giovedì 24 maggio 2012

POESIE = ALFONSO LENTINI


PRENDO IL CIELO ----
copio il cielo e lo incollo
prendo il cielo e lo accendo
lo riappendo sui tetti
copro i letti col cielo
ne rivelo sostanza

vesto il cielo di nomi
vibro sberle alle stelle
bagno il cielo col vino
con la lingua lo acceco
con le dita lo premo
sono verbo remoto
faccio a pugni col vuoto

sbaglio tutti gli accenti
sporgo i denti e la bocca
fiocca neve sul ghiaccio
faccio a pugni col vento
tento uscite segrete
spingo forte col petto
con le cosce coi pugni
sogni spremo dai denti

il mio nome è scrittura
è frattura nel cranio
sono armadio in attesa
di aspirarti nel buio
sono radio che dice
sono attrice che dorme
voce e orme di lupo
spengo il cielo e lo annuso
spingo forte in avanti

copio il cielo e lo incollo
sono anguilla che ride
spingo il cielo in avanti
disconnetto le dita
vedo il lampo e lo scrivo
vedo il vento e lo detto
faccio a pugni col cielo
sono un angolo retto

scrivo il cielo e lo azzanno
lo rivolto e lo piego
spiego a tutti che è falso
palpo il cielo e lo graffio
soffio forte e lo svelo
lo sollevo dai prati
prendo un lembo poi l’altro
lo rivesto di voci
lo ricalco e lo imprimo
lo riascolto nel vento
tento un volo planato
lo cancello e lo sento

copio il cielo e lo incollo
lo cancello e riscrivo
lo comprimo in un file
premo un tasto e lo invio
prendo il cielo e lo taggo
lo commento lo leggo
condivido l’account
lo rinomino in fretta
lo cancello lo sogno
lo traduco in bisogno

sbaglio tutti gli accenti
sono scheggia di rosso
grosso insetto su un fiore
sono amore illegale
donna ignuda nel bosco

prendo il cielo e lo accendo
il mio nome è rincorsa
scritto sotto il tuo tacco
il mio nome è distanza
è un affresco di Giotto
che galoppa nel tempo

sono ammasso stellare
il mio nome è barbaglio
è bramire è latrare
è graffiare è parlare
il mio nome è squittire
nella notte in cantina
il mio nome è ingoiare
rosicchiare la notte
deglutire la luna
è nessuna sostanza
il mio nome è lacuna

prendo il cielo e lo sfondo
lo distendo sul prato
lo riaggancio alle braccia
lo riannodo ai tuoi fianchi
lo rammendo lo cucio
lo strofino sul seno

spremo dita dal cielo
spremo stelle dal buio
sposto il cielo in avanti
lo raccolgo lo ingoio
lo racconto ai serpenti

prendo il cielo a sassate
lo circondo di ciglia
prendo il cielo e lo lecco
gli carezzo le spalle
rubo il cielo e lo ascolto
lo riassumo in un volto

il mio nome è immigrato
il mio nome è ferita
è gheriglio di noce
sono croce nel vento
sono sabbia e paura
il mio nome è figura
il mio nome è universo

nelle labbra del cielo
cerco spicchi di cielo
trovo tetti e pareti
lo allontano lo piego
piego il cielo e lo brucio
lo ricopro di spine
lo incateno alle vene

sono voce frontale
copio il cielo e lo scrivo
sono in cima alla luce
sono nervo facciale
il mio nome è illegale

il mio nome è illegale
è pedale che slitta
sono donna di strada
spada e luce di labbra
sono morso e sconfitta

sei l’essenza del nuoto
foto mossa e sfocata
grata ornata d’argento
sono accento straniero
nero ordigno nascosto
dentro a un cesto di pane

vedo un cielo nel cielo
che si immilla si inarca
vedo un’arca lucente
sono niente di niente

copro il cielo di sassi
lo cospargo di labbra
lo perforo con spilli
lo nascondo in cantina

sono moto da luogo
rogo giallo di foglie
figlia e moglie del vento
sono madre dell’acqua
della terra sorella
sono amica del fuoco
sento il peso del vuoto

il mio nome è illegale
sono libro interrotto
sono azoto disperso
capoverso dissolto
sono sotto la luna
il mio nome è lacuna
il mio nome è universo.
*
ALFONSO LENTINI –
*
Alfonso Lentini, è nato a Favara (AG) nel 1951. Vive a Belluno dove opera nel campo della scrittura, delle arti visive e della ricerca verbo-visuale.
Nelle sue numerose mostre e installazioni in Italia e all’estero propone opere basate sulla valorizzazione della parola nella sua dimensione materiale e gestuale.
Fra i suoi libri: L’arrivo dello spirito (racconti, con Carola Susani, Perap, Palermo 1991), il romanzo-saggio La chiave dell’incanto (Pungitopo, 1997), il testo poetico Mio minimo oceano di croci (Anterem, 2000), Piccolo inventario degli specchi (Stampa Alternativa, 2003), le opere narrative Un bellunese di Patagonia (Stampa Alternativa, 2004), Cento madri (Foschi, 2009, opera vincitrice del “Premio letterario nazionale Città di Forlì”) e Luminosa signora, lettera veneziana d’amore e d’eresia (Pagliai, 2011). L’ultimo lavoro poetico, Il morso delle cose, finalista al premio Montano, è stato pubblicato in E-book nel 2012, con prefazione di Giorgio Bonacini, dalla rivista on line La recherche
(http://www.larecherche.it/public/librolibero/Il_morso_delle_cose_di_Alfonso_Lentini.pdf).


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