento un senso di magia, sospensione e arcana provenienza..
I testi sono caratterizzati da rara punteggiatura poco frequente e scorrono in lunga ed ininterrotta sequenza, in un fluire classico più che barocco ed è presente una sapiente ed amara ironia nelle poesie del poeta campano.
La composizione che dà l’incipit alla raccolta ha un carattere programmatico e il primo verso (C’è qualcosa che rimane), dà la sensazione, detta in modo struggente e controllata, di un’essenza che scava il suo retaggio nel passato in un presente nel quale tutto tende a rinnovarsi, in una maniera che si potrebbe definire pasco liana. ..
Si potrebbe pensare che l’autore, con il suddetto verso, si possa anche riferire alla sua attività poetica precedente, come se, iniziando la sua opera maggiore, partisse dalla provenienza del suo poiein..
La dizione è leggera e icastica e c’è un tu al quale il poeta si rivolge, interlocutore che potrebbe essere il poeta stesso, con un procedimento già usato da Leopardi
C’è un senso della morte e di silenzio ed indeterminatezza nei versi:-“ ma sei già estinto/ in partenza…”.-
Si possono leggere delle poesie che hanno per tema la scuola (non si deve dimenticare a proposito di questo che Mauro è professore nei licei, oltre che dottore di ricerca presso l’Istituto Orientale di Napoli).
Nella scansione Le parole troviamo un altro tema all’insegna della lontananza del passato, quello degli antenati dell’autore.
Le poesie leggerissime del nostro sembrano decollare in illuminazioni e si librano sulla pagina in modo preciso e icastico ed è presente fortemente il tema dell’ineluttabilità del tempo che passa e della morte, un’aurea di sospensione, per la quale la scrittura diviene tout – court un esercizio di conoscenza.

RAFFAELE PIAZZA ----