lunedì 31 dicembre 2012

IN MEMORIA DI ELENA





‎- IN MEMORIA DI ELENA -

Prigioniero del vuoto
inseguo ancora la tua immagine.
Tra le foto scolpite per dispetto:
un dispetto che Iddio ha giocato per noi
nel bel mezzo di una storia di amore,
che non conobbe ferite.
Eri ancora il futuro, e raggiungevo
le carezze del sole in esplosioni
ad ogni tuo sorriso delicato,
quasi inganno del canto adesso lacerato
per rincorrere e assaporare il gelo
che ti ha rapito.
*
Antonio Spagnuolo
*
-L'assenza della persona amata per oltre sessantadue anni è qualcosa che corrode senza pietà...non si possono cancellare quegli atti quotidiani che, proprio perché quotidiani ed eseguiti sempre all'unisono, risvegliano quel ricordo che non è gioia, amore, piacere, ma soltanto rabbia , inquietudine , interrogativi ...Dalla tazzina del caffè mattutino al risvolto della coperta a sera si susseguono continuamente stimoli e pensieri , movimenti e soste che alimentano un inferno indescrivibile. Unico desiderio è la "fine" di un tal tormento che non sai come lenire. Non ha forza la ragione, non ha forza l'intelletto, non ha forza alcuna volontà, perché il "tarlo" infierisce imperterrito e dominante.-

martedì 25 dicembre 2012

POESIA = RAFFAELE PIAZZA

ALESSIA E L’ALBERGO DEGLI ANGELI -

Prologo

Vede nuvole grandiose Alessia
campite nel cobalto
di un cielo azzurro da turbare l’anima
di vetro.
Destinazione l’Albergo degli angeli.

1
Sera di Alessia a contemplare
stelle per gioco infiorate nell’
immenso. Attimi di limbo oltre
le cose di sempre, il mattino
precedente che non torna e

2
occhi negli occhi con Giovanni
nella Nissan nera per costeggiare
le alberate e all’Albergo degli
angeli trovare i giochi dell’amore,
sedici anni Alessia contati
come semi e

3
l’asfalto della strada lungo
di gioia il cammino nel giorno
squadernato nella camera della
mente, se è vita e non esistere
nuotando (Alessia nel fare l’amore).e

4
a poco a poco delinearsi
della gioia la geografia oltre
gli albereti nel tempo altro,
non guarda l’orologio e sente
il senso di rinascita e

5
indumenti per terra nella camera
nell’armonia, la bocca di ragazza
e rise come una donna con il
telefonino tra le affilate mani
l’esame è superato e la siepe
la salta il bianco del cavallo.
*
RAFFAELE PIAZZA

martedì 18 dicembre 2012

SEGNALAZIONE VOLUMI = CATERINA DAVINIO

CATERINA DAVINIO : "Aspettando la fine del mondo"-Nota dell’autore / Postfazione di Erminia Passannanti / Con una nota critica di David W. Seaman, Traduzione inglese di Caterina Davinio e David W. Seaman, Roma, Fermenti, 2012, pp. 126, € 12.50.

Attesa della fine del mondo: “reale” – la prevista dai Maya del 21 dicembre 2012 –; metaforica – in essere tutti i giorni nelle guerre d’Africa, per esempio, o presente nell’incontro (con la natura, con la naturalità di chi lì vive) “da fine del mondo”, prendo dalla quarta di copertina e dal secondo poemetto, vissuto dall’autrice in prima persona a Goa, uno dei luoghi più belli dell’India e della Terra –.
Fine del mondo, come limite non più valicabile essendo che tutto è ed è stato sperimentato: il dolore come la gioia, lo strazio come la leggerezza del proprio esserci. Resterà, allora, la parola per significarli oltre se stessi: da un lato testimoniare la disumanità, dall’altro l’incontro con una diversità-divinità vivificante.
Caterina Davinio “entra” nell’una situazione e nell’altra a dire la stoltezza della morte procurata per guadagni e cecità di corvi che non tacciono e la “sapienza” dell’accorgersi della possibilità contraria là dove chiamano (e si odono) solo silenzi eloquenti e invitanti.
Scrive, allora la poetessa, io vi canto, terra martoriata e miei simili dati in sperdimento: «io, il tuo deserto, / il poeta da nulla, l’ultimo , / scrivo le tue dinastie, / i tuoi auspici, / il timore, / lo spazio del tuo villaggio / e delle terre selvagge». Vi canto. Con l’amore della condivisione, perché non vada perduto il raggio della solidarietà e del comune sentire, versus armi e pieghe del potere grigio e tetro, miope e distruttivo, e in sintonia, invece, con i tramonti rosa e azzurri dei tropici, dove «la piccola onda» dice «pace», dove la libertà non è pagata in vite ma paga la vita.
Far entrare la poesia in queste dinamiche di rifiuto e di accoglienza non è né semplice né facile. I temi sono “alti”, lo sono talmente che si potrebbe rischiare l’entusiasmo di chi crede al loro rovescio sic et simpliciter: guerra / pace; infelicità / felicità; realtà / desiderio; ecc.
La poesia di Caterina Davinio, sappiamo da tutte le sue raccolte (ed anche dalle sue performances artistiche), vi entra depurando il verso dal più e dall’eccesso, consapevole di un oggi depurato anch’esso di ogni ottativo illusorio. Ciò nonostante trattiene il desiderio teso a scacciare il nero nominandone la consistenza: perché il tacere sarebbe complicità e persistente propagarsi di orrore, del dominio dei potenti della terra, di negazione di innocenza, ancora esistente là dove «batte il cuore / come il leopardo annusa il vento / come un’illusione di verità forse / mi ferisce…».
Appunto: sentirla, la ferita. E sentire il suo fiorire-finire: «…mi chiedo se sponde lontane degne di approdo / porgano al dannato naufrago una riva / degna di delirio, / e m’innalzo alle vette / e m’inabisso agli inferi / delle tue sabbie tiepide.»
Un mondo. Un altro mondo. Davvero “la fine del mondo”, auspicata nell’un senso e temuta nell’altro.
MARIA LENTI

venerdì 14 dicembre 2012

SEGNALAZIONE VOLUMI = FIORELLA CARCERERI

“ZEROVENTICINQUE” il nuovo volume di racconti della poetessa Fiorella Carcereri –
*
La poetessa Fiorella Carcereri è presente in molte antologie edite nel 2011/12 da Giulio Perrone Editore, L’Erudita Editrice, Aletti Editore, Sensoinverso e GDS.
Finalista della Sezione Social Network del “Premio Laurentum di Poesia” (dicembre 2012)
Finalista della Sezione Poesia del “Premio Matteo Blasi” indetto da Edizioni Ensemble (dicembre 2012).
E’autrice della raccolta di aforismi “LA VITA IN SINTESI” pubblicata daLibro Aperto Edizioni nel giugno 2012.
Il suo ultimo lavoro è l’ebook “ZEROVENTICINQUE” (Aletti Editore, dicembre 2012), un’avvincente ed appassionante raccolta di racconti autobiografici di una ragazza degli Anni Settanta. Il libro è in vendita su
http://www.ibs.it/ebook/Carcereri-Fiorella/Zeroventicinque/9788859107569.html
e su tutte le principali piattaforme online.
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martedì 11 dicembre 2012

RECENSIONE = POESIA AL FEMMINILE

“TRATTEGGI SUL FILO” – Pagine di diario femminili -Ed. Ilapalma, Palermo 2012

Una Antologia scritta ‘solo’ da donne che sembrano raccogliere, nei loro intendimenti, quanto Renato Guttuso, all’indomani di una visita al Cardinale Pappalardo, scriveva all’illustre prelato: “Lei sa quali siano i miei ideali e le mie speranze nei confronti di una organizzazione più giusta della società, ma sempre più mi accorgo, invecchiando, che le riforme debbono partire dall’interno delle coscienze”. C’è, in questo monito del pittore bagherese, un riecheggiare del sempre attuale motto greco: uomo, conosci te stesso. Ed è proprio ciò che si propone il libro- diario cui si accennava sopra, Tratteggi sul filo, per i tipi di Ilapalma, Palermo, uscito di recente.
Il libro si apre con un interrogativo della curatrice, Mariolina La Monica, fine poetessa, scrittrice e operatrice culturale di Casteldaccia: «In un’epoca di scarsa riflessione esistenziale, si chiede e chiede, Mariolina, di mania di protagonismo, di dilagante corruzione dell’essere, può nascere la volontà di rinnovamento sentito che metta al bando l’indolenza di scavare in sé e accostarsi all’altro e conduca ad un diverso modo di esprimere il proprio essere pensante, con la parola nuda, chiara, verace?»
Ed è proprio attorno a questo invito che ruotano le riflessioni di trentacinque donne, trentasei, se comprendiamo anche Mariolina, tutte appartenenti, si intuisce, a vario titolo, al mondo della cultura: poetesse, scrittrici, organizzatrici di eventi culturali, forse anche pittrici, e diciamo forse, perché l’unica traccia che si ha di queste scrittrici sono la data e il luogo dove le pagine sono state pensate e stese, come dire lo spazio e il tempo, l’hic et nunc, il ‘qui ed ora’ dei latini, ma uno spazio e un tempo che si annullano a vicenda, che perdono della loro fisicità, ammesso che il tempo abbia una sua fisicità, per farsi parola, pensiero, riflessione. Da qui la coerenza con quanto auspicato da Mariolina La Monica, vale a dire una scrittura scevra da infingimenti, una sorta di confessione in pubblico, come quando si affidano a un diario pensieri e considerazioni che è opportuno non palesare pubblicamente.
Ne è venuta fuori una raccolta di “pagine di diario femminili”, che è poi il sottotitolo o, se vogliamo, l’altro titolo del libro in questione. E sono pagine ora delicate, dove la poesia vi trascorre con leggerezza (“Osservo il riquadro di cielo alla finestra e sono vento e musica a scolpirmi l’anima”, scrive Alma Adic da Messina un 29 novembre) ora di una ingenuità bambina (Franca Alaimo, in un viaggio verso Brest, in Francia, dopo avere colto le note di un canto religioso, che sembrano carezzare le foglie, si chiede “Posso anch’io pregare il nostro Dio con voi, fratelli alberi, foglie bambine?”), ora di quella franchezza che si affida proprio a un diario (Francesca Guajana confessa che avrebbe voluto fare la cantante lirica e che non essendoci riuscita si è data allora alla poesia divenuta col tempo il suo «tutto», ‘mentore’ il noto poeta e saggista Salvatore Di Marco). Danila Guérin, emigrata con la sua famiglia, scrive da uno sperduto villaggio della Svizzera e ci racconta della sua seconda vita che «ha riconsegnato al mio umore la tranquillità che desideravo» pur nell’inevitabile nostalgia dei luoghi «dove hai lasciato la tua infanzia e la tua giovinezza, impresse sui muri di quelle case, sui ciottoli di quelle strade.»
Impossibile richiamare le singole autrici con brevi citazioni per ovvi motivi di spazio; pure, dopo le prime due con cui abbiamo aperto queste note, e la Guajana e la Guérin, che si collocano alfabeticamente al centro delle trentasei riflessioni, vogliamo chiudere con le due scrittrici che chiudono il volume: Francesca Simonetti e Francesca Vella, che offrono due spaccati diversi dell’universo femminile, due sensibilità opposte e che proprio per questo si integrano, si completano.
Francesca Vella volge i suoi occhi a quelli che oggi definiamo con terminologia più umanizzata e umanizzante ‘diversamente abili’, sicché apprendiamo che mensilmente si tengono dei concerti in casa di persone disponibili ad ospitarli tenuti da questi nostri fratelli meno fortunati di noi, un messaggio, quindi, forte, quello lanciata dalla Vella, che pone sotto diversa luce la condizione di queste persone, una luce che si fa solidarietà convinta e concreta.
Altrettanto forte il richiamo alle nostre responsabilità dell’altra Francesca, la Simonetti, che apre con il noto hobbesiano, homo homini lupus, ‘l’uomo lupo all’uomo’. E mai, forse, come oggi, questa massima così disgregante . così violenta, così corrosiva si attaglia alla realtà e società odierna, dove il cosiddetto dio denaro e la dea corruzione la fanno da padroni. Da qui il grido della Simonetti: «Qualcuno dovrebbe riflettere sul da farsi, prima che sia troppo tardi. La distruzione è sotto i nostri occhi, specie ogni sabato sera, e rischiamo di vagare su zattere pietrificate alla deriva». Zattere pietrificate alla deriva.
Vogliamo chiudere qui, con questa potente immagine, queste considerazioni su un libro che è tutto da leggere e da scoprire. C’è solo da sperare che l’uomo torni a guardarsi dentro, a interrogarsi nel profondo della propria coscienza, a trovare in se stesso la soluzione dei problemi che sembrano travolgerlo, come auspicava Guttuso e come è nel messaggio delle trentasei donne che hanno dato vita a questo libro. Diversamente le zattere di cui diceva la Simonetti è fatale che vadano a infrangersi contro rocce che la ridurrebbero in frantumi difficili poi da ricomporre.
VITTORIO RIERA

giovedì 6 dicembre 2012

RIVISTA = IL MONTE ANALOGO

IL MONTE ANALOGO - anno IX - ottobre 2012 . (semestrale)
Sommario :
- L'Editoriale
- Giampiero Neri : Un poeta marchigiano
Flavio Vacchetta : Al poeta Giampiero Neri
Angela Passarello : Una breve nota sulla poesia di Giampiero Neri
-L'inventario : 17 poeti : Maria Carla Baroni, Maria Grazia Boccoli,Federico Bock,
Alessio Casari , Pasquale Ciboldo, Massimiliano Damaggio,Ruben Garbellini, Enzo Giarmoleo, Maurizio Gramegna, Giacomo Graziani , Pia Janin, Pancrazio Luisi , Raffaele Piazza , Marilena Salvarezza, Lucia Sansonetti, Carlo Testa , Claudio Zanini.
- L'incontro
Meeteen Nasr : documenti sulla poesia di Silvio Giussani
- L'intervista
Sergio Dangelo con Roberto Sanesi
Commento di Ruben Garbellini
- Il saggio
Meeten Nasr : Ernesto Sabato - sopra eroi e tombe - 1961
- Le recensioni : a firma di Sandro Boccardi, Meeten Nasr, Angela Passarella, Nino Iacovella, Alessandra Paganardi, Raffaele Piazza.
Riferimento : s.chiappori@tin.it

mercoledì 5 dicembre 2012

PREMIO DI POESIA L'ORTICA

Premio Letterario Nazionale "CITTÀ DI FORLÌ"

Il concorso si articola in quattro sezioni:
Premio "Sandra Mazzini" per la poesia inedita in lingua italiana. Ogni concorrente deve inviare 3 poesie inedite, mai premiate in altri concorsi, della lunghezza massima di 30 versi ciascuna, in 7 copie dattiloscritte, anonime, debitamente titolate e spillate in gruppi da 3. Va unita alle opere una busta chiusa contenente i seguenti dati: nome, cognome, indirizzo, numero di telefono dell'autore ed eventuale e-mail, e titoli delle poesie inviate;

Premio "Jacopo Allegretti" per la traduzione, riservata quest'anno alle seguenti lingue: francese, portoghese, spagnolo, inglese, slovacco. Ogni concorrente dovrà inviare la versione italiana inedita di due poesie di un poeta straniero, scelto dal traduttore, unitamente ai testi in lingua originale, in 6 copie dattiloscritte, anonime, debitamente titolate e spillate in gruppi da 2, indicando il nome e la lingua dell'autore tradotto. Va unita alle opere una busta chiusa contenente i seguenti dati: nome, cognome, indirizzo, numero di telefono ed eventuale e-mail del traduttore, nome dell'autore straniero scelto e titoli delle poesie tradotte;

Premio "Irene Ugolini Zoli" per la prefazione a un volume di poesie. Inviare tre copie del volume edito non anteriormente al 2007, indicando nome del prefatore, indirizzo, numero di telefono, eventuale e-mail. È accettato l'invio sia da parte di case editrici che dagli stessi prefatori;

Premio "Foschi Editore" per il romanzo inedito. I concorrenti devono inviare un romanzo inedito, mai premiato in altri concorsi, in 3 copie dattiloscritte. Va unita alle opere una busta chiusa contenente i seguenti dati: nome, cognome, indirizzo, numero di telefono dell'autore ed eventuale e-mail, e titolo dell'opera.

I concorrenti di età inferiore ai 14 anni, dovranno indicare la data di nascita all’esterno della busta contenente i dati anagrafici.

Non è richiesta alcuna tassa di partecipazione.

Le opere dovranno essere inviate, per posta ordinaria, entro e non oltre il 31 Dicembre 2012 al Centro Culturale L'Ortica - Via Paradiso, 4 - 47121 Forlì (indicando la/le sezione/i a cui partecipa). Tel. e fax: 0543/092569, e-mail: premiocittadiforli@anardia.it

RECENSIONE = LUCETTA FRISA

LUCETTA FRISA – “L’emozione dell’aria” - Edizioni CFR – Piateda –(SO) – 2012 – pagg 187 - € 12,00

Lucetta Frisa è poeta, traduttrice, lettrice a voce alta.
L’emozione dell’aria è un testo scandito nelle seguenti sezioni: Basso ostinato, Desiderio senza parole, Les amusements, Peace Piece.
La raccolta si presenta composita e articolata e ben strutturata architettonicamente. La musica e la sua teoria sono spesso legate all’ordine del discorso.
Basso ostinato, il primo segmento, può considerarsi, in se stesso, come un poemetto composto da vari frammenti e che ha per sfondo il mondo delle note.
Le parti che lo costituiscono sono brevissime e tutte senza titolo; i piccolissimi brani che lo compongono sembrano essere tra loro collegati e si possono leggere come un insieme unico.
Ogni singolo pezzo inizia con la lettera minuscola e c’è quasi una mancanza totale di punteggiatura.
Il tono è caratterizzato da una vaga bellezza e la poetica dell’autrice può considerarsi di matrice lirica.
Notiamo magia, sospensione e leggerezza nell’incedere dei versi, che ha un tono quasi affabulante, nel suo fluire in brevi ed ininterrotte sequenze.
Alcuni brani sono scritti in corsivo e sembrano, per questa caratteristica, essere delle variazioni su un tema, per usare un termine di carattere musicale.
La forma è molto evocativa e si nota un marcato neo orfismo nei versi che possono essere letti spesso come venati da un certo carattere anarchico e che procedono per accumulo.
Assistiamo ad una forte concentrazione delle parole nella loro compattezza ed elevata concentrazione.
Si nota spesso una mancanza di senso e le immagini, costituite da brevi sintagmi, sono spesso indefinite, nel loro fluttuare sulla pagina.
In Basso ostinato i frammenti sono disposti in modo sparso sulla pagina ed evocano una certa astrattezza.
Nitidezza e luminosità del dettato vivono in queste pagine, che sembrano una partitura musicale, di un tipo di musica più dodecafonico che tonale.
Sembra che molto in questa poetica sia legato a sensazioni percettive.
Centrali i versi:-“…/la musica/ desiderio senza parole/…”-, , versi che sembrano essere in sintonia con il titolo della raccolta L’emozione dell’aria.
Il senso di quanto si legge si ricostruisce alla luce di un gioco tra detto e non detto.
In Desideri senza parole le poesie hanno tutte per nome temi di brani musicali: a conferma di quanto la stessa musicalità pervada questa raccolta: Allegro, Andante con moto, Presto, Con fuoco, Largo, Minuetto, Tempo di marcia, Passacaglia, Capriccio, Berceuse, Fuga, Finale, Credo.
La poeta riesce ad articolare un gioco originale e composto, fondato su un uno sapiente di una parola veloce, precisa, leggera ed icastica.
Nel suo insieme la raccolta presenta una grande unitarietà ed è presente spesso l’elemento della corporeità della voce poetante, nel suo relazionarsi con le parole, che costituiscono il tessuto linguistico sempre controllato e mai debordante, formato da versi anche di una sola parola.
Un libro che si potrebbe definire polifonico per le sue svariatissime sfaccettature.

RAFFAELE PIAZZA

*
da orecchio a orecchio
una scossa
la testa invasa
si sente nascere

tra le galassie
nel sottomare
sotto la sabbia
sopra le foglie
dalle crepe dei numeri
e del pensiero

voci
voli
fiato
di chi ama a muore
l’emozione dell’aria trova il suo alfabeto.
*

martedì 4 dicembre 2012

POESIE = NINNJ DI STEFANO BUSA'

CRISTALLINO –

Come il vasaio riplasmo
il tuo respiro, i riflessi dell'accensione,
il fuoco che divora e lene ogni febbre:
il tuo cristallino,
rinfocola l'inespresso desiderio.
Bacio la tua carne
mentre alimenta
i lampi felici dell'estate.
Che sia giorno o notte,
nessuno come noi accende
l'ora divina della grazia
e quel silenzio, bersaglio d'arco
che scocca dalle risorgive
luci del giorno
ci coglie impreparati.

***
AURORA –

L'aurora scorre come fioca luce
sulle nostre braccia.
Riconosco in te la bellezza
del disegno, l'afflato tenerissimo
tra ramo e foglia,
l'oblio che già si spande
con le tenebre non ci fa paura.
Come foglia al sole imperturbabile
la luce si allunga, seduce
il tuo sguardo con avidi silenzi,
si connette la vita al travaglio
che svuota il suo nulla.
La nostra morte sorride al turbamento,
non sa contenere
che onde di piacere.
Ogni giorno sconfigge le ferite,
le varianti delle consunzioni.
La bellezza sfiorisce,
sconfina come il tordo d'inverno
dal recinto del nido.
*
( da "Eros e la nudità" di prossima pubblicazione )
NINNJ DI STEFANO BUSA’

RECENSIONE = CIRO VITIELLO

CIRO VITIELLO : “L’opera poetica” – volume primo – Ed. Guida 2012 – pagg. 400 - € 30,00 -
L’Opera poetica di Ciro Vitiello è proiezione e trasfigurazione delle forme che la caratterizzano.
Un corpo unico, come roccia di minerale durissima che taglia nettamente il traguardo da altre forme di linguaggio, nel riformulare una voce che unifica e trasferisce il messaggio lirico nella sua limpidezza, nonché nel poematico spazio di un pensiero che si fa di volta in volta riflettente, immaginifico, recettore di un mondo apparente che però ha la capacità di trasformarsi in tensionale, sentimentale, inquieto, interpretativo di processi mentali che hanno il senso della realtà, ma l’attitudine ad essere altro da sé, in un altrove immaginico, fino alle massime punte della visionarietà. È un procedimento mentale che sa cogliere la visione del mondo e orchestrarla per suo conto, con l’emotività che gli è congeniale, attraversando tutte o quasi le occasioni di percezioni valoriali, morali, sociali, amorose.
Il componimento si erge con tutta la carica prorompente del tratto fisiologico-biografico. Una stesura essenziale, una inquietudine e un travaglio che gli derivano dall’essere per tentare elementi di reinvenzione iconografico-espressive.
Vi sono tensioni a livello emozionale nella sua produzione poetica. Ciro Vitiello si mostra in tutta l’ampiezza del suo territorio interiore, fatto di travaglio e di tormentato stupore, di abbagli e consapevolezza, di apparenti sondaggi all’interno della propria esperienza di vita che direttamente si connettono alla matrice profonda del suo verso. Invece che interpretarla egli la determina la parola, in una scrittura ampia e ben dosata nei dettagli, che sa ottenere un esito compiutamente e felicemente raggiunto a mezzo di un lessico visivo, sofferto, senza essere mai destabilizzante, vigile, maturo, fruibile in tutta l’ampiezza del contenuto metaforico e dell’apparato correlativo, attraverso adeguate e trasfigurative rappresentazioni.
La scansione e il ritmo sono l’antefatto di una sigla letteraria perfettamente autonoma che sa variare la scrittura a seconda delle circostanza e delle esperienze, evidenziandone una puntuale e acuta totalità d’intermediazione tra i vari elementi. Colpisce di questo autore la grandiosa e sapiente modalità di concatenazione che avverte in profondità un rapporto privilegiato con la poesia, e ne sa conquistare l’anima mundi, ne sa estrapolare e agglutinare l’esemplificazione verbale, attraverso il gioco interferente dei raffronti delle componenti lessicali, aprendosi all’indagine a 360° per approfondire le dinamiche delle immagini, donarsi alla vita con tutta la carica ontogico/ sperimentale che ne moltiplica la potente e definitiva sintassi espressiva. Si evince la compostezza del verso che riproduce in motivazioni vaste e ben delineate le istanza amorose più intime, così come quelle sociali, morali, coniugandone l’archetipo della pagina con le modalità delle diversificate sinergie liriche. “Quando il sole taglia il viso e s’inerpica sugli aranci,/ tu non fingerti eco di pene, ma rivèstiti di luce, Jole-/ circoscritta di grazia nella bionda chioma”. (pag.30, Todestrieb).
Vi è in tutta la produzione lirica di Ciro Vitiello ben delineata la configurazione allegorica che si mostra ad un andamento costitutivo dell’io e del noi, una formula felice che contempla l’esistenza di un altrove, di un abbinamento tra noi e il Nostos, tra l’impianto erotico e la vita, tra il bene e il male, tra la verità e il dubbio. Ben individuati sono i raccordi e le concatenazioni di pensiero che cercano il congiungimento metafisico con la realtà circostante, trepidanti giochi di solarità appaiono certi enjambement, certe controversie che detengono andamento di narrazione, nella cangiante partitura delle accensioni testuali.
L’invenzione immaginifica resta sempre alta e presuppone un’astrazione di riverberi talvolta abbrividenti, altre solari: “Mi fonde alla luce la soave luce/ del crepuscolo” (Rflesso magico e anche in Ripiegamento).
Molto ben costruiti questi versi che sanno coniugare stratificazioni e significati di una introspezione non secondaria, che si ricollega al processo mentale attraverso la scomposizione degli elementi di saldatura: “ Dissolversi è destino, ma basta una sillaba, /una sola, perché il tempo si ripeta e duri! //...// dissipo le fervide vocali, sfioro l’amaro/ istante, ritaglio le forme del nostro fiato per incidere” ( Dissolversi è destino).
Notare il continuum tra la simmetria dell’insieme e la rarefazione di certi stadii preesistenti, la quasi vivisezione, che determina la scissione delle istanze simboliche e la trasfigurazione concettuale si articola dalla proiezione dell’io stesso dall’altro di sè nell’imperturbabilità mimetica della ragione antinomica che s’instaura, tra la verità e il suo nulla, in cui si dibatte l’io indifeso quando dall’assenza riformula la coesistenza del riscatto liberatorio, per superare l’analogismo della -- perdita e la dimensione morfologica metastorica del logos, dei simboli --
Vitiello è senza dubbio una voce ampia e forte nel diorama della poesia del secondo Novecento perchè la concrezione si avvale di procedimenti linguistici che sono percettivi e ispirativi di tutta la sua soggettività individuale.
NINNJ DI STEFANO BUSA’

lunedì 3 dicembre 2012

PREMIO DI POESIA

PREMIO DI POESIA "TRA SECCHIA E PANARO"
1) Il premio è diviso in quattro sezioni:
Sez. A - Poesie inedite: da una a tre poesie di max 40 versi ognuna, inedite e in lingua italiana.
Sez. B - Poesia edita: volume edito, senza alcun vincolo della data di pubblicazione.
Sez. C - Poesia dialettale: da una a tre poesie di max 40 versi ognuna in uno dei dialetti d’Italia con traduzione in italiano.
Sez. D – Premio giovani ‘Monica Mazzacurati’ (riservato a tutti i giovani di età inferiore a 18 anni): da una a tre poesie di max 40 versi ognuna, inedite e in lingua italiana.

2) Il premio è a tema libero e senza preclusione alcuna a linee di tendenza stilistiche ed espressive.

3) Gli elaborati e i volumi, in 4 copie di cui una dovrà recare in calce nome e cognome (per gli autori con età inferiore ai 18 anni si richiede anche la data di nascita), indirizzo e numero telefonico dell’autore chiaramente leggibili, nonché la firma, come autentica della composizione, dovranno pervenire alla Segreteria del premio “TRA SECCHIA E PANARO” c/o Circoscrizione 4 S. Faustino Madonnina, via Newton, 150/b - 41126 Modena. E’ gradita l’indicazione dell’indirizzo di posta elettronica per eventuali comunicazioni. I verbali della giuria saranno inviati esclusivamente per posta elettronica, salvo i vincitori che riceveranno comunicazione telefonica o postale.
La scadenza è fissata per il 30 aprile 2013 (farà fede il timbro postale).
Premiazione 9 giugno 2013 -
Per riferimenti : annesci@libero.it -----

RIVISTA = NUOVO CONTRAPPUNTO

NUOVO CONTRAPPUNTO - N° ottobre - dicembre 2012
Sommario :
Liana De Luca : Il vecchio / Canto marino / Medicamenta
Davide Puccini : Sbrè / Lo carabeo
Antonio De Marchi Gherini : Amore in novembre / Suoni / Il viaggio / Ombre /
L'ora morde il giorno
Bruno Rombi : Cercami / Un viaggio
Carmelo Pirrera : Per discorsi non fatti / Proustiana
Gianni Rescigno : Il cane legato
Viviane Ciampi : Grandine / Il raggio verde
Leopoldo Gamberale : Mamma
Giovanni Brusco : Mattin de primmavia
Recensioni : a firma di Elio Andriuoli , Silvani Demarchi .
Riferimento : elioandriuoli@alice.it